Le avvisaglie c’erano tutte e quello che era temuto è divenuto realtà. Ieri c’è stato un duplice attacco (in tempi diversi) all’aeroporto di Kabul che ha causato una vera e propria strage con almeno 170 i morti (tra cui bimbi e 12 marines americani) e centinaia di feriti. Insomma, un evento purtroppo atteso, tanto è vero che nei giorni scorsi si era parlato di un possibile attacco laddove centinaia e centinaia di persone sono da giorni presenti (tra cui molti occidentali) con l’obiettivo di scappare dall'Afghanistan dopo la presa del potere da parte dei talebani.

La prima esplosione è avvenuta alle 15.44 nei pressi dell’Abbey Gate dello scalo internazionale di Kabul: qui è esplosa un’autobomba. Alle 16.28, una nuova deflagrazione all’esterno del Baron Hotel con ‘protagonista’ un kamikaze. Tra le vittime, comunque, non ci sono italiani, ma sono deceduti sia civili afgani che militari statunitensi. Ma a chi è attribuito questo attacco? Allo Stato Islamico, all’Isis insomma, che ha approfittato della folla riunita nei pressi dell’aeroporto per scatenare il terrore.

Un gruppo che è nemico dei talebani che difatti sùbito si sono dissociati dall’accaduto, prendendo le distanze: “Uccidere civili innocenti è un atto di terrorismo che tutto il mondo dovrebbe condannare”, le parole di uno dei rappresentanti dei talebani. Molto critico poi il portavoce Zabihullah Mujahid che tramite un Tweet ha attaccato gli Stati Uniti: “Gli attentati sono avvenuti in una zona dove la sicurezza è nelle loro mani”. I soccorritori, giunti sui luoghi degli attentati, hanno trovato davanti a sé immagini scioccanti, tra morti, sangue e feriti che sono stati trasportati addirittura su delle carriole.