C'è chi ha avuto le ruote forate o lo specchietto dell'auto danneggiato, chi si è visto bruciare il portone di casa o chi ha ricevuto una lettera minatoria con tanto di proiettili inclusi. Il campionario è vario ma il minimo comun denominatore è sempre lo stesso: governare comuni, province o regioni in Italia è un mestiere ad alto rischio. È una vita pericolosa quella degli amministratori pubblici, soggetti come sono ad attentati e minacce. A monitorare il fenomeno ci pensa da anni l'associazione "Avviso pubblico", che periodicamente redige il rapporto "Amministratori sotto tiro".

L'ultimo, di poche settimane fa, registra numeri da brividi:  465 atti intimidatori in un solo anno, una media di nove episodi a settimana, uno ogni 19 ore. Nel mirino sindaci, assessori, consiglieri comunali, ma anche amministratori regionali e pubblici funzionari di enti locali. Gli ultimi dati monitorati sono quelli relativi all'anno 2020, e sono in lieve miglioramento rispetto all'anno precedente, con un -17% di atti intimidatori. Ma secondo l'associazione il trend positivo è dovuto agli effetti della pandemia, al lockdown e al conseguente rinvio di molte elezioni locali, piuttosto che a un miglioramento della situazione generale in cui i pubblici amministratori operano.

Lo scenario è preoccupante anche perché nessuna regione d'Italia ne è esente. I casi sono stati segnalati in 89 province su 107 e in 280 comuni. Ma purtroppo è ancora una volta il Meridione che fa registrare le punte più alte: Sicilia, Calabria, Puglia e Campania assieme contano il 57,5% dei casi (con quasi 270 episodi), mentre al Centro-Nord sono stati il 42,5%, un dato comunque in crescita rispetto a sette anni prima quando nell'area più sviluppata del Paese si contava solo il 20% dei casi italiani. 

Il record negativo spetta alla Campania, con ben 85 atti intimidatori, seguita dalla Puglia e dalla Sicilia (55 episodi ciascuna) e dalla Calabria con 38. La Lombardia, prima regione del Centro-Nord, segue da vicino con 37 episodi, poi vengono il Lazio con 36 e il Veneto con 30 ma con un trend in forte crescita negli ultimi anni.

Una novità va registrata per quanto riguarda la tipologia di aggressioni. In vetta alla classifica, per la prima volta, si trovano le minacce attraverso i social network, che sono il 19% del totale degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali. Seguono le più classiche aggressioni fisiche e gli incendi con il 18% dei casi per ciascuna tipologia, e poi minacce verbali e telefonate minatorie (12%), lettere e messaggi intimidatori (10%), danneggiamenti (9%), scritte minacciose (7%), ordigni ed esplosivi (4%), invio di proiettili (2%), spari contro abitazioni e automobili (1%).

In gran parte le intimidazioni giungono da semplici cittadini (sono il 36% del totale) e non da organizzazioni criminali. In questo anno particolare molti degli episodi traggono origine dalle misure anti-pandemia decise dai pubblici amministratori (il 42%), molto distaccate le aggressioni motivate da scelte amministrative sgradite (22%), casi di estremismo politico (12%), mentre molto forti sono le motivazioni dettate da grave disagio sociale (11%), per esempio motivazioni legate a sussidi economici e richieste di lavoro, e il 10% da sgomberi di abitazioni abusive o contravvenzioni per attività economiche abusive (parcheggiatori e commercio ambulante).

Naturalmente non mancano le intimidazioni legate alla criminalità organizzata, si pensi che ben 67 episodi (il 14,4%) sono avvenuti in Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose.

Secondo l'associazione "Avviso pubblico", si fa ancora poco per tutelare gli amministratori e pubblici funzionari locali. Se si eccettua la protezione disposta secondo i casi dai Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza presieduti dai prefetti, non c'è altro. Invece, l'associazione chiede che il Parlamento disponga norme per assistere i pubblici ufficiali oggetto di minacce e  aggressioni sia economicamente, ristorando i danni subiti, sia sotto il profilo dell'assistenza legale e psicologica. Tutte cose che in Italia, per il momento, sono un miraggio.

di Anonimo Napoletano