di Stefano Casini

 

Rafael José Addiego Bruno nacque a  Salto il 23 febbraio del 1923 e morí a Montevideo il 20 febbraio 2014. É stato un avvocato, giurista e politico uruguaiano, membro della Corte Suprema di Giustizia dell'Uruguay tra il 1984 e il 1993, organo di cui è stato anche presidente. Cittadino italiano “iure sanguinis” per via dei suoi genitori, ha partecipato moltissimo a commemorazioni italiane di ogni genere e in varie circostanze come autorità uruguaiana in cene e pranzi delle nostre associazioni.

È stato presidente ad interim dell'Uruguay c in Uruguay che duró dal 1973 al 1985.

Laureato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università della Repubblica con il titolo di Dottore in Giurisprudenza. é stato membro della Corte Suprema di Giustizia dal 1984 al 1993, a coronamento di una lunga carriera giudiziaria.

Entrò nella Magistratura l'8 agosto 1950, prestando servizio come Cancelliere presso il Giudice di Pace della 3a Sezione Giudiziaria di Montevideo. Nel 1951 prestó servizio come Cancelliere del Giudice di Pace della 23rd Sezione Giudiziaria di Montevideo e nel 1952 presso l'omologo Tribunale della I Sezione Giudiziaria fino alla nomina a Juez de Paz (Giudice di Pace) di quella stessa sede il 22 maggio 1953.

Nel dicembre 1954 divenne Giudice di Pace della IV Sezione Giudiziaria di Montevideo e il 26 febbraio 1965 fu nominato Giudice Supplente. Dal 20 maggio 1965 fu Giudice di 1° Grado della Corte Civile di Terzo Turno, fino al 25 novembre 1974 è promosso a Ministro di 2° Turno della Corte d'Appello Civile. 

Il 20 gennaio 1984 fu investito della carica di Ministro della Corte Suprema di Giustizia, posizione che coprí fino al suo pensionamento il 23 febbraio 1993.

Addiego Bruno, figlio di lucani, é stato professore di Diritto Processuale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università della Repubblica tra il 1954 e il 1964 ed é stato membro di diverse organizzazioni civili di natura culturale e politica. È stato vicepresidente dell'Istituto di Studi Civici, legato all'Unione Civica.

Fu concordato tra le forze politiche e le forze armate che, come presidente di questo organo, avrebbe assunto l'esercizio del potere esecutivo, cosa che fece dal 12 febbraio al 1 marzo 1985, tra le dimissioni di Gregorio Álvarez e l'assunzione di Julio María Sanguinetti. Alcuni lo ricordano come un “socio” della dittatura civico-militare, ma fu sempre, semplicemente un lavoratore della Giustizia, prima, durante e dopo il governo di fatto. 

Ha prestato giuramento secondo le norme vigenti. Secondo la Costituzione della Repubblica, in caso di vacanza delle cariche di Presidente, Vicepresidente, Senatore e altri ruoli del potere legislativo, e quando ci fu la transizione, non esitó, chiamato all’appello dall’allora mondo politico e le Forze Armate in procinto di lasciare il potere, di occupare la Presidenza della Repubblica, per solo 17 giorni, anche perché, in caso di vuoto istituzionale, la presidenza della repubblica deve essere occupata dal presidente della Corte Suprema di Giustizia. Ci fu un accordo politico tra il Partito del Colorado e le Forze Armate in modo che la banda presidenziale non fosse trasmessa da un presidente dittatoriale come Gregorio Álvarez, quindi fu lui, Addiego Bruno a insignere dare la presidenza al primo Presidente post-dittatura come lo fu Julio Maria Sanguinetti. Alla fine, comunque colui che ha mise la fascia presidenziale su Sanguinetti fu il suo vicepresidente, Enrique Tarigo.

Durante il suo breve mandato riuscì a nominare due ministri e un segretario generale della Presidenza.

Dopo l'esercizio della Presidenza della Repubblica, tornó a far parte della Cassazione.

Durante il suo mandato, è stato incaricato di pronunciarsi su una delle questioni più controverse della storia recente in Uruguay, la Ley de Caducidad, che ha cessato la persecuzione giudiziaria contro terroristi e militari attraverso un Referendum. Con il suo voto ha affermato che la legge era costituzionale.

Lo ricordo benissimo perché facemmo 3 viaggi assieme, a Vallo della Lucania in provincia di Salerno ma vicino alla Basilicata, da dove provenivano i suoi genitori. Era una persona pacata, simpatica, sempre con un sorriso sulle labbra e molto colta. Non ha esitato quando fu chiamato a fare da ponte per il passaggio da una dittatura a una Democrazia.