di Stefano Casini

La Società Italiana della cittá di Dolores nacque, e non per caso, un 20 settembre dell’anno 1888, fondata da un gruppo di emigrati italiani, che, come in quasi tutti i casi, giungendo a fare l’America, avevano bisogno di una Societá di Mutuo Soccorso. Il nome originale fu "Società Italiana Di Mutuo Soccorso XX Settembre". Nel mese di agosto 1888 i cittadini italiani residenti a Dolores si riunirono in un'assemblea, con lo scopo di scambiare idee relative alla possibilità di una fondazione di una Società Italiana di Mutuo Soccorso, di cui potessero beneficiarsi i figli della patria lontana. L'idea fu maturata con successo per l’enorme entusiasmo con cui era stata promossa dai capi del movimento, Giovanni Cima, Giuseppe Mascetti, D. Bolognini, V. Giuseppe, Giacomo Negro, Giuseppe Papaleo, Romilio Bianchi, Barbato Andriolo, Antonio Lorenzi ed Ernesto Piazze e divenne una realtá quando il progetto fu approvato nell'assemblea con la soddisfazione dei presenti che delegarono, a questi illustri connazionali, la costituzione di una Commissione Provvisoria.

Fu cosí che il Primo Consiglio di Amministrazione del 1888 ebbe come Presidente: Giovanni Cima Vicepresidente: Giacomo Negro Tesoriere: Romilio Bianchi Segretario: Ernesto Piazze Membri: Giuseppe Mascetti, Barbato Andriolo, Giacomo Anselmi, Giovanni Borca, Gio Batta Erba. Al termine dei lavori della Commissione, il 20 settembre 1888, giorno commemorativo della Breccia di Porta Pia e del libero pensiero un secolo piú tardi, l'istituzione fu dichiarata ufficialmente fondata. Questo evento, per un gruppo di italiani di una piccola località come Dolores, fu celebrato con un grande pranzo al sacco. Il 20 settembre 1896, alla presenza delle autorità locali, rappresentanti della stampa e colleghi di altre società, il Vice Console d'Italia a Buenos Aires, intervenne portando alla Societá la prima bandiera italiana issata ufficialmente a Dolores. La madrina della festa fu Virginia Trivelloni e il padrino Francisco Risso. L'8 settembre 1900, Pedro Candes, un terratenente della zona, donó un terreno alla Commissione in carica per la costruzione di un edificio. Nell'Assemblea del 19 gennaio 1901, la Commissione Direttiva assieme a tutti i soci, inizió a riscuotere la maggior parte dei fondi disponibili per costruire la sede, ancora oggi mantenuta in buone condizioni.

All'inizio, la Società Italiana di Mutuo Soccorso XX Settembre, fu un’associazione prettamente italiana e molto attiva, con oltre 500 soci attivi che, per quell’epoca e per una Societá di Mutuo soccorso, erano tanti. Oggi, purtroppo, i pochi soci rimasti, pagano la quota associativa senza farne uso e il denaro raccolto viene utilizzato per la manutenzione del palazzo originale. La sede è al servizio di tutti i movimenti culturali e sociali portati avanti dalle varie entità della cittá di Dolores e si trova in Calle Asencio tra Elena Barros e M. Elena López de Bertullo, conservando le linee signorili dell'architettura dell'epoca. In onore di questi italiani che 133 anni fa resero possibile, in una piccola città dell’interno dell’Uruguay, la costituzione di un sodalizio che è perdurato nel tempo, trascriviamo l’elenco di nomi dei Presidenti dei Consigli Direttivi: Giovanni Cima, Giovanni Trivelloni, Raffaele Di Franco, Giovanni Negro Ernesto Piazze, Giacomo Donado Giovanni Bonti. Giuseppe Cima, Bertullo Giglimi, Cataldo Labiola, Eraldo Poletti, Luigi Morossini, Roberto Galtieri, Lopardo Andriolo, Giulio Martinez, Matteo Della Mea, Mario Favout, Paolo Bounousa, Alessandra Polla, Giovanni Carlo Pesce, Enrico Armand Hugón, Diego Ottonelli, Enrico Armand Hugón di nuovo e Alessandra Polla.

Il 28 novembre 1987 venne firmato il primo accordo con il governo uruguaiano, per restaurare la vecchia sede. Successivi restauri e ampliamenti a seguito del lavoro della Commissione, furono fatte con il patrocinio e la collaborazione dell'Ambasciata d'Italia, il Comune di Soriano, dell'ANCAP, del Ministero dell'Istruzione e della Cultura e della Regione Piemonte. Nel 1988 sono iniziati i passi per la modifica dello statuto della Società, assumendo funzioni di centro culturale e sociale. Nello stesso anno 1988, nell'ambito delle celebrazioni del centenario della fondazione della Società, si inauguró a Dolores la Plaza Italia, alla presenza dell’allora Ambasciatore Paolo Angelini Rota e il Console Calamaro a fianco delle autorità locali, regionali e nazionali. Ci fu anche un pranzo servito nella Società che superó i 500 partecipanti. Nel 1990 venne aperta “La Escuela de Idioma Italiano” diretta da tre insegnanti, María del Rosario Lopez, Angela Etchevarne e Anna María Rossi. Nel 1998, per ricordare i 110 anni di vita della società, il Sindaco Comunale di Soriano Gustavo La Paz, ha inaugurato l'illuminazione della facciata dell'edificio ristrutturato, e ha consegnato ufficialmente alle autorità della comunità, la bandiera del Dipartimento di Soriano, come simbolo di grande apprezzamento per il compito svolto dalla Società Italiana di Dolores in oltre un secolo di vita.

Il mese di settembre 2001 segnó il 100° anniversario dell'inaugurazione dell'attuale edificio della Società. Un lavoro che hanno reso possibile le generazioni di discendenti di italiani a Dolores. Nel 2002 una nuova e innovativa impresa diventa realtá e permette di vedere una nuova forma di collaborazione, integrazione e scambio culturale premiando il lavoro delle nuove generazioni (figli, nipoti e pronipoti) di quegli emigrati che giunsero a Dolores. Prendendo forma nell'ambito del Progetto "Neo Imprenditorialità Italiana per lo Sviluppo Turistico dell'Uruguay", un'azienda locale legata al settore della tecnologia e di Internet che opera a Dolores (www.doloresnet.com) prende cura della nuova amministrazione ed è formata da: Alberto Aunchayna, Enrique Armand Hugon, Gustavo Lapaz, Giuseppe Bruno e Maurizio Corini. Da sottolineare che la famiglia Armand Hugón, soprattutto Enrico, l’ultimo capostipite della famiglia italiana più attiva a Dolores, ha sempre tenuto ben alto il nome della Società Italiana di Dolores, un simbolo di perseveranza di italianità all’interno dell’Uruguay che dovrebbe essere un esempio vivente per tante altre associazioni italiane che stanno morendo a Montevideo.