di Franco Esposito

Prato, Voghera, la Brianza. Il trucco elevato a sistema. Il sistema per aggirare le regole e piegarle a uso e consumo personale. Quelli che vanno in tasca alle persone che le regole le rispettano. Sistemi sporchi, come quello in voga a Prato. Creava permessi di soggiorno per cinesi. Tutto falso, trucchi e punto. Lingotti d'oro sotto forma di tangenti, false ditte, commercialisti e consulenti pratesi compiacenti. Duecentouno indagati e sette arresti. Avevano un tariffario per documenti finti.

"Easy permit", permesso facile, il titolo dell'inchiesta della Procura di Prato sui "permessi di soggiorno facili per i cinesi". Tra gli indagati, due imprenditori cinesi, quarantasei prestanome, e ottantatre lavoratori fittiziamente assunti da ditte fantasma.

Nel corso delle perquisizioni, rinvenuti 250mila euro in contanti e i lingotti d'oro da cento grammi con alcuni simboli cinesi, Gli investigatori sono convinti che si tratti di un modo sistematico per lavare il denaro proveniente dal pagamento delle documentazioni. E stanno cercando di capire, gli investigatori, se ci sia un canale di riciclaggio del denaro con il distretto dell'oro ad Arezzo.

Quattro anni fa la messa in opera del primo mattone dell'inchiesta. In seguito ai controlli eseguiti dalla polizia su un pronto-moda cinese del Microlotto Uno. Il distretto industriale della fashion, a sud di Prato. Secondo le attestazioni avrebbe dovuto dare lavoro a una quarantina di operai. Un'azienda regolarmente iscritta alla Camera di Commercio, ma di fatto inesistente. Una ditta fantasma. Guardia di Finanza, Inps e Asl stanno tentando di rispondere al perché ci fosse la necessità di creare scatole vuote nel distretto. "Induzione al falso ideologico, alterazione e rilascio di documenti falsi ai fini del profitto della permanenza di clandestini in Italia", i reati contestati ai professionisti e agli altri indagati.

Addirittura peggio in provincia di Pavia, a Voghera, centrata in pieno da un'altra inchiesta. Concorsi truccati all'azienda del Comune. Una consigliera comunale tra gli indagati. A Voghera, dove a luglio, ricorderete, un assessore uccise un migrante. Coordinata dalla Procura di Pavia e dalla Guardia di Finanza, l'inchiesta ha ricostruito, a capo di due anni, l'esistenza di un sistema per pilotare i concorsi a Voghera.

Al centro dell'inchiesta, l'assunzione di impiegati dell'Asm, appunto l'azienda del Comune di Voghera. Tra gli otto indagati, c'è anche la consigliera comunale di Forza Italia, Laura Anselmi. Abuso d'ufficio, turbativa d'asta e falso ideologico, i reati contestati agli indagati. Quarantamila abitanti, discreta qualità della vita, assenza quasi assoluta di problemi relativi alla sicurezza, Voghera si ripropone ai disonori della cronaca. A luglio, ricorderete, l'assessore leghista Massimo Adriatici ha ammazzato un migrante. Yonus El Bousettanoui.

Due grandi vecchi della politica pavese, abili manovratori, autentici burattinai, Giovanni Alpeggiani e Giampiero Rocca, sono citati nell'inchiesta. A dispetto del fatto che siano entrambi deceduti. Figurano nelle centosei pagine dell'ordinanza del gip Luigi Rigoni. Quali influenzatori sull'azienda di proprietà del Comune, l'Asm, e gestori di potere occupandosi di igiene urbana, trasporti, depurazione, spurgo, parcheggi, farmacie, onoranze funebri. I padroni della cosa pubblica.

Indagata anche Monica Sissinio. Già presidente del Cda, risulta rovinata dalle intercettazioni. "Allora, il programma nuovo costa in se stesso 240mila euro più 190 o 185 ogni anno delle varie cose che dobbiamo comprare. Io me lo sono fatto dividere in due anni, in maniera tale che l'altro lo fatturiamo nell'altro anno...Loro mi hanno detto tenetevi il costo a 225, mi assumete questo qui e me lo date in distacco qua, poi nel frattempo faccio il concorso per uno che...lui entra perché stavolta il concorso glielo facciamo pennellato...".

Il tutto corredato con un serie di volgari insulti. Arroganza, protervia, voglia di apparire superiori a tutto. Nuovi registi si sono appropriati del posto e della maniera di fare (e truccare, imbrogliare) dei defunti Alpeggiani e Rocca. Nuovi burattinai, senza che la sindaca sia mai intervenuta. Voghera è portata a dimenticare la sua storia. Anche quella dell'allora direttore generale di Asm, Piero Magnaschi. La sua denuncia diede il via all'inchiesta. Apostrafato, chissà perchè, nella maniera che risulta nell'intercettazione. "Siete in mano a un coglione che non ha un neurone...".

Il sistema criminale in funzione anche a Milano. Decine di milioni di tangenti pagate da un gruppo italiano all'ente petrolifero di Stato e "agli apritori di porte" del Venezuela. Quando e come? A cavallo delle presidenze di Hugo Chavez e Nicolas Maduro. Tangenti dalla Brianza a esponenti del governo di Caracas. Sequestrati a Milano, dalla Procura, quarantadue milioni alla società di pannelli per l'edilizia Lattonedil spa, dei fratelli Giulietto e Sergio Bettio, stabilimenti in Italia, Francia, Spagna, Germania, Bosnia. Corruzione piena. Tangenti all'allora presidente e direttore generale di Podvsa Petroleos de Venezuela Industrial Sa. In cambio dell'ottenimento di due commesse di 13.500 pannelli. Valore complessivo 73 milioni.

Soldoni, non bruscolini.