di Federica Olivo

Il dato più preoccupante è quello della Polizia penitenziaria, anche se pure l'Esercito non scherza. Il più incerto riguarda la Polizia, dove però c'è allerta per i reparti mobili di alcune grandi città. Tra i Carabinieri, invece, va un po' meglio. Quando manca poco più di un giorno all'obbligo del green pass sul posto di lavoro, le forze dell'ordine fanno la conta dei vaccinati. E, soprattutto, dei non vaccinati.

Sono numeri non trascurabili, con cui da venerdì bisognerà fare i conti. Da un lato c'è chi minimizza e assicura che i non vaccinati che non accetteranno di fare il tampone ogni 48 o ogni 72 ore saranno pochissimi. Dall'altro non si può negare che ci sono realtà che, dall'oggi al domani, potrebbero trovarsi con problemi di organico. Con numerose assenze a cui sarà difficile far fronte, soprattutto in un momento in cui c'è l'allarme sull'ordine pubblico e si preannuncia - dopo le violenze del 9 ottobre - un autunno molto caldo.

Le forze dell'ordine erano state inizialmente incluse tra le categorie che potevano godere della priorità per il vaccino. Alcuni, però, non hanno colto l'opportunità, ne all'inizio, né dopo.

Da fonti sindacali arriva un certo allarme sui reparti mobili della Polizia, quelli impegnati nei servizi di ordine pubblico ossia proprio i "celerini" che devono far fronte alle violenze di piazza. Soprattutto in alcune città. A Firenze addirittura i non immunizzati sono il 39%, su poco più di 350 uomini, il 33% a Torino su 300 uomini. Più basso, invece, il numero di non vaccinati nei reparti mobili di Roma - su circa 600 poliziotti il 17% non è immunizzato - Milano (il 19% su 550) e Genova (il 13% su 350). Questi numeri hanno fatto tornare alla carica Salvini, che dice: "È impensabile lasciare a casa anche un solo poliziotto, soprattutto dopo l'impegno e i sacrifici degli ultimi mesi. Le forze dell'ordine hanno lavorato con coraggio e professionalità anche nei momenti più duri della lotta al Covid, senza vaccini e con i contagi in salita, rischiando la propria salute. Meritano rispetto e gratitudine, non complicazioni".

Negli altri reparti le percentuali più basse. Partendo da due cifre certe, conosciute anche dalle sigle sindacali si può fare un calcolo: su un organico di più 97mila persone, circa 69mila hanno aderito alla campagna di vaccinazione dedicata alle forze dell'ordine. Ci sono poi 11.500 poliziotti che hanno avuto il Covid. E potrebbero esserci degli agenti che si sono vaccinati per conto loro. Stando a questi numeri, i non vaccinati sono quasi 18mila. Una cifra mica da poco, che qualche problema al ministero dell'Interno potrebbe causarlo.

Dipenderà certo da che scelte faranno i poliziotti non vaccinati: se tutti decideranno di fare il tampone ogni 2-3 giorni, nulla questio. Viceversa, il corpo di Polizia potrebbe trovarsi con degli uomini in meno. E ciò potrebbe causare qualche preoccupazione al Viminale, in un momento non particolarmente sereno per quanto riguarda l'ordine pubblico.

"L'impatto dipenderà molto da come sono dislocati i non vaccinati. Se in alcune zone la percentuale dovesse essere più alta che in altre, è probabile che qualche difficoltà ci sarà", spiega all'Huffpost Daniele Tissone, Segretario generale sindacato di polizia Silp Cgil. Proprio per discutere della questione, i sindacati incontreranno la ministra Lamorgese il 21 ottobre: "Sarà l'occasione per un confronto nel merito delle modalità applicative del green pass per il comparto sicurezza, in ragione della specificità dell'impiego, spesso determinato da condizioni contingenti e imprevedibili, che potrebbero determinare situazioni inconcilianti tra obblighi di servizio e prescrizioni sul green pass", si legge in un comunicato della Silp Cgil. Ieri i sindacati hanno incontrato il capo della Polizia, Lamberto Giannini e oggi, finalmente, è arrivata la tanto attesa circolare su come funzionerà il controllo della certificazione. "I controlli dovranno essere effettuati a campione o a tappeto", si legge nel documento, preferibilmente all'esterno. Se la certificazione dovesse scadere prima della fine dell'anno, l'agente resterà in servizio.

