I tentativi di far sì di annullare lo sciopero del 16 dicembre sembrano vani e tutto, a questo punto, va verso quella direzione. Anche nella giornata di ieri i due sindacati aderenti, Cgil e Uil, hanno fatto capire che indietro non si torna. La decisione è stata presa e resta, anche perché l'esecutivo, secondo loro, non ha fatto marce indietro.

Per Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, “il governo sul fisco ci ha detto che la partita è chiusa e la maggioranza non ha aperto una trattativa con le organizzazioni sindacali. Questo è sotto gli occhi di tutti e la ragione per cui abbiamo proclamato lo sciopero è proprio perché si è chiusa la partita e la maggioranza si è presentata con noi con una proposta che non ha modificato”.

Pierpaolo Bombardieri, segretario geneale della Uil, chiede “un Paese diverso. Chiediamo un Paese che sia in grado di interrogarsi sul fatto che ci sono tanti disagi e tante disuguaglianze, c’è una narrativa che tende a dire che va tutto bene”. E poi ancora: “Serve una riforma fiscale che sia in grado di combattere 110 miliardi di evasione di cui non si parla più; di effettuare una redistribuzione partendo dalle categorie che oggi stanno in grande difficoltà; occorre un’attenzione sul tema del Welfare, ai giovani, alle donne, a chi ha lavorato per 41 anni di fila e vuole andare in pensione”.