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1 gennaio 1892. Il buon anno, quell'anno, lo diede Ellis Island: 130 anni fa infatti fu inaugurata la 'stazione d'immigrazione' che si trovava nella baia di New York appunto sull'isola di Ellis Island (distrutta dal fuoco nel 1897, ricostruita nel 1900 e dal 1924 soprattutto centro di detenzione destinato agli emigranti). In 62 anni di frenetica attività, fu chiusa nel 1954, vide passare oltre 20 milioni di emigranti nel loro cammino verso il sogno americano.

La prima persona a valicare quella frontiera che poi divenne così famosa, fu Annie Moore, 17enne irlandese di Cork che viaggiava con i suoi due fratelli per potersi riunire con i genitori. Venti milioni di emigranti che per realizzare i loro sogni dovettero poi sottostare a enormi sacrifici a cominciare poi proprio da Ellis Island dove, una volta sbarcati, erano sottoposti a visite mediche, fisiche, mentali e spesso anche morali e comunque erano esclusi vecchi, deformi, ciechi, sordomuti e tutti coloro che presentavano malattie contagiose, malattie mentali e altre infermità.

Durante gli anni '20 difetti morali erano ritenuti anche l'omosessualità e la sessualità definita illecita. Ma nonostante tutto nei primi anni, il picco dell'ondata verso gli Stati Uniti, solo il 2% venne respinto e rispedito ai loro Paesi di origine. Venti milioni di sognatori tra i quali anche tantissimi italiani alcuni dei quali divennero poi delle star leggendarie come Rodolfo Valentino, ma anche Cary Grant dall'Inghilterra, Elia Kazan dalla Turchia e Isaac Asimov dalla Russia.

Oggi Ellis island fa parte del Statue of Liberty National Monument ed è accessibile dal pubblico solo col ferry. La parte nord dell'isola, sede dell'edificio principale, è ora un museo nazionale dell'emigrazione. La parte sud che include Ellis Island Immigrant Hospital è aperta al pubblico solo attraversi tour guidati.