DI STEFANO CASINI

C'erano figure di grandi e medie dimensioni ma anche piccoli imprenditori e l'istituzione rappresentava interessi grandi e complessi, qualcosa che si accentuò nel XX secolo. La composizione dell'ente CCIM intorno al 1890 era rappresentata da una lista pubblicata sulla stampa per le elezioni di gennaio di quell'anno e registrava un totale di 95 votanti. Era considerata una società eterogenea nella quale poter individuare profili precisi di tutti cittadini italiani: "Industriali importanti, alcuni dei principali mugnai, come Giuseppe Cavajani, Paolo Delucchi, Luigi Podestá, Luigi Barbagelata  e produttori di mobili: Angelo Giorello y Hnos., Buonaventura Caviglia. Poi c'erano imprese forti nell'importazione come quella di Antonio Chiarino, di `Chiarino y Cia.'; Giovanni Carbone, da `Oneto, Vignale y Cia., 'Hnos Cassarino, Martino Mojana, Vincenzo Cambroni y Cia.' `Queirolo e Guelfo'; 'Hnos. Frugoni'.

Non possiamo dimenticare imprenditori con partecipazione ad attività commerciali e industriali, come:  Anselmo Milano, con una fabbrica di liquori e integrando negli anni '90 l'azienda 'Chiarino y Cia.', Giovanni Bonomi, Giusué Bonomi y Hnos. Anche imprenditori legati alle immancabili compagnie di navigazione italiane con derivazione ad attività commerciali, come Antonio Piaggio, agente della Società di Navigazione Generale Italiana e Compagnie d'Assicurazione,  L'Italia e La Italia Reaseguradora, membro della "Società uruguaiana del carbone e del sale". 

In relazione alla prima Banca italiana, Antonio Piaggio, Antonio Chiarino, Domenico Ravenna, Luigi Barbagelata, Risso e Schiaffino erano azionisti della stessa e membri del CCIM. Presenti anche alcuni imprenditori, poi soci della CCIM, come Claudio Starico, Domenico Lanza e Santiago Gianelli. Antonio Piaggio che appare alla fine degli anni '80, come vicepresidente della Banca Italo-Oriental.

Questa era la lista nominativa degli azionisti del Banco Italiano  a Montevideo: Luigi Gaminara, Alessandro Talice, nonno dell'ex Presidente della Repubblica Jorge Batlle da parte di madre, della ditta `Fratelli Talice',  Buonaventura Caviglia, Martino Trabucati, `Beretta, Fratelli y Cia.'; Vicente Costa, il navigante, importatore e investitore in agricoltura Edoardo Rolando, fondatore della Rolando y Cia., Luigi Podestá, Paolo Delucchi, Angelo Pastori e Ambrogio Fravega. Altro imprenditore in varie attività con successiva diversificazione nel commercio fu Domenico Basso, orticoltore. 

I "businessman" minori non erano tanti, ma la loro presenza non era da trascurare. Nel determinare la propria appartenenza sindacale, per alcuni erano presenti vincoli di amicizia e/o subordinazione con uomini di spicco della comunità imprenditoriale italiana, iscritti alle direttive sindacali.

Molte volte si trattava di uomini qualificati, sia nell'industria che nel commercio, che, piú tardi, furono indipendenti. Avevano tutti forti sentimenti etnici che li spingevano a far parte di un'entità che li rappresentasse in una chiara dimensione di italianità e in quella della loro fortunata, anche se modesta, carriera imprenditoriale. 

Le ditte socie della Camera piú piccole, hanno avuto il fiuto di allearsi dandosi l'opportunità di fare successo negli affari. Erano presenti in un'area che le ha letteralmente salvate da possibili fallimenti, forse  come figure marginali della comunità imprenditoriale immigrata, ma con uno sguardo alla massa aziendale qualche decennio dopo, nei primi anni '30. Si avverte, in questo periodo, un rafforzamento di tendenze e profili di rappresentanza sociale caratterizzati da un'epoca precedente.

È fondamentale capire che i punti di partenza sono stati l'industria e il commercio di importazione ed è  molto apprezzabile nei nuovi soci incorporati, una ricomposizione dei ruoli e la presenza del forte legame generato dalle attività finanziarie. Fondamentali sono stati i grandi Levrero ed Egidio Introzzi, ma anche imprenditori minori come Ambroggio Gatti e Claudio Restano,  quest'ultimo un professionista che, come funzionario dell'ente, ha aderito all'attività dell'impresa, come nel caso dell'Avv. Alberto Scarzella.

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