"90° Minuto"si era iniziato, e terminata la carrellata dei gol su RaiDue cominciava anche la sintesi di una gara di Serie A: in quella maledetta domenica del 23 novembre del 1980 la scelta ricadde sulla partita tra la la Juventus e l'Inter ma chi si trovava nell'Avellinese non riuscì a vederla fino alla fine perché dopo quei 94 secondi di interminabile paura si catapultò fuori dalla propria abitazione con il terrore negli occhi e nella mente.

Oggi, 23 novembre, è l'anniversario del terremoto che colpì l'Irpinia nel 1980: una scossa di magnitudo di 6.9 con epicentro tra i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania. Il terremoto causò circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e 2.914 morti.

Una forte scossa della durata di circa 90 secondi, con un ipocentro di circa 10 km di profondità. Colpì un'area di 17.000 km² che si estendeva dall'Irpinia al Vulture. Gli effetti, tuttavia, si estesero a una zona molto più vasta interessando praticamente tutta l'area centro meridionale della penisola: molte lesioni e crolli avvennero anche a Napoli.

L'entità drammatica del sisma non venne valutata subito.  primi telegiornali parlarono di una «scossa di terremoto in Campania dato che l'interruzione totale delle telecomunicazioni aveva impedito di lanciare l'allarme. Soltanto a notte inoltrata si cominciò a evidenziarne la più vasta entità. Da una prospezione effettuata nella mattinata del 24 novembre tramite un elicottero vennero rilevate le reali dimensioni del disastro.

Il 24 novembre al quotidiano Il Mattino dopo una affollatissima riunione di redazione ( l'allora Direttore, Roberto Ciuni fece chiamare tutti, redattori, inviati speciali e collaboratori fissi ) il giornale titolò "Un minuto di terrore – I morti sono centinaia" in quanto non si avevano notizie precise dalla zona colpita, ma si era a conoscenza del crollo di via Stadera a Napoli. 

Il 25 novembre, appresa la vastità e gravità del sisma, si passò a "I morti sono migliaia – 100.000 i senzatetto". Fino al titolo drammatico del 26 novembre Cresce in maniera catastrofica il numero dei morti (sono 10.000?) e dei rimasti senza tetto (250.000?). La cifra dei morti, approssimata per eccesso soprattutto a causa dei gravi problemi di comunicazione e ricognizione, fu poi ridimensionata fino a quella ufficiale. La cifra dei senzatetto non è mai stata valutata con precisione.

"FATE PRESTO..."

Al di là del patrimonio edilizio, già fatiscente a causa dei terremoti del 1930 e 1962, un altro elemento che aggravò gli effetti della scossa fu il ritardo dei soccorsi. I motivi furono molteplici: la difficoltà di accesso dei mezzi di soccorso nelle zone dell'entroterra, dovuta all'isolamento geografico delle aree colpite e al crollo di ponti e strade di accesso. Il cattivo stato della maggior parte delle infrastrutture e l'assenza di un'organizzazione di protezione civile che consentisse azioni di soccorso in maniera tempestiva e coordinata.

Il primo a far presente questa grave mancanza fu il presidente della Repubblica, Sandro Pertini. Il 25 novembre. Nonostante il parere contrario del presidente del Consiglio Forlani e altri ministri e consiglieri, Pertini si recò in elicottero sui luoghi della tragedia.

Il sisma in cifre

  • Magnitudo: 6,90 ± 0,04 Richter
  • Profondità: 30 km
  • Durata: 1′ 30″
  • Regioni colpite: 3 (Campania, Basilicata e Puglia).
  • Comuni colpiti: 687
  • Popolazione coinvolta: 6 milioni di abitanti.
  • Vittime: le principali fonti dell'epoca parlano di 2.914 persone morte
  • Feriti: 8.848 persone
  • Sfollati: 280.000 persone
  • Abitazioni distrutte o danneggiate dal sisma: 362.000.
  • Contributi pubblici dello Stato italiano, secondo la Commissione parlamentare d'inchiesta (prima dell'approvazione della legge finanziaria 1991): 50.902 miliardi di lire (circa 26 miliardi €).
  • Contributi pubblici dello Stato italiano, all'anno 2008: 32.363.593.779 €, attualizzabili a circa 66 miliardi € al valore del 2010.