Mario Draghi (foto Depositphotos)

"Questo Consiglio europeo informale è stato veramente un successo. Raramente ho visto l'Ue così compatta con uno spirito di solidarietà che non credo di ricordare in altri Consigli a cui ho preso parte". Lo ha detto, ieri, il premier Mario Draghi, parlando in conferenza stampa, al termine del vertice dei capi di stato e di governo dell'Unione europea che si è tenuto a Versailles e dove è intervenuto in rappresentanza dell’Italia. Draghi, che insieme alla Francia di Emmanuel Macron sta spingendo affinché Bruxelles emetta nuovi bond per finanziare i progetti che riguardano l'energia e la difesa, ha spiegato che “i bilanci degli Stati non hanno sufficiente spazio di manovra per rispettare gli obiettivi europei”.

"Non si può dire che l'economia vada male, perché l'Ue cresce”. Tuttavia “l'incertezza suggerisce preoccupazione per il futuro e detta l’agenda per i prossimi mesi”. Per quanto concerne, l’invasione russa e le prossime mosse dei 27 della Ue (sul tavolo anche un tetto europeo ai prezzi del gas e una tassa sugli extraprofitti delle società elettriche), l’inquilino di Palazzo Chigi è stato lapidario: "Putin non vuole la pace. Mi auguro però che al più presto si arrivi a qualche spiraglio e personalmente faremo di tutto perché Putin e Zelensky arrivino a un accordo che però salvi la dignità dell'Ucraina". In ogni caso, ha precisato, guardando ai futuri contraccolpi economici interni “dobbiamo prepararci, anche se al momento, ancora non c'è una economia di guerra” legata alla crisi ucraina, "specialmente per gli approvvigionamenti di cose fondamentali come il cibo".

"Alcuni allarmi che ho visto sui giornali di oggi sono francamente esagerati", ha ammonito Draghi ribadendo che comunque "se il conflitto dovesse protrarsi per tanto tempo dobbiamo essere pronti, con politiche di bilancio convincenti e andare avanti con il Pnrr”. “Cerchiamo di averlo e spenderlo: la guerra non deve fermarci, altrimenti metteremmo a rischio le risorse previste per giugno e poi quelle di dicembre" ha quindi aggiunto il presidente del Consiglio. Sulla guerra a Est, argomento apparso costantemente sullo sfondo della “due giorni” parigina dei leader europei, Mario Draghi ha insistito non poco sul tasto della “difesa comune” attorno al quale c’è stata “una discussione breve ma interessante” ha rivelato. “Borrell ha detto che noi spendiamo per la difesa tre volte quello che spende la Russia. È un dato che mi ha sorpreso, e quello che dobbiamo raggiungere è un coordinamento migliore di quello che abbiamo oggi”, ha sostenuto.

“La sicurezza europea è irrinunciabile” per Draghi “ma lo è anche quella transatlantica. Noi dobbiamo avere una difesa forte che si affianchi alla Nato" ha detto. Per quanto concerne, infine, l’eventuale ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea: “C'è una grande disponibilità da parte di tanti, una grande determinazione da parte di altri e una notevole cautela da parte di altri ancora" ha riconosciuto il presidente del Consiglio. "Le regole per entrare nella Ue – ha quindi messo ammonito - sono molto precise e prevedono un lungo periodo di riforme strutturali”. “Io sono il primo a pensare che un messaggio di incoraggiamento sarebbe d'aiuto ma occorre rispettare anche cosa dicono gli altri" ha concluso.