Altro che blocchi e “G-day” al vetriolo: questa volta, in Italia, a differenza di sabato scorso, quando i no green pass hanno preso d'assalto la sede romana della Cgil, è filato tutto liscio e la temuta paralisi del Paese, pure paventata alla vigilia, non si è verificata. Non che le proteste e i cortei siano mancati, intendiamoci. All’opposto, a migliaia tra quanti erano sprovvisti del fatidico lasciapassare verde (diventato obbligatorio da ieri per accedere al posto di lavoro), sono scesi in piazza e nelle strade, per dire no alla misura decisa dal governo. E’ accaduto nella centralissima piazza Castello a Torino, davanti ai cancelli della Fiat Avio a Rivalta, ma anche a Roma, nell'area del Circo Massimo, al porto di Trieste (dove si sono ritrovati in 5mila) ed a Genova: solo in queste due città si sono registrati piccoli disagi, ma tutto sommato contenuti. Insomma, per dirla con le parole di Bonomi, presidente di Confindustria: questa volta "ha prevalso il senso di responsabilità". I no green pass hanno sì alzato la voce urlando il proprio dissenso. Ma lo hanno fatto in maniera pacifica: addirittura nella Capitale hanno regalato rose agli agenti. E checché ne dicano quanti, come Salvini (Lega), continuano a dirsi perplessi circa l’istituzione dell'obbligo, prevista solo in Italia e non negli altri paesi della Ue, o come i due ex grillini Cunial e Barillari che ieri hanno “occupato” gli uffici Regione Lazio, gli italiani hanno mostrato veramente grande senso di responsabilità, mettendosi in fila nelle farmacie e nei laboratori per farsi il tampone. Insomma, qualora non lo si fosse (ancora) capito, ha vinto la linea imposta dal premier Draghi.