DI MARCO FERRARI

Alla Galleria d'Arte Moderna di Roma (Via Francesco Crispi 24) va in scena il maschio italiano, un po' tradizionale e un po' innovativo, ma sempre con quel sapore intramontabile di fascino latino. 

La mostra "Ciao Maschio: volto, potere e identità dell'uomo contemporaneo", a cura di Arianna Angelelli e Claudio Crescentini, sino al 14 novembre mette insieme oltre 100 opere provenienti da diverse collezioni d'arte museali e private, approfondendo l'evoluzione del ruolo e della rappresentazione dell'uomo nelle arti. L'esposizione non intende toccare in maniera semplicistica la tematica che si cela dietro la "concezione di mascolinità", ma approfondire attraverso le opere le problematiche ed i contrasti interni dell'arte, relative alla figura maschile nonché i tanti ruoli rivestiti dalla fine dell'Ottocento fino all'età contemporanea.

In mostra grandi nomi del panorama artistico come: Claudio Abate, Vito Acconci, Giacomo Balla, Gianfranco Baruchello, Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga, Lisetta Carmi, Gino De Dominicis, Willem De Kooning, Gilbert & George, Luigi Ontani, Pino Pascali, Luca Maria Patella, Giuseppe Penone, Mario Schifano, Toti Scialoja, FrancescoVezzoli, Andy Warhol, Erwin Wurm, Alba Zari. Le sezioni della mostra prendono avvio da "Il volto del potere", vera e propria installazione di opere che copre un'intera sala del museo, costruita come una "invadente" carrellata di volti e corpi maschili sul potere. Segue il capitolo intitolato "Il volto del terrore" con ritratti ufficiali di tre dittatori – Hitler, Mussolini, Stalin – simboli emblematici del terrore del Novecento e memoria viva della violenza sui popoli. Altra sezione della mostra è dedicata a "Identità maschile" con opere sulla guerra e sulla violenza dell'uomo sull'uomo, sulla famiglia intesa nelle diverse forme e possibilità così come sul tema della bellezza e dell'autocoscienza.

Un'altra sezione vede esposte opere sul tema "Culto del corpo ed etica dello sport", soprattutto dedicato alla seconda metà del Novecento, anche all'identità di genere. Nell'incontro fra le esigenze di ricerca e quelle di analisi del soggetto/oggetto "maschio" non potevano mancare la parte intitolata "Uomini visti da donne", cioè l'altro sguardo sull'uomo contemporaneo, nel nostro caso attraverso l'obiettivo di fotografe e lo sguardo di artiste italiane del secondo Novecento.

Chiude la mostra un'altra installazione urbana, "Till Death Tears Us Apart" del 2017, di uno dei più famosi urban artist americani, Mark Jenkins, realizzata in collaborazione con Wunderkammern Gallery. Provocatoria ricerca di una sorta di "fine assoluta" dell'uomo, l'installazione di Jenkins è drammatica e destabilizzante, ma anche coinvolgente e surreale nella sua struttura iperrealistica, soprattutto perché inserita in uno spazio museale, fuori da un classico luogo di vita quotidiano.

Particolarmente rilevante la parata di ritratti dei politici che si sono alternati in Campidoglio, prima e dopo la parentesi del regime fascista, che occupa l'intera parete di fondo di una sala e deborda sulle quinte laterali. Dai volti dei sindaci, dalla leggenda della costruzione di Roma capitale, come Nathan e Onorato Caetani, immortalati da due splendidi ritratti di Giacomo Balla, a quelli più scialbi dei sindaci democristiani che nel dopoguerra hanno governato la resa alla speculazione e alle rendite di posizione dei palazzinari, come Rebecchini, Tupini, Ciocchetti, Della Porta. In ogni ritratto ritroviamo la stessa posa di tre quarti, lo stesso atteggiamento serioso e disciplinato a ostentare un analogo senso del potere di maschi arrivati al successo. Spicca al centro di questa sfilata la divisa militare nera di Bottai, primo governatore della Roma fascista. Prologo quest'irruzione in scena del costume da soldati, di un'altra storia più cupa, raccontata nelle sale successive.  

In mostra anche una rassegna di film d'arte intitolata "Un Supermaschio", realizzata con il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale, in collaborazione con il CSC - Archivio Nazionale Cinema Impresa, curata da Annamaria Licciardello della Cineteca Nazionale, dedicata al cinema sperimentale italiano degli anni Sessanta-Settanta, attraverso il quale s'intende indagare il "super-Io" filmico maschile di questo periodo. La mostra è accompagnata da un catalogo (Gangemi editore) con saggi inediti di: Arianna Angelelli, Ritanna Armeni, Claudio Crescentini, Alessandra Grandelis, Mark Jenkins, Annamaria Licciardello, Francesca Lombardi, Andrea Minuz, Anselma Dell'Olio, Alex Pagliardini, Federica Pirani, Fiorenza Taricone e Daniela Vasta.