di Stefano Casini

Diversi soci e dirigenti della Camera di Commercio Italiana di Montevideo hanno fatto forti investimenti in agricoltura e, di conseguenza, erano presenti nella direzione delle loro corporazioni rappresentative come l'Associazione Rurale dell'Uruguay (ARU) e la Federazione Rurale dell'Uruguay. Il Dott. Luigi Caviglia, socio del CCIM, fu direttore della FRU per 6 periodi e dell'ARU per due. Vincenzo Costa, commerciante importatore, fece investimenti in agricoltura e fu membro del consiglio della BIU, socio e direttore del CCIM per ben 10 periodi consecutivi nel direttivo della FRU e per 2 dell'ARU. 

UN ALTRO ASPETTO DELLA DIVERSIFICAZIONE D'IMPRESA: IL RAPPORTO TRA LA CAMERA DI COMMERCIO DI MONTEVIDEO ITALIANA E LA BANCA ITALIANA DELL'URUGUAY - A causa dei legami molto diversi creati con l'Italia attraverso Camere del Regno, commercianti e industriali italiani, Ministeri e dipartimenti statali agenzie si concentrarono sul rafforzamento dei legami economici tra le due nazioni e la Camera di Commercio Italiana di Montevideo ha permesso agli imprenditori associati tanti rapporti e iniziative. All'interno emerse rapidamente un gruppo dirigente che, per molti anni, si avvicendava nella gestione, partecipando come fondatori e membri della direzione del Banco Italiano dell'Uruguay.

 . Il "Banco Italiano dell'Uruguay" fu fondato a Montevideo il 13 agosto 1887, iniziando la sua attività il 3 novembre dello stesso anno. Aveva un capitale autorizzato di $ 5 milioni di pesos, un capitale sottoscritto di $ 3 milioni e un capitale realizzato di $ 1.904.160; il suo fondo di riserva era di $ 380.433 e il suo fondo di previdenza $ 150.000,44. Con il boom economico del paese, dopo il 1905, incoraggiò il collocamento di capitali e una diminuzione degli interessi, moltiplicando gli istituti di credito. In competizione con loro, la Banca italiana ha aperto filiali a Mercedes e Paysandú. La crescita delle attività dell'ente costrinse alla modifica degli "Statuti", e l'Assemblea Generale Straordinaria del 31 luglio 1909 aumentò il capitale autorizzato conferendo il mandato al Consiglio di Amministrazione, di emettere 13.220 azioni da $ 100, portando il capitale sottoscritto da $ 1.678 .000 a $ 3 milioni.

La Banca era responsabile delle operazioni bancarie generali e uno degli obiettivi era di commissionare la vendita dei frutti del paese in Europa e in tutte le Americhe, nonché l'amministrazione delle proprietà. D'altro canto, le sue attività erano vietate come i suoi depositi, eccetto quelli su beni stabili.

Il nucleo imprenditoriale più importante era costituito dai suddetti, ai quali si unirono Ettore Trabucati, Angelo Pastori, Buonaventura Caviglia, Vincenzo Costa, Santiago Marexiano, Luis Gaminara, Carlo Anselmi e Antonio. 

RIFLESSIONI IN CHIUSURA 

Le informazioni analizzate in questa presentazione mostrano la costituzione di un nucleo imprenditoriale nato nella comunità italiana e caratterizzato dal suo dinamismo, la sua capacità di espansione, la diversificazione delle attività, la capacità di generare legami con altre società e altre frazioni della classe borghese. D'altro canto, il suo impatto sulla riformulazione delle politiche economiche del Paese è stato fondamentale, in considerazione del suo rapporto con il personale politico. Per la CCIM è stata fondamentale la sua esperienza nel conciliare interessi contrapposti e quest'ultimo aspetto costituisce una delle sue esperienze e contributi più rilevanti. 

In questa linea, la considerazione di un'altra istituzione, l'Associaçâo dos Comerciantes de Caxias, invita a riflettere sui futuri comportamenti in diversi contesti sociali e politici. Il lavoro di Vania Heredia e Maria Abel Machado mostra che questa organizzazione creata nel 1901 in Brasile, ha acquisito rapidamente un'enorme proiezione sulla vita economica, sociale e politica, trascendendo dal locale allo stato. L'esperienza della borghesia brasiliana, mostra una tendenza a "organizzare entità rappresentative al fine di rafforzare la propria categoria e ottenere contemporaneamente la condizione di difesa per due interessi comuni"  e non è lontano dai comportamenti e obiettivi delle frazioni imprenditoriali urbane uruguaiane. Certo, le distanze tra l'Associaçâo dos Comerciantes de Caxias e la Camera di Commercio Italiana di Montevideo sono evidenti. Heredia e Machado attribuiscono all'ASC un impatto sulla proiezione economica, sociale e politica che il CCIM, purtroppo, non ha mai raggiunto, anche perché il mercato brasiliano è infinitamente piú interessante e massiccio. 

Non si intende sminuire la rilevanza di quest'ultima istituzione che, tra l'altro ha evidenziato alcuni limiti nella sua visibilità, in quanto ascritta a un profilo etnico e fortemente legata a una nazione, l'Italia, di poco peso economico e politico nel mondo il Rio de la Plata. In ogni caso è possibile notare le prossimità diverse e gravitanti fra le due istituzioni.

Entrambe le istituzioni sono state integrate con mercanti e industriali, ma non soltanto italiani, come in Uruguay. La rappresentazione di queste frazioni di capitale, in un certo senso con interessi contrapposti, ha trovato, spazio aziendale, modalità di accordi che hanno consentito loro di promuovere linee d’azione e programmi capaci di integrare le loro differenze. In entrambe le istituzioni è dominante la forte presenza di uomini provenienti dall'immigrazione, tutti uomini che sono stati costruiti "dal basso". Troviamo una delle chiavi interpretative di questo dinamismo sociale. La considerazione di questi due casi specifici invita a riflettere sulla ricchezza di esperienze accumulate in altri contesti dei paesi di emigrazione.

FINE

STEFANO CASINI 

(in base ad un testo dello Storiografo Beretta Curi e ricerche personali)