Sono all'incirca 150mila gli Italiani che hanno fatto ritorno in Patria, per un periodo più o meno prolungato, nel corso della prima ondata del Covid. Tra questi, i laureati sono circa 35mila. Una percentuale piccola (3%) ma comunque netta di espatriati di lunga data (circa 25-30 anni dall'espatrio) che ha deciso dunque di tornare a casa nei mesi bui della pandemia.

LO STUDIO DELL'ASSOCIAZIONE CHEUROPA
E' quanto emerso dallo studio dell'associazione "ChEuropa" presentato, lo scorso giovedì 25 novembre, alla Camera dei Deputati dal parlamentare di Italia Viva (eletto all'estero) Massimo Ungaro ed, in rappresentanza dell'associazione, da Antonella Del Rosso ed Attilio Di Battista (quest'ultimo, presente in videoconferenza).

IL DESIDERIO DI SICUREZZA
Le ragioni del rimpatrio di così tanti nostri connazionali - è stato fatto notare nel corso dei lavori - possono rappresentare senz'altro un argomento di dibattito, anche in un prossimo futuro, ma sicuramente nascondono un mix di motivi personali ed affettivi, nonché l'opportunità di continuare a svolgere il proprio lavoro senza la necessità di vivere oltre i confini dello Stivale. Senza ovviamente trascurare il desiderio di poterlo fare sentendosi "al sicuro", a casa, o comunque meno soli.

TRA NOSTALGIA E RIPENSAMENTO
Molti di quanti sono tornati ad "abbracciare" il Belpaese hanno dichiarato, in un questionario, di avere ancora nostalgia per l'Italia. Per gli autori del report di "ChEuropa" si tratta di una conferma ulteriore che la solitudine ed il senso di isolamento indotto dalle misure di contenimento della pandemia virale, hanno alimentato un ripensamento in molti nostri connazionali che vivono all'estero.