Pietro Miraglia

Il coordinamento intersindacale delle associazioni di categoria più rappresentative fra quelle che erogano prestazioni specialistiche sul territorio siciliano, esprime, in una nota, il più profondo dissenso per le disposizioni contenute nella bozza di Decreto sugli aggregati di spesa per l'assistenza specialistica privata e si dissocia fermamente dalle recenti esternazioni fatte da alcune sigle sindacali che hanno invece lodato quella stessa bozza (redatta dall'Assessorato regionale alla Sanità), pur non rappresentando le migliaia di strutture di patologia clinica, cardiologia, di branche a visita, di odontoiatri, di fisiatria, della Regione Siciliana, bensì solo quelli di una piccola minoranza.
Tali esternazioni, a giudizio del coordinamento intersindacale, danneggiano le posizioni della stragrande maggioranza dei rappresentanti di quelle stesse strutture, che da decenni si battono per una sanità migliore, per l’abbattimento delle lunghissime liste di attesa, per l'aumento delle risorse da rendere disponibili alla specialistica accreditata e contrattualizzata (per come la legge stabilisce), per migliorare complessivamente e rendere più umana e fruibile l’assistenza sul territorio in ossequio al principio della libera scelta del luogo di diagnosi e cura. Forse sfuggirà a qualcuno - si legge nella nota - che quello in gioco è l’assetto del sistema salute del territorio siciliano ed il ruolo che la specialistica è chiamata ad avere per la tutela dei malati e dei pazienti, per la stabilità ed il futuro di strutture, centri e laboratori che oggi, come sempre, sono in prima linea a garantire il diritto alla salute ed a difendere il loro ruolo indispensabile nel SSN e nel SSR".
Plaudire (come hanno fatto, appunto, talune sigle sindacali) alla bozza di un Decreto come quello al quale sta lavorando l'Assessorato regionale alla Sanità significa, in buona sostanza, per il coordinamento: voler peggiorare la qualità e la fruibilità delle prestazioni di specialistiche erogate sul territorio siciliano dalle strutture convenzionate accreditate. Giova a qualcuno ricordare che una medesima prestazione venga pagata 6 euro nel privato e ben 53 nel pubblico? E che questo rappresenti un chiaro esempio di sperpero di denaro laddove noi privati eroghiamo l’ottanta per cento delle prestazioni a costi decisamente inferiori rispetto al pubblico e con un rapporto, si badi bene, di 1 a 5? Ora, rilancia il coordinamento delle associazioni di categoria siciliane: tacere questo, non sostenere con forza le nostre posizioni, avallare le scelte dell'Assessorato, significa voler sbattere per sempre le porte in faccia al mondo della sanità privata accreditata disconoscendo, tra l’altro, anche il fondamentale ruolo da essa svolto durante i difficili mesi della pandemia. E noi questo non possiamo permetterlo, né ora, né mai. Da qui l’appello che come coordinamento intersindacale, in rappresentanza di oltre mille strutture associate, che, da sole, erogano milioni di prestazioni all'anno, rivolgiamo ai vertici dell’Assessorato regionale alla Sanità affinché il budget finanziario che dovrà essere attribuito al comparto della specialistica contrattualizzata (per le annualità 2022, 2023 e 2024), sia determinato secondo i criteri distributivi previsti dalla legge tuttora vigente rinunciando, in tal modo, ad altri avvilenti, penalizzanti ed ingiustificati calcoli. Ne va del nostro futuro e di quello di tutti i siciliani.

Salvatore Piscitello  (AIPA-Associazione Italiana Poliambulatori Accreditati)
Salvatore Calvaruso  (ARDISS/FKT-Associazione Regionale Delle Imprese Sanitarie Siciliane/FKT)
Domenico Marasà  (CITDS-Confederazione Italiana per la Tutela dei Diritti in Sanità)
Francesco Salerno  (CROAT-Coordinamento Regionale Odontoiatria Ambulatoriale di Territorio)
Salvatore Gibiino (SBV -Sindacato Branche a Visita)
Francesco Romano  (SIOD-Sindacato Italiano Odontoiatria Democratica)
Pietro Miraglia (FederBiologi)
Antonino Castagna (FederAnisap Sicilia)
Gabriele Salvo  (FederLab)
Filippo Cinardo (Laisan)