di Matteo Forciniti

Mentre i diritti degli italiani in Uruguay vengono quotidianamente calpestati, mentre la rete consolare continua ad essere in affanno, mentre la crisi economica resta galoppante e mentre il governo discrimina questi italiani negandogli il “green pass” e imponendogli la quarantena, ebbene mentre succede tutto questo e tanto altro ancora il Comites di Montevideo si avvia letteralmente allo sfascio.

L’organo che dovrebbe rappresentare i cittadini italiani di questo paese, tutelarli e difendere i loro interessi presso le istituzioni, si avvia a concludere il suo mandato all’insegna di un immobilismo che è stato la costante degli ultimi anni caratterizzati da inutili scontri tra fazioni. Basta pensare al caso della ricerca sulla nuova emigrazione, l’unico grande progetto di questo periodo dopo la Giornata degli Italiani del 2016, che è miseramente fallito.

 

Giovedì sera alla Casa degli Italiani è andata in scena l’ennesima farsa di questa storia tragicomica: ancora una volta la seduta è stata rinviata per la mancanza del quorum dovuta alle assenze di diversi consiglieri come è già successo tante volte in passato. Così quella che sarebbe dovuta essere la terza riunione dell’anno è stata rinviata per la seconda volta in poco tempo. Diversi i temi all’ordine del giorno nell’agenda dei consiglieri che vanno dal parere ai bilanci preventivi degli enti di assistenza Aiuda e Coasit insieme alla Casa di Riposo fino alla situazione dei servizi consolari e poi ancora le elezioni dei Comites. Tutto rimandato in attesa della chiusura definitiva. Già perché a breve calerà definitivamente il sipario dato che il prossimo 3 dicembre verrà eletto un nuovo Comites sotto i peggiori auspici come sta continuamente denunciando il Cgie (Consiglio degli Italiani all’Estero). Tra pandemia, risorse insufficienti, opzione inversa (ovvero registrarsi per votare) e una rete consolare con i soliti problemi, quella delle elezioni dei nuovi Comites è la cronaca di una morte annunciata che a Montevideo si sta già concretizzando prima ancora del voto. L’ultima volta, nel 2015, ad eleggere questo organismo in Uruguay fu solo il 4% dell’elettorato, si potrà fare addirittura peggio questa volta? Quale legittimità può avere un organismo di rappresentanza con questi numeri?

Nei pochi minuti alla Casa degli Italiani con il capo della cancelleria consolare Alberto Amadei si è capito subito una cosa: alcuni consiglieri sono più interessati a mantenere il loro posto anziché difendere i connazionali in un periodo estremamente difficile come quello che stiamo vivendo con una collettività che è praticamente scomparsa con il coronavirus.

La campagna elettorale sta per iniziare, gli ultimi mesi di vita di questo Comites non interessano più a nessuno.