Se è certamente vero che un’ampia maggioranza degli italiani è favorevole al Green pass, un italiano su dieci è dubbioso e uno su quattro è manifestamente contrario al suo impiego sul luogo di lavoro. È quanto emerge dalle ultime rilevazioni di SWG, società specializzata nei sondaggi d’opinione. Quindi se da una parte è giusto essere contenti per il fatto che venerdì- primo giorno d’applicazione del certificato verde sui luoghi di lavoro - non c’è stata nessuna apocalisse e il paese è andato avanti tranquillamente a lavorare e produrre, dall’altra bisogna comunque fare i conti col 25% degli italiani che quell’obbligo lo considera comunque una forma di vessazione.

La maggior parte dei contrari al Green pass è comunque vaccinata e preoccupata per la pandemia, ma mentre tra i favorevoli sono più diffuse emozioni positive di speranza e fiducia, i no Green pass sono dominati da sentimenti di rabbia e di tristezza.

La contrarietà è del tutto trasversale alle diverse categorie e gruppi sociali. Per quanto sia più presente tra chi è più debole sul mercato del lavoro, non è questo l’aspetto centrale nel determinare l’atteggiamento nei confronti del Green pass.

Il tema chiave appare essere, invece, quello della percezione della libertà e del rapporto tra Stato e cittadino. Tra chi non si sente libero la percentuale di contrari al Green pass è quattro volte superiore a quella di chi si sente molto libero e tra favorevoli e contrari si registrano interpretazioni opposte su come lo Stato possa regolare e limitare la libertà individuale.

Dal punto di vista politico, i no Green pass mostrano di identificarsi maggiormente con i leader che in questi mesi hanno offerto maggiore ascolto alle loro istanze. Ovvero Matteo Salvini e Giorgia Meloni.