Edward Bowen con Rémi Lanzoni è l'autore di 'The Cinema of Ettore Scola' uscito l'anno scorso, ma ha anche contribuito alla recente monografia apparsa sul quadrimestrale 'Bianco e nero'. "Alcuni critici statunitensi - ha spiegato - avevano faticato ad accettare i suoi ritratti grotteschi, ma questa tendenza non è continuata come dimostra la riedizione di 'Brutti, sporchi e cattivi' nei cinema di New York".
di ROBERTO ZANNI
Uno dei più grandi registi italiani di sempre: Ettore Scola. Portano la sua firma alcuni film che rimarranno nella storia del cinema: da 'C'eravamo tanto amati' a
'Una giornata particolare' fino a 'Brutti, sporchi e cattivi'. Scola è scomparso quasi sei anni fa, era il 19 gennaio 2016, ma la sua creatività, il suo suo genio cinematografico restano indelebili nel tempo. Come si può osservare anche nell'ultimo numero della rivista 'Bianco e nero', il quadrimestrale del Centro sperimentale di cinematografia che ha dedicato a Scola una monografia con racconti, testimonianze, ricordi. Ma Ettore Scola non è stato, e non è tuttora, soltanto un regista italiano. Per averne la riprova basta andare alla University of Kansas (UK) dove un docente che insegna la nostra lingua e cultura, Edward Bowen, sta dando il suo grande apporto affinchè il regista nato a Trevico in provincia di Avellino continui ad avere anche in America la popolarità che merita. E Bowen ha anche contribuito con un articolo proprio alla monografia pubblicata da 'Bianco e nero'. La testimonianza dello studioso statunitense si è accentrata sull'accoglienza ricevuta da Scola dalla critica americana durante il periodo di massimo fulgore della sua carriera di regista, tra il 1970 e il 1978. Bowen non ha solo partecipato al ricordo stampato sulle pagine di Bianco e nero, ma è anche co-autore di un libro uscito negli Stati Uniti: 'The Cinema of Ettore Scola' (Wayne State University Press 2020), frutto della collaborazione  con altro docente, Rémi Lanzoni, che insegna alla Wake Forest University. "Negli anni '70 e ' 80 - ha ricordato Bowen - i film di Scola circolavano regolarmente negli Stati Uniti nei cinema specializzati di New York, Washington DC, Boston e Los Angeles. Ma nonostante ciò era un po' fuori dal radar degli autori/studiosi che scrivevano sul cinema d'autore. E se fino all'anno scorso si potevano trovare su di lui solo libri in italiano e  francese, ma nessuno in inglese, questo è stato il motivo che, con il collega Rémi Lanzoni, ci ha spinti a pubblicare un volume molto attento, nel quale ci sono anche 14 contributi di studiosi di 5 Paesi diversi". Scola, uomo di sinistra molto attivo politicamente, nei suoi film ha trasmesso fortemente le sue idee e per questo motivo Bowen lo identifica come "uno statista per il cinema italiano" e la convinzione del regista italiano che il cinema poteva avere un ruolo importante nell'educazione dei giovani, rappresenta uno degli aspetti che maggiormente hanno colpito il prof della UK. "Negli ultimi 25 anni - ha aggiunto - tanti docenti come me hanno utilizzato i suoi capolavori che rivisitano la storia del XX secolo in Italia, da 'C'eravamo tanto amati' a 'Una giornata particolare' fino a 'La famiglia'. E anche i miei colleghi hanno trovato i suoi film efficaci per poter introdurre agli studenti i momenti più importanti della storia italiana, ma anche per farli riflettere sugli effetti che questi eventi hanno avuto sugli individui e sulle loro relazioni". Una storia per certi versi anche complessa quella di Scola in America quella raccontata dal prof. Bowen. "Alcuni critici statunitensi - ha spiegato - compreso Roger Ebert, tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli '80 hanno faticato ad accettare alcuni dei ritratti grotteschi di Scola, preferendo i suoi film storici, Ma questa tendenza non è continuata come dimostra la recente riedizione di 'Brutti, sporchi e cattivi' nei cinema di New York, ma anche in streaming con Film Comment che attestano la crescente rivalutazione del suo lavoro".