DI NADIA BOFFA 

Un’isola (per ora) felice in mezzo ad un mare in piena tempesta. Si potrebbe riassumere così la situazione che si trova a vivere l’Italia in Europa per quanto riguarda l’evoluzione della pandemia. L’Organizzazione mondiale della sanità aveva già lanciato il monito ieri: “L’Europa è di nuovo al centro della pandemia di Covid e si rischiano altre 500mila vittime entro febbraio”. Ma l’immagine dell’Italia accerchiata da una nuova ondata di Covid emerge soprattutto dopo l’ultimo rapporto dell’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e la cura delle malattie. Gli stati che confinano con il nostro Paese sono infatti classificati dall’Ecdc come “estremamente preoccupanti”, “altamente preoccupanti”, o “moderatamente preoccupanti”. Mentre l’Italia è giudicata “a bassa preoccupazione”. Anche se, nel monitoraggio settimanale dell’Iss, è emerso che  l’indice Rt è tornato, per la prima volta da fine agosto, sopra l′1, l’incidenza dei casi è salita a 53 casi per 100mila abitanti, così come le terapie intensive e i ricoveri ordinari (Il tasso di occupazione dei letti in terapia è al 4,0% rispetto al 3,7% della scorsa settimana).

In particolare la Francia ha una situazione “moderatamente preoccupante”, l’Austria “altamente preoccupante” e la Slovenia, addirittura, “estremamente preoccupante”. Non è riportato dall’indagine dell’Ecdc, ma anche il caso della Svizzera è da tenere sotto controllo. L’incidenza dei casi negli ultimi giorni si è attestata a circa 230 casi ogni 100mila abitanti, quasi 5 volte tanto quella italiana. 

Il problema non si ferma però ai Paesi confinanti dell’Italia. Il report dell’Ecdc fa emergere una situazione di gravità che coinvolge tutti i paesi europei, a parte l’Italia, Cipro, Malta e Spagna. Sono nove i Paesi dell’Ue e dello spazio economico europeo che presentano un’evoluzione più grave della pandemia, in quella che si può considerare, la quarta ondata. E sono Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Paesi Bassi e Slovenia. Dodici Paesi invece presentano un’evoluzione preoccupante: Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Islanda, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Romania e Slovacchia. Francia, Finlandia, Liechtenstein, Portogallo e Svezia sono invece in una fase ancora controllata della pandemia, ma che sta pian piano peggiorando. 

Germania: l’ondata dei non vaccinati -  Nel Paese segnalato in rosso chiaro (con alcune aree in scuro) nella mappa dell’Ecdc i contagi da Covid-19 nelle ultime 24ore hanno registrato un nuovo massimo storico, con 37.120 infezioni. Allo stesso tempo, i decessi sono stati 154 e l’incidenza settimanale del virus su 100 mila abitanti ha raggiunto la quota record di 169,9. Come riferisce il quotidiano “Frankfurter Allgmeine Zeitung”, dall’inizio della pandemia nel Paese a marzo del 2020, i contagi sono 4.709.488, i decessi 96.346 e le guarigioni 4.342.600. Le aree che presentano più contagi sono quella centrale della Turingia, poi quella centrorientale della Sassonia e ancora la zona meridionale della Baviera.  

L’andamento della pandemia in Germania dipende sicuramente anche da un tasso di vaccinazione meno alto rispetto a quello italiano. Il 69,6% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino, il 67% è completamente vaccinato. Il ministro della Salute tedesco Jens Spahn ha detto che in Germania è in corso “la pandemia dei non vaccinati, ed è massiccia”. Spahn ha esortato a controllare di più il green pass in Germania nei ristoranti, nei musei e nei luoghi pubblici in cui è richiesto. Così come avviene in Italia.

La conferenza dei ministri della Salute dei Laender ha deciso che verrà effettuata la terza dose di vaccino anti Covid per tutti, a sei mesi dalla seconda. “La quarta ondata ha molto accelerato e colpisce con grande irruenza. Davanti a noi abbiamo settimane difficili”, ha affermato il ministro della Salute Spahn, incontrando la stampa dopo la riunione. 

Manne Lucha, ministro della Sanità del Baden Wuerttemberg, ha chiesto la vaccinazione obbligatoria per chi lavora nelle case di riposo a margine di una riunione dei ministri di tutti i land a Lindau convocata, in presenza, per discutere delle misure da adottare di fronte al nuovo aumento dei casi.  

