Caro Direttore,

scorrazzava con quella sua sedia a rotelle elettrica inconfondibile per le vie del suo quartiere a Montevideo dove lo incontravo spesso. Sembrava volare e divertirsi come un bambino ma era solo un signore anziano prossimo ai novant'anni che combatteva la solitudine e soffriva gli acciacchi tipici dell'età. La corsa di Giovanni Costanzelli, uno dei punti di riferimento della comunità italiana in Uruguay, è finita dopo un percorso intenso, lunghissimo e pieno di passione iniziato in un tranquillo paesino dell'Emilia, in provincia di Modena.

Ho conosciuto Costanzelli solo negli ultimi anni quando ormai si era ritirato a vita privata dopo aver dato anima e corpo a diverse istituzioni della collettività: Missione Cattolica Italiana, Ancri (Associazione Nazionale ex Combattenti e Reduci di Guerra), Comitato Tricolore, Scuola Italiana di Montevideo e poi il Comites. Alle celebrazioni ufficiali era sempre in prima fila e non poteva essere altrimenti per un uomo fortemente ancorato alle sue radici, ai suoi valori. Ci teneva tantissimo a essere presente anche quando il corpo iniziava a dare i primi segni di cedimento: con il bastone o la sedia a rotelle, mezzo sordo e con l'aiuto della figlia, lui c'era. C'era sempre. Parlava con uno spiccato accento emiliano, segno indelebile delle sue origini che il tempo non è riuscito mai a cancellare.

Mi piaceva molto quel soprannome di "fascista buono" che il mio Direttore  gli diede una volta perché effettivamente -e con una certa sorpresa- vedevo in quel signore simpatico e gentile grande tolleranza e rispetto delle idee altrui anche se diverse. Caratteristiche, queste, che sono pienamente conformi alla terra che lo accolse, l'Uruguay, dove nel secolo scorso riuscirono a integrarsi e mescolarsi immigrati molto diversi, anarchici e socialisti, fascisti e comunisti, cattolici e anticlericali.

La fotografia di questo sentimento democratico è l'abbraccio con "Pepe" Mujica in un indimenticabile pranzo alla Casa degli Italiani dove il futuro presidente venne a parlare di emigrazione e storia familiare. "Ci separano le ideologie, ma abbiamo gli stessi ideali" disse Costanzelli all'allora ministro, ex guerrigliero Tupamaro, lontano anni luce dalle sue idee, regalandogli a nome del Comites una bandiera italiana che stringevano entrambi tra le mani.

Ciao Giovanni, mi mancherà vederti sfrecciare in strada con quel bolide a quattro ruote.