di Ottorino Gurgo
Infuria la polemica sul "green pass" e sulla possibile obbligatorietà della vaccinazione: sull'argomento, sempre più scottante, la maggioranza che sostiene il governo, già di per sé fragile, si spacca e aumentano i dubbi sulla possibilità della sua tenuta sino alla fine della legislatura.
Al centro della disputa è l'interpretazione dell'articolo 32 della Costituzione, secondo il quale "la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività". Subito dopo, l'articolo 32 aggiunge che "nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge".
L'interrogativo centrale che da una tale disposizione scaturisce è, dunque, questo: in caso di conflitto deve prevalere il diritto dell'individuo come sostengono i "no vax" o l'interesse della collettività, come affermano i sostenitori della vaccinazione?
Per rispondere a questo interrogativo è necessario tener conto di due elementi. In primo luogo va osservato che l'articolo 32 della Costituzione fa esplicito riferimento all'interesse della collettività il che evidentemente significa che l'interesse dell'individuo non può non essere rapportato all'interesse collettivo. Ciò costituisce il corollario e la pratica attuazione dell'intero impianto costituzionale che certamente è ispirato alla necessità di tutelare gli interessi della collettività prima di quelli del singolo cittadino.
Nel "caso di specie", come direbbero i giuristi, cioè nel caso concreto, la necessità di anteporre il bene della comunità a quello dell'individuo è più che evidente. Come recita una vecchia canzone napoletana "non c'è bisogno della zingara" per rendersene conto. Il covid, infatti, è una malattia ad altissimo rischio di contagio e, dunque, chi contraddicesse alle disposizioni atte a tutelare il contagio, non danneggerebbe soltanto se stesso, ma l'intera collettività.
Ci sembra che questa sia una verità semplice e difficilmente confutabile il che induce a pensare che la campagna orchestrata dai cosiddetti "no vax" abbia un carattere del tutto strumentale.
Non vogliamo fare di ogni erba un fascio. Tra quanti avversano il vaccino - e non ci riferiamo a quei mentecatti che giungono addirittura a fornirsi di armi e di bastoni per manifestare contro le decisioni del governo e che sono del tutto estranei alla comunità civile - esistono certamente persone onestamente convinte che vaccinarsi sia un errore.
Ma, considerando quella che abbiamo visto essere la realtà costituzionale, riteniamo
auspicabile che costoro, senza prestare orecchio alla propaganda basata su "fake news", chiaramente mossa da interessi che nulla hanno a che vedere con quelli dei cittadini, riflettano e rivedano le loro posizioni, liberandosi da condizionamenti che rischiano di farne inconsapevoli strumenti di oscure manovre.
Ottorino Gurgo