Olanda: nuove misure anticovid - L’Olanda, che secondo l’Ecdc è colorata di rosso e rosso scuro a seconda delle differenti regioni, ha reintrodotto una serie di misure anticovid a causa dell’aumento dei casi. Lo ha annunciato il premier Mark Rutte. Il 4 novembre, per la prima volta dal 18 luglio, sono stati registrati più di 10mila contagi in un giorno, precisamente 10.272, ovvero 1102 in più rispetto al giorno precedente. Per capire l’evoluzione della pandemia nel Paese basta sottolineare che due settimane fa l’incidenza dei casi si attestava a 225 ogni 100mila abitanti. La settimana scorsa invece è salita a 313 ogni 100mila. 

I ricoveri negli ospedali anche sono aumentati nuovamente: il 4 novembre erano 1.327 le persone malate di Covid in ospedale di cui 273 in terapia intensiva (ieri erano 250). L’Istituto nazionale per la salute pubblica e l’ambiente (RIVM) prevede un picco di 500 pazienti COVID-19 nelle unità di terapia intensiva questo inverno. 

Tra le misure annunciate da Rutte c’è il ritorno al distanziamento sociale (un metro e mezzo) e il ritorno dell’obbligo di indossare la mascherina nelle stazioni ferroviarie e nei musei, ma anche per gli studenti universitari - quando si spostano all’interno degli istituti - e per chi lavora a contatto con altre persone, come i parrucchieri. Il Green Pass - finora richiesto solo nei ristoranti al chiuso - sarà obbligatorio anche per accedere ai musei e ai dehors di bar e ristoranti. Torna ad essere raccomandato lo smart working. “Se non siete vaccinati ripensateci”, ha sottolineato Rutte annunciando in una conferenza stampa le misure. Da qui al 12 novembre il governo olandese monitorerà i numeri di ricoveri e terapie intensive e non sono escluse nuove restrizioni.  

In Olanda la situazione dei vaccini è migliore rispetto a quella tedesca. Al 31 ottobre l′84,1% delle persone di età pari o superiore a 18 anni sono state completamente vaccinate contro il COVID-19. L′87,5% ha invece ricevuto la prima dose. 

Francia: contagi in crescita ed estensione del Green Pass fino a luglio - Nella mappa dell’Ecdc è colorata di giallo. Sono 9.502 i nuovi casi di coronavirus registrati in Francia nelle ultime 24ore. Si tratta del dato più alto delle ultime sei settimane. Sono invece 49 le persone che nelle ultime 24 ore hanno perso la vita a causa di complicanze riconducibili alla pandemia. Sono in aumento anche le persone ricoverate in terapia intensiva. In Francia le persone che sono ad ora completamente vaccinate sono il 68,1% della popolazione, il 75,9% ha solo una dose.

La nuova ondata di Covid preoccupa molto il presidente francese, Emmanuel Macron e potrebbe spingerlo a parlare alla nazione e annunciare nuove misure.
In Francia gli scienziati prevedono una risalita del numero dei ricoveri nei prossimi giorni. Mentre il Parlamento ha dato il via libera all’uso del green pass fino al 31 luglio, il presidente potrebbe annunciare l’obbligo della terza dose di vaccino per i più vulnerabili, le vaccinazioni per i bambini sotto i 12 anni, già approvate negli Usa, anche se su quest’ultima opzione non ci sarebbe consenso unanime all’interno del governo. Al momento è stato già deciso il ritorno dell’obbligo di indossare la mascherina per gli alunni di alcune scuole a partire dall′8 novembre.  

Austria: pochi vaccinati, Vienna limita l’accesso alla movida a chi ha il Green Pass - L’Austria è colorata quasi tutta di rosso scuro nella mappa dell’Ecdc. Ieri, il ministero della Salute ha annunciato che sono stati documentati oltre 8.500 nuovi contagi da Covid-19 nelle 24 ore precedenti, il 32% in più rispetto al giorno prima e il numero più elevato dall’inizio dell’anno. I ricoverati in terapia intensiva sono arrivati ieri a 352, con una crescita del 30% in una settimana. Delle nove province austriache, quella di Vienna ha il tasso di infezione più basso, ma ha anche le terapie intensive più occupate da malati di Covid-19. Circa il 64% della popolazione austriaca è completamente vaccinata contro il coronavirus. Un dato in linea con la media europea, ma tra i più bassi dell’Europa occidentale. Dei nuovi casi, il 45% si è registrato in due province, quella di Salisburgo e dell’Alta Austria. A causa dell’alto tasso di contagi, la vicina Germania sta valutando l’emissione di un avviso di viaggio per l’Austria, che sarebbe devastante per il settore turistico invernale del Paese. I governatori statali si incontreranno con il governo federale per discutere la via da seguire e garantire un approccio congiunto per contrastare la nuova ondata della pandemia.

