Gentile Direttore,

abbiamo avuto modo di leggere sull'edizione del 12 novembre di "Gente d'Italia" la ricostruzione di quanto accaduto nell'ambito dei lavori della Giunta per le elezioni del Senato in merito all'elezione del sen. Adriano Cario e, per onore di verità, chiediamo la cortesia di pubblicare le precisazioni che seguono.

Il Coordinamento federale del dipartimento Lega nel Mondo non ha ricevuto dimissioni dai nostri eccellenti rappresentati sul territorio argentino, guidati da uno degli scriventi, Marcelo Bomrad, che – dopo vent'anni di onorata militanza nella Lega – non ha nessuna intenzione di interrompere il lungo e paziente lavoro svolto finora.

In secondo luogo, le possiamo assicurare che il voto espresso dai senatori della Lega facenti parte della Giunta è stato orientato unicamente da ragioni procedurali, che traggono origine dal fatto che il ricorrente ha presentato un ricorso al di fuori dei termini previsti dalla normativa vigente. L'idea di derogare dai termini previsti aprirebbe alla possibilità a ricorsi continui, che implicherebbero innegabile instabilità nei lavori dei rami del Parlamento italiano.

La rassicuriamo, caro Direttore, sul fatto che non vi sia alcuna dinamica dettata da tattiche politiche.

La ringraziamo per l'attenzione, rinnovando l'apprezzamento per l'attività svolta dal suo quotidiano per informare i nostri Connazionali.

Un saluto cordiale,

 

Paolo Borchia

Coordinatore federale di Lega nel Mondo

Deputato al Parlamento europeo

Marcelo Bomrad

Coordinatore Lega Argentina

 

LA RISPOSTA 

Ma per Lei sarebbe più grave un ritardo o brogli accertati??

Egregio Dott. Borchia,

 

Grazie ovviamente per l’attenzione che ha verso questo giornale che ha un ruolo fondamentale: difendere i diritti degli italiani all’estero. Che sono stati lesi e malmenati. Nella Sua missiva ci parla, in pratica, di ragioni procedurali che hanno fatto sì che i senatori della Lega, facenti parte della Giunta, votassero contro il ricorso di Fabio Porta e dunque a favore del senatore Adriano Cario. Questioni di tempo, per la precisione: lo stesso ricorso deve essere predisposto entro 20 giorni dall’elezione. Una deroga, specifica nella Sua lettera, che avrebbe implicato innegabile instabilità nei lavori del Parlamento italiano. Un vero cavillo, diciamo noi. Molto burocratese. O molto politichese. Perché alla fine il messaggio che è arrivato è invece un altro. Ossia che con schede contraffatte si possono (ovviamente) alterare le elezioni senza che vengano prese contromisure (insomma, c’è liceità nel broglio?) Ripetiamo che questo quotidiano non ne fa una questione personale nei confronti di Cario (ci mancherebbe altro), ma non di certo stare zitto in merito a questa vicenda assurda. La domanda che ora Le poniamo è questa: ma davvero crede che sia normale che ci siano decine e decine di schede elettorale firmate dalla stessa mano? Non pensa che sia normale lo scoramento degli italiani all’estero che vedono la democrazia fatta a brandelli da episodi del genere? È più grave la falsificazione dei voti o presentare un ricorso in ritardo? Che poi come ha ammesso lo stesso avvocato Paniz é superato dal regolamento della Giunta che puó agire "sempre d'ufficio".....Sappiamo che Lei è una persona intelligente e dunque diamo per scontato il fatto che sia d'accordo con noi. Ma adesso, comunque, avete la possibilità di riscattarvi quando i Vostri senatori potranno intervenire nell’Aula del Senato, affinché non venga ratificata una sentenza che reputiamo scandalosa e offensiva verso la dignità degli italiani all’estero. Come direbbe Edoardo Bennato, salviamo il salvabile. O, restando in tema ‘bennatiano’, ci saranno sempre un gatto e una volpe a decidere i nostri destini? A proposito, nessuno di noi ha scritto di "dimissioni dai nostri eccellenti rappresentati sul territorio argentino.." bensí, vada a controllare, "il cui coordinatore minaccia oggi le dimissioni per lo schiaffo subito dal suo stesso partito"...  
Buon lavoro 
Mimmo Porpiglia