di Stefano Ghionni
Cosa diranno le elezioni amministrative di domani e lunedì e che quasi ovunque si chiuderanno con i ballottaggi di domenica 17 e lunedì 18 ottobre? Beh, come cantava Lucio Battisti, lo scopriremo solo vivendo. Ma alcune sensazioni, alcuni sondaggi e anche i ‘sentiment’ che accompagnano questo voto potrebbero davvero cambiare le carte in tavola e prevedere un vero terremoto all’interno della politica italiana. Gli occhi sono puntati su due persone in particolare: Giuseppe Conte e Matteo Salvini. Appena due anni fa andavano addirittura (ovviamente fingendo) d’amore e d’accordo quando il primo era premier e il secondo ministro dell’Interno. Erano al massimo del loro potere e parevano inarrestabili. Oggi, invece, i tempi sono cambiati. Decisamente cambiati. Anche perché, nel frattempo, sulla scena politica tricolore è arrivato un personaggio che ha scombussolato i loro piani, ma che per fortuna è un toccasana per tutti: Mario Draghi. Un uomo tanto lontano da Conte e Salvini, che alle (tante) parole dei due, preferisce i fatti. Ed è ovvio che il popolo italico ha notato una decisa inversione di marcia del Paese grazie alle mosse dell’ex presidente della Banca centrale europea (lasciando perdere le assurde proteste dei no-vax e dei no-green pass). Il leader del MoVimento 5 Stelle è atteso al varco e la probabile débacle elettorale (leggasi la perdita di Roma e Torino, ma non solo) di certo lo metterà in grande difficoltà: c’è chi scommette che Beppe Grillo non veda l’ora di potergli nuovamente rinfacciare quello che già aveva detto qualche mese fa, ai tempi del grande litigio: non è in grado di essere al comando della galassia pentastellata (e, aggiungiamo noi, forse sarebbe meglio che tornasse a professare l’attività di avvocato come aveva d’altronde garantito lui una volta terminato il mandato da primo ministro). E anche Luigi Di Maio, che brama per tornare numero uno, sarebbe pronto con il fucile in mano (metaforicamente parlando). E Salvini? Beh, sta attraversando il suo periodo peggiore, dal Papeete in poi è cominciata una discesa verso gli inferi (della politica) e sembra non azzeccarne più una. Criticato un po’ da tutti, nell’ultimo mese è entrato anche nel mirino del suo stesso partito per alcune prese di posizione lontane dal mondo del Carroccio e dagli industriali del Nord che non gli perdonano il suo essere troppo populista e di tenere due piedi in una scarpa (un po’ con il governo, un po’ con l’opposizione) e anche di ‘accompagnare’ le richieste di chi si appella al nulla pur di non vaccinarsi o non entrare il possesso del certificato vaccinale. E di certo la vicenda legata a Luca Morisi (il suo uomo social) non lo ha per niente aiutato in questi due ultimi giorni. E le ultime news, già scritte qualche giorno fa, confermano la linea dura di Giancarlo Giorgetti (numero due di via Bellerio) e del presidente del Veneto Luca Zaia che vogliono la sua testa per far posto a Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli. Numeri alla mano, oggi è il 2 ottobre: c’è chi dice che, per esempio, tra un mese (2 dicembre), di Conte e Salvini si parlerà di due naufraghi della politica, fatti scendere dalla nave del M5S e della Lega. Con Draghi che continuerà imperterrito a guidare il governo italiano, magari anche con la tranquillità di non doversi sempre guardare le spalle da parole, parole e parole che tentano di indebolirlo. Ma lui, uomo del fare (veramente) sembra essere ogni giorno più a suo agio nei panni di presidente del Consiglio. E per il momento, va bene così.