La città di Vienna limiterà entro la fine della settimana l’accesso a eventi culturali, bar e club alle persone vaccinate o che sono guarite dal Covid-19, vietando di fatto a tutti coloro che non hanno ricevuto nemmeno una dose di partecipare alla vita sociale e culturale della capitale austriaca. Inoltre, le autorità locali stanno anche valutando l’obbligo di test anche per le persone vaccinate. Vienna è solo pochi giorni avanti rispetto al livello generale del Paese, dove verranno introdotte misure simili una volta che il tasso di affollamento delle unità di terapia intensiva raggiungerà il 25%, cosa che dovrebbe accadere la prossima settimana, qualora l’attuale andamento su contagi e ricoveri dovesse proseguire. Tuttavia, il sindaco di Vienna Michael Ludwig è scettico sull’approccio del governo. “Aspettare sempre fino a quando non viene raggiunta una certa soglia di affollamento nelle unità di terapia intensiva e attuare delle misure solo in seguito penso che sia troppo tardi”, ha detto Ludwig. Il primo cittadino della capitale austriaca ha aggiunto che potrebbero essere prese misure ancora più severe se l’attuale tendenza dovesse proseguire, fra cui per l’appunto i test obbligatori per accedere in determinati luoghi anche per le persone vaccinate. 

Belgio: +30% di contagi, ricoveri e morti - Colorato di rosso scuro sulla mappa dell’Ecdc. Sono circa 7.750 i casi quotidiani di Covid-19 e una ventina i decessi giornalieri riportati nella settimana dal 25 al il 31 ottobre, secondo i dati distribuiti dall’Istituto Superiore di Sanità del Belgio. In aumento anche il numero dei test che salgono del 25%. L’aumento dei contagi segna un dato superiore del 36% rispetto alla settimana precedente. Aumentati del 31% anche i ricoveri ospedalieri. Secondo i dati distribuiti dall’istituto, infatti, gli ospedali del Belgio stanno attualmente curando 1.858 pazienti affetti da Covid-19, di cui 343 in terapia intensiva.
I dati della settimana tra 25 e il 31 ottobre mostrano anche un aumento dei decessi del 31% rispetto alla precedente. In tutto i decessi in Belgio da inizio pandemia sono ora 26.083. Per quanto riguarda la campagna vaccinale invece, stando all’istituto, l′87% degli adulti in Belgio ha ricevuto almeno una dose del vaccino. 

Slovenia: record di contagi e pochi posti disponibili negli ospedali - La Slovenia, in rosso scuro nella mappa Ecdc, ha registrato un nuovo record di contagi dall’inizio della crisi. 4.511 nuovi casi nelle ultime 24 ore. Per la prima volta dall’inizio dell’epidemia, il numero di contagi giornalieri nel Paese ha superato i 4mila. La quota di test positivi è stata del 44,4%. 9 le persone morte.
Gli ospedali, secondo quanto riporta il sito del tgr del Friuli Venezia Giulia, si riempiono a un ritmo troppo veloce: solo ieri sono stati ricoverati 130 nuovi pazienti covid. La differenza tra contagiati dimessi e neo ricoverati è di 65 pazienti in più rispetto al giorno precedente, e in terapia intensiva dieci pazienti in più. Il paziente più giovane che necessita di cure intensive ha 21 anni e il paziente più giovane nel reparto normale ha meno di un anno. Un totale di 735 pazienti sono già in cura negli ospedali sloveni, di cui 169 necessitano di cure intensive. Nelle sue previsioni per lo sviluppo della pandemia nel Paese, l’Istituto Jožef Stefan ha annunciato che le capacità massime delle unità di terapia intensiva nel Paese saranno superate la prossima settimana. Il coordinatore dei letti ospedalieri covid del Ministero della Salute, Robert Carotta, ha spiegato che la capacità massima di letti in questa ondata di epidemia è 191, un numero leggermente inferiore rispetto alle ondate precedenti. “La ragione è che manca personale infermieristico negli ospedali”, ha osservato.
Leon Cizelj dell’Istituto Stefan ha fatto sapere che la curva dei contagi può salire almeno fino alla fine di novembre, se non cambia in modo significativo il comportamento dei cittadini. Secondo lui sono circa 50mila le persone che si infettano attualmente ogni settimana e il virus nel mese di novembre provocherà da da 400 a 450 vittime. In Slovenia circa il 54% delle persone è completamente vaccinato.  

