Siamo abituati ad ascoltare e osservare Matteo Salvini in tutte le sue interpretazioni: il ministro poliziotto, l’apostolo col rosario, il politico gourmet, il tifoso sfegatato, il papà amorevole, l’amante appassionato e via dicendo. Basta dare un’occhiata alle sue pagine social e potrete aggiungere tanti altri personaggi alla mini-galleria qui descritta. Però il virologo Salvini, per piacere, anche no. Il leader leghista infatti è appena caduto nella trappola dei milioni di virologi da tastiera che ogni giorno sparano verità assolute su virus e vaccini, salvo poi ritrovarsi come propagatori, inconsapevoli o meno, di fake news. Trappola che avrebbe dovuto evitare con grande destrezza uno che sui social ha costruito gran parte del suo consenso. E invece la Bestia dà, la Bestia toglie.

“Le varianti nascono come reazione al vaccino. Se io provo ad ammazzare il virus lui prova a reagire variando, mutando”, ha detto collegato con gli studi di L’Aria che Tira, diffondendo così la sua verità a qualche milionata di telespettatori. Peccato però che la verità, quella vera e non quella propagandata, stia da tutt’altra parte. Non è un caso che a distanza di qualche minuto tutta la comunità dei virologi (quelli veri) è insorta per correggere il tiro totalmente sballato del Capitano. Matteo Bassetti ha dato fuoco alle polveri ricordando come “le varianti nascono quando le persone non sono vaccinate e il virus si muove liberamente, vedi la Delta in India dove la popolazione non era immunizzata e così si è sviluppata anche la Mu”.

A dargli man forte poi è arrivato Massimo Galli che precisa come le varianti si generano tanto più facilmente quanto più il virus si diffonde. Quindi non c’è nessun legame con la vaccinazione. “Voi capite perché sono scoraggiato?” conclude con un laconico tweet Roberto Burioni. Il Capitano delle fake news quindi ha appena preso una topica clamorosa, come avviene spesso alle persone che parlano più per strizzare l’occhio a una parte della popolazione che per amor di verità. E pensare che tutto ciò Salvini avrebbe potuto evitarlo nel tempo di un clic: gli sarebbe bastato andare sulla pagina “Dottore, ma è vero che?” della Federazione nazionale dei medici italiani e dare una veloce letta all’articolo nato proprio per smontare la bufala del vaccino che genera varianti. Sintetico, chiaro, a portata di tutti. Tempo di lettura 3 minuti. Tre minuti che avrebbero evitato al leghista la solita prestazione da Papeete.

DALLA REDAZIONE