di Vincenzo Musacchio

La posizione strategica della Turchia, al crocevia tra Asia, Medio Oriente ed Europa, unita ai suoi lunghi confini, la rende protagonista nei mercati transnazionali del traffico di sostanze stupefacenti. Le droghe rappresentano nel Paese un mercato illegale economicamente di primo piano. I traffici e le attività di spaccio sono concentrati principalmente nelle aree turistiche del Paese, nelle città metropolitane e in quelle ai confini del Paese. Il mercato della droga è la linfa vitale di interi quartieri di Istanbul e di altre aree urbane ed è fondamentale per l'economia di prossimità lungo i confini del Caucaso, dell'Iran e dell’Afghanistan.

Con il ritorno dei talebani a Kabul, la Turchia tornerà a svolgere un ruolo chiave per i traffici di droga verso l'Europa. Conosciamo varie reti criminali sparse prevalentemente nelle aree vicine ai confini marittimi e terrestri della Turchia, come Adana, Diyarbakir, Gaziantep, Istanbul, Izmir e Reyhanli. Questi approdi garantiscono un’attività transfrontaliera che riguarda principalmente il traffico di sostanze stupefacenti. La capacità e l'influenza di queste reti criminali organizzate sono aumentate negli ultimi anni, così come i loro collegamenti con le nazioni vicine (Albania, Grecia, Bulgaria, Georgia, Armenia, Iran, Iraq, Siria).

Sebbene la criminalità organizzata in Turchia sia dominata da criminali autoctoni, alcune mafie operano nel Paese, principalmente nel traffico e nel commercio transfrontaliero di droga e armi, ma anche in operazioni transnazionali nel traffico di esseri umani. Con l’aumento della richiesta di droga da parte dell’Europa, la collaborazione tra le mafie turche e quelle straniere si è notevolmente rafforzata. Sebbene la maggior parte delle tipologie di droga siano importanti in Turchia, il traffico di eroina è di gran lunga il mercato più redditizio del Paese. La vicinanza della Turchia all'Afghanistan, importante produttore di eroina, e i considerevoli mercati di consumo in Europa e Medio Oriente, fanno del paese governato da Erdogan un anello importante nella catena del commercio internazionale di eroina. 

Le organizzazioni criminali turche controllano una buona parte dell'importazione all'ingrosso di eroina in Europa. Il recente accrescimento dei sequestri di anidride acetica, un precursore chiave per trasformare la morfina in eroina, suggerisce che la produzione di eroina sia in aumento in Turchia, con laboratori sparsi a Istanbul e nelle province orientali di confine. Esiste una rotta di traffico a doppio senso, tra i Paesi Bassi e la Turchia che attraversa tutti i Balcani, sulla quale l'eroina e la morfina arrivano in Europa.

L'anidride acetica, (comunemente nota come ecstasy), e altri farmaci precursori sono spostati nella direzione opposta per accrescere la produzione in Turchia. In effetti, la prevalenza del consumo di droghe sintetiche, principalmente metanfetamine e cannabinoidi sintetici – noti come “bonsai” – è in aumento negli ultimi anni, soprattutto a causa del facile accesso e del loro prezzo relativamente basso. 

La Turchia funge anche da paese di transito per Captagon (il composto farmaceutico amfetillina cloridrato), con compresse prodotte nell'Europa sudorientale, contrabbandate attraverso il paese in rotta verso il Medio Oriente. Il consumo di cannabis è abbastanza comune in Turchia ed è aumentato negli ultimi anni, in particolare tra i giovani maschi. La coltivazione della cannabis, sia lecita sia illecita, è diffusa, quest'ultima concentrata prevalentemente nella regione sud-orientale della Turchia e controllata in gran parte dal Partito dei Lavoratori del Kurdistan e dai suoi gruppi e individui associati. Il mercato della cocaina è abbastanza limitato. La Turchia non è sulle principali rotte transnazionali del traffico di cocaina e non svolge un ruolo importante come via di transito per la cocaina, sebbene la prevalenza del traffico di cocaina risulti essere aumentata di recente.

Tutti questi traffici sembrano essere tollerati dalle autorità statali e governative locali. Nonostante la Turchia abbia una buona legislazione antimafia, il vero problema è la mancata applicazione di queste leggi. Il Paese è spesso connivente con queste nuove mafie e le utilizza a proprio vantaggio per precisi scopi di natura politica. Nelle relazioni geopolitiche con altri Paesi, in special modo con l’Unione europea, il governo turco sceglie di rafforzare o allentare il controllo sull'attività criminale delle mafie. Negli ultimi anni, per esempio, la Turchia ha usato i migranti come strumento di pressione sull’Unione europea per ottenere fondi e aiuti economici.

Nel Paese della Mezzaluna operano un numero significativo di gruppi criminali di stampo mafioso, modellati sulla tipologia tradizionale, con una forte gerarchia centrata sul capofamiglia, noto come “Babà”. Va detto tuttavia che nell’ultimo decennio anche la mafia turca ha vissuto le sue mutazioni avvicinandosi sempre più a una struttura meno di vertice e più con clan autonomi sul modello della camorra napoletana. Nella nuova geopolitica del traffico e del commercio di sostanze stupefacenti, tra le mafie dell’area mediorientale, quella turca, soprattutto con l’arrivo dei talebani a Kabul, avrà un ruolo di primo piano nella fornitura di droga in Europa. Tra le tante mafie di cui l’Unione europea dovrà occuparsi c’è senza dubbio anche quella turca.