"Sono riuscito a smascherare Blatter quando era alla Fifa, Platini quando era alla Uefa. Adesso non sono riuscito ancora a dedicarmi a fondo al ripianamento totale del calcio a livello mondiale". Parole e musica di Aurelio De Laurentiis. Il presidente del Napoli, ospite del Passepartout Festival di Asti, dice finalmente la sua sul progetto di riforma del calcio europeo naufragato in 48 ore lo scorso aprile.

"La Super League è figlia del fatto che le organizzazioni che controllano il calcio pensano di fare loro gli istituzionalisti con i soldi nostri, con i nostri investimenti", prosegue De Laurentiis. "Che interesse ha un Real Madrid, una Juve, un Napoli a fare la Champions indebitandosi per poter fatturare 70-80-90-100 milioni in più se se ne ha spesi 200-300? Non quadra".

Quindi la proposta: "Dobbiamo stabilire un’altra competizione togliendola alla Uefa, tenendo la Uefa come segretariato generale, dando noi a loro un tot sulle revenues e non facendoci pagare noi dalla Uefa. Io adesso ho 18 calciatori del Napoli in giro per i campionati europei: se qualcuno si rompe e non mi torna sano per sei mesi, chi mi ripiana quei 100 o 50 milioni? La Uefa? No, e io perché ho dovuto prestare il mio calciatore? Per prendere degli spiccioli? Tu fatturi tre miliardi e mezzo in 15 giorni? Allora ti devi sedere a tavolino e dobbiamo rivedere la situazione".

In ogni caso, non mancano le tirate d'orecchie pure ad Agnelli e agli altri 'ribelli': "Ho sempre detto ad Agnelli che stava sbagliando, perché loro volevano diventare gli attori principali del sistema, quando invece bisogna democraticamente lasciare la porta aperta a tutti. Lui, Perez e gli altri hanno sbagliato, ma non nel dichiarare che il calcio sta fallendo per colpa delle istituzioni. Serve una competizione non gestita dall'Uefa".

De Laurentiis, inoltre, ha aggiunto che ha in programma una serie tv sulla storia del Napoli e su Maradona: "Diego è stato unico e irripetibile. La fortuna e la sfortuna è che lo hanno avuto i napoletani. I napoletani non hanno capito che con un calcio malato e viziato dalle istituzioni non si può sempre vincere lo scudetto. Maradona gli ha portato due scudetti perché era un angelo del paradiso e della morte messo insieme. Faremo una serie tv in tre stagioni sulla storia del Napoli, la prima dal 1984 al 2001, dove c’è Maradona. La stessa operazione fatta sulla pallacanestro (The last dance), con interviste a chi ha giocato in quel Napoli, ci saranno 150 calciatori intervistati e la storia del Napoli, con le partite e ciò che ci è stato dietro, in dieci puntate. Poi la storia del Napoli dal 1924, prima della sua nascita, con la storia del ciuccio, fino al 1984. Questa sarà la seconda stagione. La terza stagione saranno i 17 anni della mia presidenza".