L'efficacia del vaccino Pfizer nel prevenire il contagio da Covid diminuisce con il tempo e, a sei mesi dal richiamo, scende dal 96% all'83,7%. Mentre la protezione da decorso severo della malattia resta alta, attestandosi al 97%. Lo dicono i risultati di uno studio, pubblicato online e non ancora sottoposto a revisione paritaria, che riapre il dibattito sulla necessità di una terza dose. Secondo quanto riportato dall'Adnkronos, sarebbe sul tavolo del ministero della Salute l'ipotesi di un piano che preveda un booster per alcune categorie: fragili, immunodepressi e operatori sanitari che hanno ricevuto le prime dosi a partire dal 27 dicembre 2020 con il 'V-Day'.

A parlare di richiamo aggiuntivo giunge anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, che all'Ansa afferma: "Ho scritto più volte alla Direzione generale della prevenzione del Ministero della salute, sollecitando un provvedimento che preveda la terza dose per coloro che hanno problemi immunologici e coloro che presentano gravi fragilità. Ho inoltre sollecitato affinché venga predisposto un atto analogo per tutti coloro che hanno fatto il vaccino ad inizio della campagna vaccinale, come ad esempio gli operatori sanitari".

Sulla terza dose si era espresso anche Gianni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, rispondendo alle domande durante la conferenza stampa del 9 luglio sull'analisi dei dati del Monitoraggio regionale Covid-19 della Cabina di Regia. "Probabilmente un ulteriore richiamo vaccinale sarà nelle cose, anche se non sappiamo ancora quando, come e per chi", aveva evidenziato.

Un appello alla terza dose giunge dalle residenze sanitarie assistenziali. "La Regione Puglia solleciti il commissario Figliuolo sugli ulteriori richiami dei vaccini per gli ospiti e il personale di Rsa e centri diurni", sollecita in una nota Antonio Perruggini, presidente di Welfare a Levante, associazione alla quale aderiscono oltre cento strutture pugliesi del settore. "Occorre stabilire già da ora la programmazione delle terze dosi - afferma Perruggini - affinché si eviti l'affanno organizzativo vissuto all'inizio dell'anno e si consenta quindi la continuità di sicurezza per anziani non autosufficienti, disabili e dipendenti delle strutture, che svolgono un servizio fondamentale anche di protezione per la tenuta dell'intero sistema di assistenza".