Dai farmaci per la terapia della disfunzione erettile potrebbe arrivare un'arma in più contro la sindrome post-Covid-19, un problema ormai sempre più diffuso. È quanto emerge dal congresso nazionale della Società Italiana di Andrologia (Sia), appena concluso a Riva del Garda. Il long-Covid, che si definisce come la persistenza di sintomi dopo 12 settimane dalla negativizzazione, riguarda oltre il 10% dei pazienti che sono stati contagiati e puo' interessare diversi organi, con la stanchezza come segno più diffuso, perdita di gusto e olfatto e spesso problemi di memoria e concentrazione, definiti come 'nebbia mentale'. Anche la disfunzione erettile può tuttavia comparire proprio come sintomo del long-Covid.
Per Mondaini, "accanto a una valutazione psicosessuologica, i pazienti saranno sottoposti a terapia con tadalafil o placebo per 12 settimane, al termine delle quali analizzeremo l'effetto sui sintomi della sindrome oltre che sulla disfunzione erettile. La speranza è che però il miglioramento dell'attività endoteliale promosso da questi farmaci possa non solo risolvere la disfunzione erettile in quanti la manifestano come conseguenza del Covid, ma anche alleviare gli altri disturbi connessi alla sindrome".