Di certo lo scoppio della guerra in Ucraina ha di fatto quasi azzerato l’attenzione degli italiani in merito alla diffusione del Coronavirus. Insomma, il conflitto sembra aver abbassato di molto la prudenza sul Covid che difatti ha fatto registrare, dopo sei settimane di calo, un aumento dei casi. Certo, non stiamo parlando di una risalita vertiginosa, ma comunque è un dato da non sottovalutare perché in questo momento una nuova ondata sarebbe davvero una mazzata definitiva.

Dal punto di vista dei numeri, è in aumento l'indice di trasmissibilità Rt: è ora a 0,83 rispetto allo 0,75 di una settimana fa. Sale anche l’incidenza dei casi che si attesta a 510mila per 100mila abitanti rispetto alla cifra di 433 per 100mila della settimana precedente.

Predica attenzione il direttore generale prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza nel commentare i dati del monitoraggio settimanale: “Le ospedalizzazioni sono in diminuzione, ma si nota un aumento del numero dei casi rispetto alle ultime settimane: la circolazione virale resta piuttosto elevata e per questo motivo è bene affrontare questa fase mantenendo comportamenti ispirati alla prudenza”.

Rezza ha poi aggiunto che il il tasso di occupazione dei posti di area medica e di terapia intensiva sono rispettivamente al 12,9% e al 5,5%, “quindi con una tendenza alla diminuzione”. Anche il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro ha parlato di un’inversione della curva pandemica: “Nelle ultime settimane era in decrescita, nell'ultima la decrescita stava rallentando e in questa settimana assistiamo a una curva che ricomincia a salire, e infatti l'incidenza a 7 giorni per 100mila abitanti questa settimana è salita”.

Nel mirino della circolazione del virus “è significativamente più intensa nelle fasce d'età più giovani – ha spiegato Brusaferro, aggiungendo che nelle ultime due settimane nuovi casi si sono registrati in tutte le Regioni italiche. Il numero dell’Istituto superiore della sanità ha continuato a chiedere di “mantenere le misure di cautela rispetto alla trasmissione del virus e completare cicli vaccinali e la campagna vaccinale”. Da segnalare che l’età media di chi si ammala è di 38 anni.