di Angela Mauro

'Fast track' all'Ucraina per aderire all'Unione Europea, se questo può diventare moneta di scambio utile nella trattativa diplomatica con la Russia. L'ipotesi che solo una settimana fa sembrava lunare plana sul tavolo dei leader Ue che oggi e domani ne discutono al Consiglio informale convocato dalla presidenza francese dell'Unione a Versailles. A dispetto dei rumors della vigilia, il summit non partorirà un altro piano di ripresa e resilienza dovuto alla guerra. "È prematuro", dice anche Mario Draghi nel question time alla Camera. L'opzione, prefigurata dalla presidenza francese giorni fa, per ora resta all'orizzonte. Secondo fonti parlamentari, ieri sera alla riunione con il gruppo dei Socialisti&Democratici a Strasburgo, il commissario europeo al Green Deal Frans Timmermans ha dato per scontato che "il Next Generation Eu verrà rifinanziato". Non per covid, ma per guerra. Ma non ora. Sul vertice di oggi, la pressione degli Usa e della Gran Bretagna che ieri hanno deciso l'embargo di petrolio e gas dalla Russia. I paesi baltici e la Polonia minacciano di tornare alla carica per nuove sanzioni Ue sull'energia.

Oggi, mentre i 27 leader europei si vedranno a Versailles, i ministri degli Esteri russo Sergej Lavrov e ucraino Dmytro Kuleba si incontreranno in Anatolia, su invito del presidente turco Erdogan. Sul tavolo della trattativa, c'è la possibilità che l'Ucraina diventi neutrale rispetto alla Nato, ma che lo stabilisca nella propria Costituzione. Insomma, non come la Finlandia che non fa parte dell'Alleanza senza vincoli costituzionali, dunque 'libera' di partecipare alle riunioni Nato di questi giorni sulla crisi, insieme alla Svezia. Per l'Ucraina il modello sarebbe l'Austria, che ha sancito in Costituzione che non entrerà mai nella Nato, ma fa parte dell'Ue.

Ieri il presidente Volodymyr Zelensky si è detto disponibile a trattare su Crimea e Donbass. Cosa peraltro confermata in serata dal consigliere di Zelensky a Bloomberg: "L'Ucraina è pronta a una soluzione diplomatica e a discutere la richiesta russa di neutralità". Oggi Mosca accetta la trattativa ribadendo che esige il riconoscimento del Donbass e della Crimea. La settimana scorsa il portavoce del Cremlino Peskov ha chiarito che l'ingresso dell'Ucraina nell'Ue non è un problema per Mosca, perché l'Ue non è un'alleanza militare. Il problema sarebbe l'ingresso nella Nato, appunto. Da qui la disponibilità di Bruxelles a valutare seriamente di accelerare il percorso di adesione dell'Ucraina, magari riconoscendole lo status di 'paese candidato' da subito, pur nella consapevolezza che una scelta del genere scatenerebbe la rabbia dei paesi dei Balcani in lista da anni e quella degli Stati membri ancora contrari come l'Olanda.

Del resto, fanno notare fonti diplomatiche facendo riferimento alle domande di adesione presentate a partire dal 2009 da Montenegro, Albania, Serbia, Bosnia, "di solito passavano dai 7 ai 9 mesi prima che il dossier arrivasse in Consiglio. Per l'Ucraina è bastato meno una settimana".

La guerra cambia tutto. E cambia le priorità. Il summit di Versailles era in calendario per discutere del futuro post-covid, della ripresa dopo la crisi pandemica. Invece si discuterà della crisi da guerra. Venerdì è confermata la partecipazione della governatrice della Bce Christine Lagarde e del presidente dell'Eurogruppo Paschal Donohoe, come da programma iniziale. Ma l'ordine del giorno è stato sovvertito dal conflitto. Nè alla vigilia l'agenda appare chiara, visto che tutto cambia di ora in ora sotto i colpi di uno stato di allerta mondiale quotidiana.

