Di STEFANO GHIONNI

Italiani all'estero e green pass: è attesa a giorni (forse già lunedì 1 agosto) la soluzione tecnica e organizzativa adottata dal ministero della Salute e dal ministero degli Affari Esteri per il rilascio dello speciale lasciapassare ai cittadini italiani vaccinati all'estero che non sono riusciti ad ottenere il certificato. Come è noto, infatti, dal prossimo 6 agosto, il “green” sarà obbligatorio, in Italia, per entrare quasi ovunque, ma c’è ancora tantissima gente immunizzata sprovvista del “passi”. Tra questi tanti, troppi nostri connazionali vaccinati all'estero, fuori dall’Europa, a cui non è stata rilasciata la certificazione verde e che ora non sanno se possono o no, rientrare a casa. Il problema, in particolare, riguarda quanti si sono immunizzati con “sieri” non riconosciuti dall'AIFA (come ad esempio il cinese Sinovac o lo Sputnik russo, tra l'altro inoculato a San Marino). Ma ci sono anche tanti cittadini italiani vaccinati con doppia dose Pfizer o monodose J&J tornati nel Belpaese, che ancora non sono riusciti ad ottenere il lasciapassare. Persone che oggi si trovano paradossalmente sospese nel limbo: hanno sviluppato, sì, gli anticorpi contro il Covid ma non possono ottenere il “green pass” italiano e dunque rischiano di non poter entrare in bar e ristoranti, palestre, piscine, centri benessere, parchi divertimento, cinema, teatri e musei. Oppure di essere costretti a sottoporsi ad un tampone entro 48 ore prima. Nessun problema, invece, per quanti sono stati vaccinati (con sieri ovviamente autorizzati dall'Ema) in un paese Ue dove, secondo una recente circolare del ministero, la validità della certificazione è la stessa prevista per il certificato verde emesso dallo Stato italiano. Se invece il viaggiatore non proviene da uno di quei Paesi, allora lo scenario cambia drasticamente e l’incertezza regna sovrana. Una soluzione, come detto, dovrebbe essere presa (e diventare operativa) prima della “dead line” del 6 agosto. Intanto, mentre anche il senatore Francesco Giacobbe, con una lettera indirizzata al ministro della Sanità Roberto Speranza, ha posto l'accento sull'accessibilità al "green pass" per tutti i nostri connazionali all'estero, per quanti, al momento, ne sono sprovvisti, restano le opzioni tampone e certificato di guarigione.