Quanto l'obbligo di green pass sul lavoro possa costituire una spinta alla vaccinazione per i più refrattari si capirà nei prossimi giorni. Le premesse, però, non fanno ben sperare: "Abbiamo notato - spiega all'Huffpost Gennario De Fazio, segretario generale di Uilpa polizia penitenziaria - che da quando il governo ha stabilità l'obbligo di certificazione sul lavoro c'è stato un incremento della vaccinazioni assolutamente insignificante. Qualche decina a settimana, non di più. Questo significa che c'è una fetta di operatori che continua a non avere interesse a immunizzarsi". Una fetta bella grande, si direbbe, a guardare i dati.

Secondo il monitoraggio Covid in carcere, del ministero della Giustizia, gli agenti penitenziari che hanno ricevuto almeno una dose sono 24.817, su un organico di 36.939. Praticamente un agente su tre non si è vaccinato. Il dato potrebbe essere un po' gonfiato, perché quella cifra riguarda solo chi ha aderito alla campagna di vaccinazione organizzata dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Qualcuno potrebbe aver scelto la via ordinaria e ricevuto le dosi come gli altri cittadini, in un centro vaccinale. Ma si tratta, spiega chi conosce bene la materia, di cifre residuali. Ci sono poi, sicuramente, alcuni operatori che hanno avuto il Covid da poco e quindi sono immuni. Ma, considerando che gli ultimi focolai nei penitenziari risalgono a molti mesi fa, si tratta anche in questo caso di numeri che spostano poco.

"La situazione è potenzialmente drammatica", continua De Fazio, che ricorda che già la polizia penitenziaria ha un deficit in organico di 17mila unità. Se anche solo un terzo degli agenti che hanno scelto di non immunizzarsi decidesse di non sottoporsi a tampone e, quindi, dovrebbe essere allontanata dal lavoro, si creerebbe un problema serio. Al quale, per ora, non si sono prospettate soluzioni: "Sia noi che altri sindacati abbiamo scritto al Dap per avere un incontro. È sconsolante che non ci sia arrivata neanche una risposta. L'amministrazione si è limitata a mandare un paio di circolari, che però si limitano a dare le istruzioni per il controllo del green pass, ma non affrontano il problema delle eventuali assenze".

A una situazione già precaria si aggiunge un'aggravante: "Sappiamo che ci sono degli agenti non immunizzati, non sappiamo però come sono distribuiti". E così, da venerdì, potrebbero esserci dei penitenziari a corto di personale. Problema risolvibile? "Noi abbiamo sempre sostenuto la necessità dell'introduzione dell'obbligo vaccinale per tutti i cittadini. Assodato che l'obbligo non c'è, sarebbe opportuno prevedere tamponi gratuiti per i non immunizzati, e farli sul posto di lavoro". Il governo, però, sembra andare in tutt'altra direzione.

Nelle altre forze la situazione è variegata. "Quasi il 90% dei Carabinieri è vaccinato", spiega all'Huffpost Salvatore Rullo, presidente Siulm, Sindacato Unitario lavoratori militari. Considerato che i Carabinieri sono quasi 110mila, i non immunizzati dovrebbero sfiorare i 15mila. Non sono cifre esorbitanti, ma non è nemmeno poco. La situazione più grave sembra essere quella dell'esercito, dove la cifra di refrattari al vaccino si aggira intorno al 25%. Su 95.511 persone, insomma, una su quattro non ha ricevuto neanche una dose. Per Rullo il problema sarà presto risolto: "I non vaccinati sono una quota minoritaria, spero si adeguino a breve. Quanto agli allarmi, che non condivido, su eventuali problemi di sicurezza, credo che saranno smentiti dai dati reali. Che potremo vedere già venerdì".