Caro direttore,

Tempo di bilanci, tempo per fare una pausa e pensare cosa sta accadendo nel nostro pianeta. Mentre in Italia si superano i 30.000 contagi in 24 ore, mentre in Germania, Francia o Inghilterra si stringono le misure per evitare che la quinta esplosione di Covid dilaghi troppo, in Uruguay, anche se con misure precise, è tutto diverso. Come se, per tutti noi che abbiamo vissuto questi 2 anni in un paese di 180.000 Kmq e 3,5 milioni di abitanti, sia stato un periodo di vacanze forzate e non di terrore e morte. Non so quanti paesi, oltre alla Cina, siano riusciti a migliorare le cifre pre-pandemia, ma l'Uruguay ci é riuscito. 

Prima del 10 marzo 2020 la disoccupazione era del 10.4%, oggi é dell'8.2%, inflazione sotto controllo, aumento delle esportazioni e importazioni, aumento del PIB, aumento di addetti ai lavori nella costruzione, benzina bloccata, insomma, una serie di statistiche che fanno apparire questo piccolo paese, come una specie di miracolo mondiale, come quando parlavamo che, mentre il Brasile ha 8 Coppe Sudamericane e 4.5 milioni di giocatori di calcio federati, l'Uruguay, ne ha ben 15, ma, di abitanti, un milione in meno......... che di giocatori di calcio!!

É stato il 2021 l'anno più difficile per l'Uruguay? Sicuramente è stato piú difficile il 2020, anche perché, dopo appena 10 giorni dalla sua assunzione, il Presidente della Repubblica Luis Lacalle Pou, ha avuto a che fare con la Terza Guerra mondiale, una guerra senza bombe, ma con tanta paura, la guerra contro una pandemia mondiale che ci ha fatto ricordare la Spagnola di un secolo fa.

Mentre oggi, nel resto del mondo occidentale, sono giá scattate quasi tutte le misure di restrizione che ci fanno ricordare i periodi peggiori del Covid19, l'Uruguay registra code chilometriche sui confini, continua con un numero di contagi abbastanza ristretto, fa scattare una stagione turistica "quasi" pre-pandemia, con alberghi, ristoranti e spettacoli pieni. Per alcuni, il numero di contagi che oscilla fra i 300 e i 600 casi al giorno, con morti a una sola cifra, è ancora un fatto da non far affondare nel panico la società, per altri, i NO VAX all'uruguaiana, sono solo piccoli numeri, per il mondo della scienza, la preoccupazione non deve calare e bisogna mantenere la massima allerta! 

Ció che è vero, che viviamo in un paese quasi "modello" per come ha combattuto questo tragico momento planetario. Le sue caratteristiche sono ideali, come la bassissima densitá di popolazione, non paragonabile a quella delle grandi potenze, senza montagne, senza climi estremi, con molto vento. É anche vero che il governo ha gestito bene i vaccini, con quasi un 80% della popolazione con 2 dosi e quasi la metá con 3 dosi. Lo scudo protettivo non è impenetrabile, ma è giá molto duro.

Bisognerá vedere se, dopo la stagione estiva, il numero di contagi tornerá a salire pericolosamente o si manterranno i numeri odierni. Non dimentichiamo che, anche in Uruguay, muoiono molte piú persone di influenza normale, di infarto o di cancro, che di Covid19.

In ogni caso, il vero bilancio, in questo senso, si dovrá fare a marzo, quando conosceremo quanti turisti avrá avuto questa nuova stagione e se i contagi saranno di piú o di meno. Ció che possiamo confermare su tutto il nostro pianeta, è che, con i vaccini, i decessi sono scesi e di molto. Comunque, dovremo abituarci a vaccinarci una o due volte all'anno, come si fa con l'influenza o altre malattie.

STEFANO CASINI