Di Marco Ferrari

Un grande divario tra nord e sud nella lettura. E’ quanto si evince dal Salone del Libro di Torino, in corso al Lingotto, tornato in presenza, occasione per riflettere con alcuni dei più grandi autori del mondo: Javier Cercas, Valerie Perrin, David Quammen, Michel Houellebecq, André Aciman, Alicia Gimenez-Bartlett, Pablo D’Ors, Sara Mesa, Antonio Muñoz Molina, Alan Pauls, José Edelstein, Márcia Tiburi, Mónica Ojeda, Michel Faber, John Green. Dalla Francia sono arrivati il filosofo Edgar Morin, Mathias Énard, Laurent Tillon, Barbara Stiegler. Tra gli italiani presenti Alberto Angela, Alessandro Barbero, Emanuele Trevi, Paola Mastrocola e molti altri. Migliaia di visitatori, minuti di green pass, affollano i padiglioni, tra loro 400 le scuole da tutta Italia, mentre più di mille classi di 613 città parteciperanno alla “gita scolastica virtuale”. Il Bookstock, la casa degli studenti, occuperà un padiglione intero del Lingotto, con una superficie di 7.300 metri quadri. Oltre 300 gli appuntamenti con Libro Off tra incontri con autori, reading, concerti, proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali, mostre, dibattiti, workshop in cento location del Piemonte, dalle biblioteche ai circoli, dalle strade alle case di quartiere. Con il Salone spuntano i dati su un comparto toccato dalla pandemia: a conti fatti, diminuiscono i lettori in Italia e le differenze geografiche e di reddito pesano ancora più che in passato. La percentuale degli italiani tra i 15 e i 75 anni che leggono è oggi al 56% a fronte del 65% del 2019 e del 59% del 2020. Al Nord aumentano i lettori, al Sud si leggono sempre meno libri: si passa dal 41% del 2019 al 40% del 2020 e al 35% del 2021. Durante la pandemia, quindi, il divario tra Nord e Sud si è ampliato da 22 punti percentuali fino a 24 secondo mi dati forniti dal Centro per il libro e la lettura (Cepell) e dall’Associazione Italiana Editori (Aie). 

“Dobbiamo lavorare per diminuire i divari. E' importante che aumentino le vendite dei libri” ha detto il ministro della Cultura, Dario Franceschini. “E' da tempo che diciamo che la lettura è un'emergenza nazionale. Come evidenziato dalla ricerca, la vera emergenza è proprio questa: le disparità all'interno della società italiana” ha sostenuto il presidente dell'Aie, Ricardo Franco Levi, nativo di Montevideo. “Oltre al calo dei lettori, c'è una preoccupante polarizzazione sempre più netta tra chi legge da sempre e lo ha fatto in questi mesi di più, acquistando più libri e dedicandoci più tempo, e chi alla lettura non si avvicina. Il divario si è approfondito, come altre disuguaglianze durante la pandemia. Questo è oggi il campo della sfida e di un necessario cambio di rotta” ha aggiunto il presidente del Centro per il libro e la lettura, Marino Sinibaldi, ex direttore di Radio Tre. A ridurre la lettura, ahimè, è la fascia d'età tra 15-17 anni, ragazzi che oramai scaricano e utilizzano altre forme di lettura, milioni di contenuti didattici integrativi per la didattica a distanza. Allo stesso tempo, però, il numero medio di libri a stampa, ebook e audiolibri fruiti sale a 7,8 contro i 7,2 del 2020 e i 6,6 del 2019. Aumenta anche il tempo dedicato a questa attività: chi legge un'ora ogni giorno è oggi il 15% della popolazione contro il 9% del 2019. Oltre al divario Nord-Sud, crescono anche le disparità legate al livello socioeconomico e culturale dei lettori. Quelli a basso titolo di studio oggi sono il 36%, in calo di 14 punti percentuali in due anni, mentre i lettori con la laurea sono l'84%, in calo di 7 punti. Si mantiene invece intatto il differenziale tra uomini e donne: entrambi leggono meno di prima. Sono lettrici il 60% delle donne, lettori il 52% degli uomini. Un mercato sempre più dipendente da pochi, affezionati e forti fruitori del libro. Tra coloro che acquistano un volume, la maggioranza ha letto da uno a tre libri (il 55%), il 23% da 6 a 4 libri, il 14% da 11 a 7 e il 9% più di 12 libri. I forti lettori (più di 12 libri) leggono mediamente 17 libri l'anno, 3 in più di quanti non ne leggesse nel 2020. Oltre a leggere, comprano anche più di prima: in media 12,3 libri, due e mezzo in più dell'anno precedente. Il risultato è un mercato sempre più concentrato: il 59% delle copie vendute sono acquistate dal 23% dei lettori. Insomma, chi legge libri, lo fa con sempre maggiore frequenza, mentre aumentano coloro che non entrano mai in libreria. 

“È da tempo che diciamo che la lettura è un'emergenza nazionale – ha detto il presidente dell’Associazione Italiana Editori Ricardo Franco Levi –. Come evidenziato dalla ricerca, la vera emergenza è proprio questa: le disparità all’interno della società italiana”.  La distanza tra chi è abituato a leggere e chi non acquista una sola copia in un anno si è via via accentuata durante la pandemia: pesano le differenze economiche, geografiche, anagrafiche, di genere. Una sfida aperta per coprire quelle diseguaglianze che creano un’Italia a due velocità.