di MATTEO FORCINITI

Servizio di cittadinanza ancora sospeso, più di 500 appuntamenti da riprogrammare e il nuovo sistema di prenotazione on line Prenot@Mi con problemi tecnici: come già denunciato dal Comites recentemente, la situazione dei servizi consolari in Uruguay continua a restare molto critica dopo l’avvio dei lavori della costruzione della nuova Cancelleria consolare salutato da alcuni con un ingannevole trionfalismo. Le limitazioni ai servizi erano state ufficialmente motivate con la pandemia che oggi nel paese si trova in uno stato molto più confortante rispetto ai mesi scorsi tanto da aver spinto tutto o quasi alla riapertura. In balia di questo sistema, da tempo le persone riversano sui social quasi quotidianamente tutta la loro rabbia e le loro inquietudini: su Facebook esistono tanti gruppi che vengono presi d’assalto da parte di cittadini che si sentono stanchi e completamente abbandonati. Sono gruppi d’appoggio e di sfogo, dove si cercano informazioni ma anche consigli e suggerimenti replicando con le dovute differenze quello che succede con i patronati, gli unici enti ad avere sempre la porta aperta. Alcune di queste testimonianze -estremamente eloquenti- sono state raccolte da Gente d’Italia, eccone una prima parte.

“Mio padre era nato negli anni cinquanta in Uruguay subito dopo l’arrivo dalla Calabria della sua famiglia” racconta Guillermo Polito in quella che è una storia molto triste che riguarda il papà morto senza il desiderio di essere riconosciuto italiano. “Solo negli ultimi anni lui si era deciso di prendere la cittadinanza, era molto motivato e io mi sono occupato di preparare tutto il tramite. Dopo un paio di anni di tentativi, siamo riusciti ad ottenere l’appuntamento tanto atteso per marzo del 2021. Nel frattempo però a mio padre viene diagnosticato un tumore che a ridosso della data lo porta in condizioni critiche che non gli consente di affrontare due ore di viaggio per venire a Montevideo. Mando una mail al consolato chiedendo una possibile soluzione ma non otteniamo risposta. Pochi giorni prima dell’appuntamento mio padre muore, mando una seconda mail chiedendo se noi figli potevamo andare in modo da non sprecare così una data che avevamo preso dopo tanto tempo. Nuovamente, non riceviamo risposta. Il giorno dell’appuntamento mi presento io ma mi dicono che il tramite è personale e che quindi l’appuntamento era stato perso. Mi dicono che mi avrebbero contattato quando ci sarebbe stata una data disponibile ma ancora non ho ricevuto niente. Io non ho chiesto niente, dovevo solo lasciare dei documenti e non volevo perdere un appuntamento per il quale ho dovuto aspettare due anni. Ha vinto la burocrazia” sostiene amaramente Guillermo ricordando le ultime parole del padre intenzionato a recarsi personalmente, anche in sedia a rotelle, al consolato per dirgli in faccia che “il sistema era una vergogna”.

“Nel 2008 presento la richiesta per la cittadinanza italiana portando tutto quello che era richiesto allora” ricorda Andres Milessi. “Non ricevendo alcuna risposta, nel 2014 vado a chiedere informazioni: mi dicono che c’è un ritardo importante ma che comunque mi avrebbero contattato. Nel 2015 cerco di prendere un appuntamento sul sistema on line per iniziare nuovamente la pratica ma non riesco a trovare una data libera e -dopo un anno di tentativi- rinuncio. Nel 2018 un nipote (figlio di mio fratello) va a vivere in Italia dove riesce a concludere brevemente la pratica grazie a tutta la documentazione da me raccolta. Chiedo di potermi unire anche io alla sua cartella dato che lui è un familiare diretto ma mi dicono che sono cambiate le regole e adesso non si può più fare. Dal 2008 fino ad ora nessuno mi ha mai contattato, appuntamenti ormai non se ne trovano più e sinceramente questa situazione mi ha stancato. Non riesco a capire perché devo rifare tutto daccapo se abbiamo la stessa documentazione. Ho speso tanto tempo per seguire la pratica, non riesco a capire il perché di tutta questa lentezza e regole che cambiano in continuazione. Il mio interesse è quello di prendere il passaporto e soprattutto trasmetterlo ai miei figli, se ho un diritto perché non posso averlo?”.

“Il primo problema che ho trovato” -dice Brandon Jaffe contattato su Facebook- “è la mancanza di un’informazione chiara su come bisogna prendere gli appuntamenti. È tutto un passaparola, per ottenere informazioni bisogna chiedere in giro ad amici, familiari o sui gruppi di Facebook dove per fortuna è possibile trovare qualche suggerimento utile. La cosa più grave però è la mancanza di appuntamenti disponibili anche con il nuovo sistema, ottenere una data è impossibile, la pagina collassa, si blocca sempre. La gente passa anni provando a entrare senza successo e per questo so che molti si affidano agli intermediari, sono disposti a pagare più di 100 dollari per trovare una data. Nel mio caso sono stato fortunato a entrare, dopo tantissimi tentativi durati diversi mesi sono stato inserito in una lista d’attesa ma so per certo che nella maggior parte dei casi non è così”. Elizabeth Gomez punta il dito contro il nuovo sistema degli appuntamenti on line Prenot@Mi lanciato il 17 maggio denunciando un problema comune avuto da molte altre persone: “Mi ero registrata sul vecchio sistema per cercare una data per la cittadinanza e dopo un po’ di tempo è entrato in vigore questo nuovo portale. Avevo tanta fiducia pensando di poter ottenere finalmente l’appuntamento che non riuscivo proprio a ottenere e invece il risultato è rimasto analogo solo che adesso è ancora peggio perché non riesco a confermare il mio profilo, ogni volta che clicco il link indicato mi esce errore. Anche altre persone hanno avuto lo stesso problema. Non riesco davvero a capire il perché di questa situazione”.

Fine Prima Parte

(continua)