di Matteo Forciniti

Storicamente, basta attraversare le frontiere e fare pochi chilometri per avere prezzi molto inferiori a quelli che generalmente si trovano in Uruguay praticamente in ogni ambito. Queste differenze però sono notevolmente cresciute nell'ultimo anno specialmente con l'Argentina a causa delle differenze nei cambi tra le monete e molti prodotti -come viene denunciato sui social- nel paese vicino arrivano a costare tre volte meno.

In attesa della riapertura delle frontiere che sono rimaste chiuse nell'ultimo anno e mezzo a causa della pandemia, il governo uruguaiano ha appena annunciato un pacchetto di misure compensative tra cui la riduzione della pressione fiscale e delle tasse per i servizi pubblici. I beneficiari di questo provvedimento saranno le imprese dei dipartimenti che condividono frontiere terrestri con Argentina e Brasile al fine di attutire le forti differenze di prezzi, una problematica di cui il Governo è pienamente cosciente come ha spiegato il segretario di Presidenza Álvaro Delgado: "Sappiamo tutti che l'apertura delle frontiere genererà un possibile flusso commerciale dato che esiste un'importante differenza nei cambi con i paesi vicini. Questo provvedimento interesserà l'83% delle aziende di questi territori per far abbassare i costi delle micro, piccole e medie imprese la cui attività principale è la vendita al dettaglio". L'obiettivo finale è quello di "trasferire questi benefici sui prezzi in modo che gli uruguaiani abbiano prezzi più competitivi e più economici".

Il Governo ha imposto alcuni requisiti per accedere al programma: le aziende devono trovarsi a un massimo di 60 chilometri dal valico di frontiera e non fatturare più di 20 milioni di pesos (circa 480.000 dollari) all'anno. Le misure prevedono riduzioni sulle bollette per i servizi pubblici di elettricità, telefono, internet e acqua, nonché esenzioni su alcune tasse. I benefici saranno prorogati di un anno dopo l'entrata in vigore del decreto che la prossima settimana sarà presentato in Parlamento.

A differenza del Brasile che ammette già gli ingressi, sulla riapertura delle tre frontiere terrestri dal lato argentino restano ancora tante incertezze. L'esecutivo di Alberto Fernández aveva promesso di consentire l'ingresso dall'Uruguay a partire da questo venerdì ma la decisione specifica sui ponti internazionali (che sono quelli che generano maggiore transito) è stata rimandata a data da definire. La riapertura sarà graduale e, a partire da questo fine settimana, si potrà raggiungere l'Argentina solo da Montevideo o Colonia in nave fino a Buenos Aires oppure nel collegamento aereo tra Carrasco e Aeroparque.

Per quanto riguarda l'Uruguay, invece, attualmente l'ingresso è previsto solo per i proprietari mentre i turisti dovranno attendere il primo novembre. 

Come ha ricordato Delgado, la riapertura delle frontiere verrà accompagnata dal mantenimento del rigido protocollo sanitario e ciò inevitabilmente avrà conseguenze anche sul turismo degli acquisti: per muoversi tra i paesi bisogna essere vaccinati e presentare l'esito negativo di un test molecolare eseguito almeno 72 ore prima con l'aggiunta di un secondo tampone da eseguire sette giorni dopo il rientro. L'obbligo dei tamponi implica una spesa extra di almeno 200 dollari, una cifra da tenere in considerazione al momento scegliere di viaggiare per trovare prezzi più bassi dall'altro lato della frontiera. 

Le ultime misure economiche adottate dal governo si vanno ad aggiungere ad altri benefici che erano stati precedentemente stabiliti per fomentare la ripresa del turismo interno in un settore che ha sofferto drammaticamente le chiusure dovute al coronavirus: fino al 30 aprile del 2022 i turisti residenti avranno un 9% di sconto in gastronomia e l'IVA al zero negli hotel e negli alloggi.