Ma, a sentire diverse fonti europee, ci sono dei punti fermi. Nessun secondo tempo del 'Next Generation Eu' per il momento. "C'è il Next Generation Eu numero 1 da spendere - sottolineano le nostre fonti - vediamo come va. Certamente, se sarà il caso, si farà un nuovo piano". Non ora insomma, sebbene il presidente francese Emmanuel Macron ce l'abbia in programma, se rivince le presidenziali ad aprile. Stamane il colloquio telefonico con Draghi, con il quale l'intesa è massima sulla parte che riguarda la revisione delle regole del Patto di stabilità, che appare destinato a restare sospeso 'de facto' anche nel 2023. Ma proprio le regole fiscali saranno oggetto di uno scambio di opinioni tra i leader a Versailles. La guerra pesa sulla crescita. "Avevamo stimato una crescita del 4 per cento per quest'anno, credo avremo una situazione più negativa", dice il commissario Paolo Gentiloni alla plenaria di Strasburgo.

Preoccupa il finanziamento delle nuove spese: da quelle per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia (di due terzi entro la fine dell'anno, propone il piano presentato ieri dalla Commissione Ue) a quella per la difesa.

Soprattutto la difesa. È questo il dossier non considerato nel Next Generation Eu già approvato e che invece diventa prioritario con la guerra. L'invio delle armi all'Ucraina, con la scelta della Germania di mettere fine a quasi 80 anni di non-interventismo, è considerato il primo passo. A Bruxelles la discussione è aperta su come proseguire, con un punto fermo: ci vorranno risorse. Da qui l'idea che il Next Generation Eu prima o poi conoscerà un suo diretto discendente, un'altra forma di debito comune per finanziare le nuove esigenze. Non senza discussioni con i frugali, è la previsione.

Il Consiglio di Versailles è il secondo summit dei leader da quando è scattata l'offensiva di Putin in Ucraina due settimane fa. "Se non fosse stato previsto dal calendario della presidenza francese, lo avremmo convocato a Bruxelles", dice una fonte Ue. Servirà a fare il punto su quanto è stato fatto fin qui. E, secondo i racconti della vigilia, la discussione potrebbe essere molto accesa sulle sanzioni.

I paesi baltici e la Polonia insistono affinché anche Sberbank e Gazprombank vengano aggiunte all'elenco delle 7 banche russe escluse dal circuito Swift. Si tratta degli istituti di credito attraverso i quali viene pagato l'approvvigionamento energetico da Mosca. In allarme i paesi più dipendenti dalla Russia, come Italia e Germania, ma anche l'Olanda è contraria a nuove sanzioni sull'energia. Gli Stati più anti-russi però non demordono. Giudicano insufficienti le misure approvate finora, non gli basta nemmeno la nuova lista di 160 oligarchi da sanzionare approvata oggi dagli ambasciatori degli Stati membri. Non gli basta l'esclusione dal circuito Swift di tre banche bielorusse (Belagroprombank, Bank Dabrabyt e la Banca per lo Sviluppo della Repubblica di Bielorussia), pure decisa oggi. Il premier polacco Mateusz Morawiecki ha annullato il bilaterale con Draghi previsto oggi a Roma.

"Dobbiamo aver pazienza strategica sulle sanzioni. Presto vedremo discussioni che le sanzioni non funzionano, che dovremo abbandonarle, che dovremmo fare accordi o entrare in negoziati. Questo è ciò che Putin chiaramente si aspetta", avverte la premier estone Kaja Kallas ospite oggi del Parlamento europeo a Strasburgo.

C'è un altro punto fermo in vista del summit. La riunione nella reggia del Re Sole servirà anche per mettere in chiaro che i fondi destinati ai paesi dell'est in prima linea sull'emergenza profughi non saranno legati alla condizionalità sullo stato di diritto. In sostanza, Polonia e Ungheria potranno incassare senza che si badi alle discriminazioni per le quali da tempo sono nel mirino di Bruxelles.