di Angela Mauro

Termina così, in una Bruxelles incredibilmente estiva, la guerra dei 17 anni tra Usa ed Europa per la contesa Aiburs-Boeing scoppiata nel 2004. Seduti intorno a un tavolo ovale dell'Europa Building, Joe Biden, Ursula von der Leyen e Charles Michel siglano una tregua che sa di pace. Per i prossimi cinque anni, i dazi imposti da entrambe le sponde dell'Atlantico su prodotti agricoli, formaggi, vino, biscotti, prodotti chimici sono sospesi.

È questo l'altare sul quale Stati Uniti ed Europa si ritrovano e si giurano reciproca cooperazione, insieme contro l'incubo comune: la Cina, la minaccia contro cui Biden ha voluto schierare tutte le organizzazioni e i club governati dall'occidente, prima il G7 in Cornovaglia, poi il summit Nato di ieri a Bruxelles e oggi il summit Ue-Usa sempre a Bruxelles, dove appunto si fa pace niente meno che sul lungo contenzioso sugli aerei. Non ancora sui dazi su acciaio e alluminio, eredità dell'era Trump. "Confidiamo di trovare una soluzione entro dicembre", dice la presidente della Commissione Europea.

Il mondo "è cambiato, assolutamente cambiato, una terribile bellezza è nata", esordisce il presidente Biden al tavolo del vertice. Citazione densa, dell'irlandese William Bulter Yeats e il suo poema 'Easter 1916', un inno alle proteste repubblicane in Irlanda contro l'occupante britannico. "Tutto è cambiato negli ultimi 10-12 anni", continua Biden, originario irlandese, citando anche la minaccia populista: "Il modo migliore per gestire questi cambiamenti è la crescita e la condivisione degli stessi valori, la dignità umana".

E allora, via con le novità. Mentre l'ultima visita di Trump a Bruxelles nel 2018 - per l'inaugurazione del nuovo quartier generale Nato in Europa - non fu seguita da un summit Ue-Usa, oggi Biden non solo tiene il summit, ma impone una curva a gomito alla storia. Il contenzioso tra la compagnia europea Airbus e l'americana Boeing viene avviato a chiusura. Nel 2004, furono proprio gli americani di Airbus a iniziare, puntando il dito contro i quasi 20 miliardi di euro di sussidi che, secondo i loro calcoli, avrebbero prodotto un vantaggio economico di quasi 200 miliardi di euro per la compagnia di proprietà francese, tedesca, spagnola e britannica. Airbus ha risposto contestando sussidi distorsivi del mercato per 22 miliardi di dollari per Boeing. La lite è finita in Organizzazione Mondiale del Commercio che, come si sa, alla fine ha dato ragione a entrambi: gli Usa hanno 'vinto' 7,5 miliardi di dollari di possibilità di imporre sanzioni sui prodotti europei, l'Ue ne ha ottenuti 4 miliardi.

Ora questi dazi sono sospesi per 5 anni. In realtà erano già stati sospesi a marzo scorso fino a luglio, in preparazione del summit di oggi. Nel prossimo lustro si lavorerà per chiudere la disputa definitivamente.

C'è da crederci? La domanda spunta più volte in conferenze stampa. La risposta è affermativa, ma è la spiegazione che porta a propendere per il sì, c'è da crederci. Perché la novità di oggi nasce da un'amara constatazione. "Per anni Usa e Ue si sono presi alla gola facendosi la guerra su Airbus e Boeing, mentre altri coglievano questa opportunità per lanciare la loro industria. E noi eravamo troppo impegnati a farci la guerra per accorgercene", specifica la rappresentante per il commercio degli Stati Uniti, Katherine Tai. Il riferimento, Tai lo esplicita in un altro passaggio della sua conferenza stampa con il vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis, è alla "industria aerea cinese". Ora, aggiunge, "ci siamo impegnati a sederci intorno a un tavolo per discutere cosa è meglio per noi, in un mondo che lancia competizioni come mai prima, per capire cosa possono ottenere le democrazie quando lavorano insieme nello spirito del pragmatismo".

Al summit di oggi, Biden acconsente alla creazione di un "Consiglio euro-statunitense su commercio e tecnologie per evitare tariffe future e capire come cooperare in vari campi, soprattutto nella digital technology", spiega von der Leyen, in conferenza con Michel. Biden non fa conferenza stampa con loro: dopo il summit Ue-Usa, il presidente si concentra sul bilaterale con Putin domani a Ginevra. Ad ogni modo, primo compito di questo 'Consiglio transatlantico': "All'inizio ci concentreremo sulla produzione dei semiconduttori", fondamentali per l'industria dell'auto e diventanti strumento di competizione feroce tra Cina, Stati Uniti, in grado di mandare in crisi la filiera anche in Europa in tempi di pandemia.

E poi vogliamo lavorare ad un'alleanza transatlantica sulla tecnologia verde", continua la presidente della Commissione Europea. Anche in questo campo, finora, c'è stata tensione tra Bruxelles e Washington. Non solo per via del negazionismo di Trump sul legame tra cambiamenti climatici e sostenibilità, ma anche perché, a differenza dell'Ue, gli Stati Uniti non hanno un sistema che faccia pagare un prezzo a chi inquina. Invece, dice von der Leyen, "con gli Usa discuteremo di come stabilire un prezzo globale alla Co2 o attraverso il sistema di scambio di emissioni (Est, 'emission trading system', ndr.)", attivo in Ue, della serie 'se produci inquinando, devi acquistare dei permessi', "oppure attraverso la tassazione". Inoltre, "l'Organizzazione mondiale del Commercio potrebbe facilitare le trattative sulla tassa sul carbone alla frontiera", imposta che la Commissione Ue avrebbe dovuto presentare già a giugno, ma che ha messo in stand-by per non urtare il ritrovato alleato d'oltreoceano.

Però per ora sui dazi imposti da Trump su acciaio e alluminio non ci sono grandi novità. Restano in vigore anche con Biden, sebbene l'Unione Europea abbia sospeso per sei mesi la proroga delle contromisure introdotte nel 2018. "Confidiamo di trovare un accordo entro dicembre", dice von der Leyen, "è una materia complicata, per questo vertice ci siamo concentrati su Airbus-Boeing".

E resta ancora un annuncio la tassa globale sulle multinazionali proposta da Biden. Sia chiaro: a parole l'accordo c'è, sia al summit di oggi, che al G7 in Cornovaglia. Ma nell'Ue sono contrari gli Stati che hanno aliquote basse per attirare investimenti, Olanda, Irlanda, Ungheria, Polonia. E sono contrarie le multinazionali stesse, a cominciare dai grandi gruppi bancari. Si vedrà al G20 di Venezia a luglio.

"L'Ue e gli Stati Uniti condividono una lunga storia. Abbiamo plasmato gran parte del secolo scorso. Ora è il momento di dare forma a questo secolo sulla base dei nostri valori democratici condivisi", dice il presidente del Consiglio europeo, Michel, al termine del summit Ue-Usa con il presidente americano, Joe Biden.

Di fatto, la pandemia con la crisi economica che ha scatenato ha suonato la sveglia finale, basta subire la competizione cinese, "nessuna pietra rimarrà intentata per il nostro accordo", promette Tai.