Era un calabrese autentico Gino Renni, popolare attore comico argentino scomparso domenica dopo due mesi di ricovero a causa del coronavirus. Era nato a Corigliano Calabro (Cosenza) il 7 giugno del 1943 e il suo vero nome era Luigi Melieni, un bambino che a soli 3 anni venne portato su una nave con la famiglia (il papà Ciccillo, la mamma Elena Mollo e la sorella Anna Maria) alla ricerca di un futuro migliore in una terra lontana.

La sua è stata una carriera artistica lunghissima iniziata negli anni sessanta diventando un volto molto noto in tutto il Sud America, specialmente in Uruguay, passando per cinema, teatro, radio e televisione. Molto forte è stato anche il suo impegno per la diffusione della cultura italiana fin dal 1961 con il programma "Canta Italia con Gino Renni" che segnò il suo esordio radiofonico. Un'altra trasmissione molto seguita, nel 2006, fu "Pronto Chi Parla?" dove portò la musica italiana nella radio argentina con un mix del tutto inedito tra passato e presente. Tanti sono stati i personaggi televisivi creati nella sua prolifica carriera che hanno fatto innamorare il pubblico come il celebre gaucho italiano che mischiava le due lingue con il cocoliche facendo ridere all'insegna dell'incomprensione linguistica e dei doppi sensi.

"Conservo tutte le tradizioni italiane, l'italianità si sente tutti i giorni in tutte le cose che uno fa quando recita o quando mangia. Io sono un italo-argentino al quale è toccato vivere fuori dall'Italia come a milioni di altre persone" affermava nel 2018 in un'intervista al portale ItBuenosaires con un messaggio conclusivo rivolto agli italiani all'estero: "Non perdete mai il vostro amore per l'Italia e per il Paese che ci ha accolti. Non dimenticate mai da dove venite, la vostra storia e cosa significa essere italiani con difetti e virtù. L'Italia è e sarà per sempre immortale".

In una nazione come l'Argentina estremamente divisa e polarizzata, Gino Renni non si è mai schierato politicamente con nessuno pur definendosi sempre progressista e democratico. La sua unica esperienza politica la fece per l'Italia nel 2013 quando venne candidato alle elezioni per la circoscrizione dell'America Meridionale con Sinistra e Libertà alleata del Partito Democratico. "In Italia è giunto il momento di cambiare. Negli ultimi vent'anni di berlusconismo siamo stati la barzelletta d'Europa" diceva nella conferenza stampa di presentazione della lista a Montevideo portando il suo carisma, la sua figura ma anche la sua identità e il suo dialetto di Corigliano rimasto immutato nel tempo. 

Al suo fianco come candidato allora c'era Renato Palermo oggi consigliere del Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all'Estero) che oggi ricorda: "L'ho conosciuto in Argentina tanti anni fa ma poi ho avuto modo di conoscerlo più a fondo durante l'esperienza della campagna elettorale del 2013. Anche se è sempre stato al margine della politica, lui ha sempre avuto idee progressiste. Alcuni amici di Sinistra e Libertà gli chiesero di presentarsi alle elezioni e lui accettò perché riteneva che era un momento storico molto delicato. Era una brava persona, molto semplice e alla mano, tra calabresi siamo entrati subito in sintonia. Era fedele alle sue tradizioni, parlava spesso della sua famiglia, ci teneva molto". Per capire quanto Gino Renni fosse apprezzato anche in Uruguay Palermo racconta che quella conferenza stampa di Montevideo la organizzò lui da solo da Buenos Aires: "In Uruguay si segue molto la televisione argentina quindi ovviamente l'arrivo di un personaggio così importante provocò tanta aspettativa. Decise di fermarsi un paio di giorni facendo tantissime interviste. Un anno dopo lo incontrai al Circolo Italiano di Buenos Aires e mi disse che quella esperienza gli era piaciuta molto e che magari la potevamo ripetere". 

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