Il rapporto tra la Liguria e l'Uruguay ha radici antiche con l'arrivo dei primi emigrati a Montevideo tra l'ottocento e il novecento. Un legame fortissimo i cui effetti continuano a farsi sentire ancora oggi in tanti ambiti a partire proprio dalla cucina: un caso emblematico è la fainá, la farinata di ceci, che nel paese celebra la sua giornata il 27 agosto.

Cibo da strada antico e popolarissimo, uno dei primi prodotti fast food del mondo, la fainá è diventata nel tempo un vero e proprio simbolo della gastronomia nazionale. La preparazione è abbastanza semplice, basta stemperare la farina di ceci con acqua e un pizzico di sale per poi riporla in una teglia bassa ma dalle grandi dimensioni (si parla di almeno un metro) che in Liguria è chiamata "testo".

Il Día del Auténtico Fainá ricorda l'arrivo a Montevideo di una famiglia piemontese avvenuto il 27 agosto del 1915. I fratelli Guido vengono considerati i propulsori della pietanza grazie alla loro azienda agricola specializzata nella produzione di farina di ceci. Questa azienda, successivamente, fu venduta ad un'altra famiglia che continuò a seguire la tradizione dei fondatori proponendo, nel 2008, l'istituzione di una giornata nazionale. La fainá Molino Guido fu dichiarata patrimonio storico nazionale e di interesse municipale dalla Intendencia di Montevideo nel 2009. Allora ci furono una serie di iniziative volte a ricordare i cosiddetti "Fainaseros", ossia i venditori ambulanti italiani che tra gli anni trenta e quaranta vendevano tra le vie di Montevideo la fainá portando una grande teglia sopra la testa, vestiti di bianco e con un fazzoletto rosso .

La farinata ligure è molto diffusa in tutto il Rio della Plata dove può essere l'accompagnamento perfetto della pizza dato che cuoce rigorosamente al forno a legna. Per alcuni è possibile addirittura unirle insieme una sull'altra nello stesso piatto nella formula chiamata "a caballo".  Un'abitudine, questa, che potrebbe essere mal vista a Genova o a Napoli ma che in realtà riflette il miscuglio di italianità presente in questa zona.

Nonostante la vicinanza tra le due capitali rioplatensi anche solo il modo di riferirsi alla farinata fa capire le sostanziali differenze tra i due paesi: l'argentino infatti utilizza il femminile, più delicato ("La" fainá, come in Italia); l'uruguaiano invece lo considera un piatto maschio ("El" fainá).

La differenza tra Uruguay e Argentina nell'interpretazione di questo piatto ligure non si limita però soltanto al genere, per molti in realtà è molto più profonda.

"La farinata in Uruguay è davvero spettacolare" assicura Pietro Sorba, scrittore e giornalista enogastronomico genovese residente in Argentina che ricorda: "Ebbi modo di provarla per la prima volta alcuni anni fa in un bar di Montevideo e ne rimasi molto sorpreso. Io sono goloso di questo cibo da strada, per me è familiare, quotidiano e mi ricorda Genova. Posso dire che in Uruguay esiste un'idea di farinata che si avvicina molto a quella originale genovese a differenza di quanto successo a Buenos Aires dove invece si è trasformata ed è diventata una cosa diversa. Non dico che non sia buona ma certamente ha perso alcune delle caratteristiche fondamentali. Qui in genere la farinata è piuttosto alta, dura e viene servita fredda. Molti, poi, la mangiano insieme alla pizza mettendola sopra. Onestamente, questa è una roba difficile da comprendere perché fa perdere i sapori".