di Mimmo Carratelli

 

Dopo Roma (0-0) e Inter (2-3), un'altra delle "sei sorelle" sul cammino del Napoli, la Lazio di Sarri, stasera al "Maradona", senza più alcuna nostalgia per il Comandante toscano. Mancano nel ruolino azzurro di vertice l'Atalanta (a Fuorigrotta) e il Milan (a San Siro). Il Napoli deve prendere punti alle prime squadre per tenersi in alto. Comanda ancora, in compagnia del Milan, ma ha imboccato un momento delicato, soprattutto per gli infortuni. 

Il Napoli che ha rallentato la corsa ha bisogno di una franca vittoria per rilanciarsi. La Lazio non è insuperabile. Forte sul suo campo (16 punti) battendo Roma e Inter, vacilla in trasferta (5 punti), una batosta a Verona dopo le sconfitte con Milan e Bologna, unico fiore all'occhiello il 2-2 di Bergamo. A sottolineare le due "facce" della Lazio il computo dei gol in casa (18-8) e in trasferta (7-13). 

Spalletti è alle prese col Napoli Due che ha bisogno di certezze per funzionare. A Mosca non ha funzionato Mertens dietro Petagna. È il nodo da sciogliere per puntare su un attacco efficiente. La fisicità di Petagna non dà incisività all'attacco, il centravanti triestino è poco rapido, non è decisivo sul gioco aereo, tiene poco la palla. Mertens, tra le linee, si perde. 

Spalletti ha più di un problema e sta perdendo l'aplomb sereno. Non solo Insigne deve tornare il giocatore che sa essere, ma Zielinski deve smetterla di vivere fra luci (poche) e ombre (molte), Fabian Ruiz deve sapersi muovere senza Anguissa e Lozano deve ritrovare le qualità che incantarono Ancelotti. 

Quattro giocatori che determinano il miglior rendimento del Napoli. Basta una "mezza partita" dei quattro per andare giù. 

Nei momenti delicati non aiuta la fortuna e i limiti della squadra raddoppiano. Tornano a galla la personalità che s'appanna e il vecchio, molle approccio alle gare come è successo a Milano e a Mosca. Ma non si può pretendere che il Napoli abbia gli occhi di tigre. Non ce li ha, non li ha mai avuti. È squadra essenzialmente tecnica. Un calo di forma l'espone al vigore degli avversari. Hanno illuso i finali contro Inter e Spartak. Il Napoli è sempre in piedi, si è scritto, ma non vince più (dall'1-0 a Salerno, fine ottobre). 

La Lazio di Sarri è come tutte le squadre di Sarri (Chelsea, Juventus) dopo l'esperienza napoletana. Squadre in bilico fra un passato consolidato e la "novità sarriana" che non si impone, così che il Chelsea e la Juventus di Sarri hanno vinto alla loro "vecchia maniera".

Sta succedendo anche alla Lazio abituata al 3-5-2 di Inzaghi e ancora non in grado di giocare il 4-3-3 come vuole Sarri con più di un giocatore insofferente (Luis Alberto, Lazzari). La squadra romana ha però più di una individualità capace di incidere, non solo Ciro Immobile, ma anche Milinkovic-Savic (1,91) e il saettante Pedro. 

I 21 gol al passivo, di gran lunga la peggiore difesa delle "sei sorelle", sono il dato più eclatante delle difficoltà della Lazio di Sarri che, in attacco, segna quanto il Napoli (10 reti di Immobile sulle 25 complessive). 

Il campo pesante per questi giorni di pioggia violenta non aiuterà il Napoli e una Lazio "vecchia maniera", ben protetta e contropiede, sarà un avversario molto pericoloso. Gli "strappi" di Lazzari a destra e quelli di Pedro a sinistra sono le armi laziali da rendere innocue. Fra Rrahmani e Koulibaly non ci dovrebbe essere molta gloria per Immobile. 

Nelle sfide di centrocampo, il Napoli dovrebbe reggere il confronto con i laziali, ma molto dipenderà dalla serata di Fabian Ruiz e Zielinski. Il centrocampo di Napoli e Lazio è fatto più di giocatori offensivi che di centrocampisti validi nella fase passiva. Prevedendo un sottile equilibrio, saranno gli errori a fare la differenza. 

Dopo gli impegni in Europa League, la Lazio ha avuto un giorno in meno per rientrare in campionato. Se ne è lamentato Sarri, come d'abitudine. Napoli e Lazio sono rientrati entrambi da Mosca, trasferta non proprio agevole. Zitti e Mosca, si gioca senza alibi. 

Anche il Milan avrà oggi un turno casalingo (Sassuolo). E l'Inter ha puntato i fari sul primato. Attenzione, la minaccia nerazzurra è pesante