A partire dalla Slovenia è tutta l’Europa dell’est a essere colpita con forza dalla nuova ondata. La Slovacchia ha registrato 6.713 nuovi casi di infezione, e anche qui si tratta di un incremento record dall’inizio della pandemia. Aumenta anche il numero di ricoverati: in 24 ore sono stati 116. I morti sono stati 34 in più. Nel Paese di 5 milioni di abitanti solo il 43% è vaccinato, e l′80% dei ricoverati per Covid non ha ricevuto neanche una dose. I Balcani sono al momento il grande focolaio d’Europa, con l’emergenza che colpisce in particolare Romania e Bulgaria, Paesi che registrano i tassi di vaccinazione più bassi in tutta l’Ue, circa il 30%. In Romania nelle ultime 24 ore i contagi sono stati quasi 9 mila e i morti 489: il sistema sanitario è al collasso, con le terapie intensive sature e decine di malati gravi trasferiti in ospedali all’estero, in prevalenza Ungheria, Polonia e Germania. Nuovo record di contagi giornalieri anche in Croazia: 6.310. Nella capitale Zagabria ben il 56% dei test effettuati è risultato positivo, anche questo un record. Quasi 5 mila i contagi da ieri in Bulgaria, dove i decessi sono stati 135, mentre la Serbia ha registrato 6.126 nuovi casi e 64 morti. 

Grecia: solo 60% di vaccinati. Da oggi obbligo di green pass - Colorata di rosso chiaro e rosso scuro nella mappa dell’Ecdc. Le autorità sanitarie del Paese hanno registrato lo scorso 3 novembre il nuovo record di casi di Covid-19. Quelli riportati sono 6.808, contro i 6.700 del 2 novembre. Inoltre l’Organizzazione nazionale della sanità pubblica (Eody) ha riferito di 42 decessi per coronavirus e di 441 pazienti ricoverati nelle unità di terapia intensiva degli ospedali. Di quest’ultimi, 72 hanno completato il ciclo vaccinale (16.33%) e altri 369 (83.67%) sono non vaccinati o non hanno completato il ciclo vaccinale. Il numero totale dei casi in Grecia da quando la pandemia è iniziata é salito a 767.376, mentre il numero totale di morti é di 16.151.  

Da oggi sarà necessario il Green Pass per entrare negli uffici pubblici, nelle banche e nei negozi, esclusi alimentari e farmacie, inclusi i parrucchieri. Chi non è vaccinato dovrà quindi esibire un test negativo. Anche per poter lavorare sarà necessario effettuare, in assenza di vaccino, due test a settimana, a spese del dipendente, ha reso noto il ministro della Salute, Thanos Plevris, sottolineando che il Paese non può permettersi un altro lockdown.

Ieri il premier greco Kyriakos Mitsotakis ha fatto appello alla cittadinanza a vaccinarsi contro il Covid-19 durante una riunione di governo. “Prima di iniziare vorrei parlare della pandemia in vista dell’attuazione delle nuove misure sabato. Come abbiamo detto molte volte c’è un aumento sostanziale dei casi, che è principalmente un aumento dei casi tra i non vaccinati. C’è grande pressione sul sistema sanitario nazionale nel nord della Grecia”, ha affermato Mitsotakis. Tuttavia, ha precisato il premier, “c’é anche un altro aspetto della situazione e cioé che negli ultimi tre giorni erano stati presi oltre 60 mila appuntamenti vaccinali per una prima dose del vaccino, mentre il flusso di appuntamenti per il richiamo del vaccino era stabile a circa 30 mila appuntamenti al giorno”. “Quindi, il messaggio è ancora uno solo: vacciniamoci, uniamoci, riprendiamoci le nostre vite e andiamo avanti”, ha esortato il premier. L’aumento dei contagi in Grecia infatti è dovuto anche al basso numero di persone vaccinate, poco più del 60%. 

Spagna: contagi in lieve aumento, ma il Paese, per ora, è fuori dal pericolo - Diversa la situazione della pandemia in Spagna, che secondo l’Ecdc, è un Paese a “bassissima preoccupazione”. Gli indicatori rilevano infatti che i contagi sono stabili, un fatto che consente alla Spagna di vivere una fase “differente” rispetto a quella di altre zone d’Europa, come affermato dalla ministra della Sanità spagnola Carolina Darias in una conferenza stampa. “Nelle ultime due settimane - ha detto Darias - si è registrato un leggero aumento, ma di velocità minima, se non quasi impercettibile”. Ieri è stata superata la cosiddetta soglia del “rischio medio”, con 51,6 contagi su 100mila abitanti. Nelle ultime 24 ore in Spagna sono stati registrati 3.291 casi, portando a 5,02 milioni il totale delle persone contagiate dall’inizio della pandemia. Il bilancio delle vittime è aumentato di 15 morti, arrivando a 87.477. In Spagna l′88,7% della popolazione over 12 (il 78,7% della popolazione generale) ha completato un ciclo di vaccinazione contro il Covid. La Spagna, insomma, per il momento, fa parte dell’isola felice, insieme all’Italia. E chissà quanto durerà.