di ROBERTO ZANNI
In quanti conoscono Vanni Santini? Beh adesso a Vancouver è una star. Sempre in seconda linea fino a quando i Whitecaps, il club della MLS della città canadese, nel pieno di una crisi tecnica, licenziato il capo allenatore Marc Dos Santos, lo scorso agosto gli hanno affidato la squadra. Incarico ad interim ovviamente, in attesa di trovare l'adeguato sostituto. Poi è successo l'impensabile. Presi i Whitecaps nei bassifondi della classifica, Santini li ha letteralmente trascinati dove nessuno poteva mai immaginare: i primi playoff dal 2017. Un altro successo della scuola toscana di allenatori che annovera in pole position Spalletti, Allegri, Sarri, ma è anche l'unico allenatore italiano della MLS, terzo all-time dopo Walter Zenga ed Eddie Firmani negli anni '90. "Penso che abbiamo fatto un miracolo, puro e semplice" sono state le sue prime parole dopo l'1-1 con Seattle che ha regalato la postseason al club di cui è co-proprietario anche Steve Nash, ex superstar del basket NBA, ma appassionatissimo di calcio, che oggi fa l'allenatore a New York, ai Nets. La storia di Santini è quanto mai particolare: nato a Firenze il 14 novembre 1976 (i suoi giocatori gli hanno fatto uno splendido regalo per il 45º compleanno), portiere nelle serie minori in Italia, una volta che ha lasciato il calcio giocato ha cominciato ad allenare: vice di Davide Nicola a Livorno e poi Bari ha quindi preso la strada della FIGC lavorando al Centro Studi e Ricerche del Settore Tecnico di Coverciano. Nel 2016 la chiamata dall'America, era la federazione a stelle e strisce. Il collegamento? Santini all'epoca era un docente e si occupava della formazione internazionale, conosciuto più all'estero che in Italia. Così il trasferimento al di là dell'Atlantico per lavorare nella USSF, la federazione USA, con un incarico simile a quello che aveva nella sua Toscana, docente. Poi la chiamata di Marc Dos Santos, che conosceva, per essere inserito nello staff dei Vancouver Whitecaps. Tra le diverse offerte americane, la più interessante e all'estremo ovest del Canada è diventato il 'direttore della metodologia' con la Academy oltre a supervisionare l'under 23. Poi, visti i pessimi risultati con Dos Santos ormai alle corde, quasi all'improvviso la promozione. "Hanno scelto me - racconta ancora scherzando - perchè in quel momento ero l'unico presente". Diversa invece la motivazione della società. "Santini - ha spiegato Axel Schuster direttore sportivo e Ceo - era la mia prima scelta, nessun dubbio al proposito. Il motivo? In un certo senso avevamo uno scenario speciale, credo sarebbe stato molto difficile per qualcuno proveniente da fuori, capire cosa aveva passato la squadra, quanto difficile erano state le cose e quello che si era sviluppato nel tempo". Perchè il club aveva dovuto far fronte anche ai gravi problemi provocati dalla pandemia: per la chiusura della frontiera tra Canada e USA l'avvio di stagione a Sandy nello Utah, poi otto partite senza vittorie in luglio e così il 27 agosto è partita la nuova stagione dei Whitecaps, in tutti i sensi. Dal fondo della Western Conference è cominciata la risalita che alla fine della regular season, terminata domenica, ha portato la squadra canadese fino al 6º posto, playoff! L'esordio di Santini da capo allenatore? Un 4-1 contro Real Salt Lake e da lì un record di 7 vittorie, 5 pareggi e 2 sconfitte (il suo predecessore 5-8-7). "Se pensavo ai playoff quando ho preso la squadra? Sono molto arrogante, quindi posso rispondere di sì - ha detto ancora Santini, toscanaccio anche in Canada - ma al tempo stesso pensavo anche che sarei rimasto in quella posizione, capo allenatore, solo una, due settimane". Quindi parafrasando Antonio Gramsci.. "Dobbiamo sempre avere l'ottimismo della volontà e il pessimismo della ragione". E il turnover è una delle sue caratteristiche peculiari: in 14 partite al timone della squadra ha utilizzato 22 giocatori diversi nell'11 titolare. "Avere un 11 ideale - un'altra sua massima - è come avere un telefono fisso. È da ventesimo secolo... Il gioco è così impegnativo che ci si deve esprimere al 100% ogni partita. Questa è la mia filosofia". E non si accontenta Vanni Santini: il 20 novembre c'è il primo round dei playoff, partita unica in casa del Kansas City e anche se i canadesi partono sfavoriti, ci sono i 90' da giocare...