Depositphotos

Covid, HIV, tubercolosi, poliomielite, morbillo: sono questi i nomi degli altri nemici che, oltre alle bombe, minacciano l'Ucraina. Solo qualche giorno fa l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha messo in guardia dal pericolo costituito dalle malattie infettive nel Paese, ora a rinforzare le preoccupazioni giunge un articolo pubblicato su Nature, in cui viene illustrato come l'interruzione dei servizi sanitari e l'inadeguatezza dei servizi igienici stia peggiorando di giorno in giorno la situazione epidemiologica.

Le malattie che si diffondono per via aerea come il Covid sono la minaccia più immediata, poiché per proteggersi dai bombardamenti le persone si accalcano negli scantinati, nelle stazioni della metropolitana e nei rifugi temporanei. Senza acqua e servizi igienici adeguati, i casi di malattie diarroiche aumentano. Cresce anche il rischio di epidemie di poliomielite e morbillo. E con le strutture sanitarie e le strade ormai in macerie, l'accesso ai servizi diagnostici e alle cure per la tubercolosi e l'HIV/AIDS è stato interrotto: una situazione che va a peggiorare un quadro già complesso in origine.

A proposito del Covid, nel momento dell'invasione russa l'Ucraina stava uscendo dalla fase più acuta dell'ondata di Omicron: la diffusione del virus nel Paese è stata molto ampia, anche a causa di un tasso di vaccinazione che non è andato oltre il 34%. Con l'aggressione della Russia, iniziata il 24 febbraio, i test sono precipitati, come sottolineato da Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms in una conferenza stampa del 2 marzo. Ma, nonostante il calo dei tamponi, in Ucraina e nei Paesi limitrofi tra il 3 e il 9 marzo sono stati registrati 791.021 nuovi casi di coronavirus e 8.012 decessi. Numeri che hanno messo in allerta l'Organizzazione Mondiale della Sanità, preoccupata dal fatto che il conflitto possa peggiorare la pandemia e che si sta impegnando per limitare il contagio

Ma il problema in Ucraina va oltre Sars-Cov-2. Il conflitto ha sospeso una campagna di 3 settimane che, lanciata il 1° febbraio, avrebbe consentito la vaccinazione contro la poliomielite di circa 140 mila bambini. La guerra ha anche colpito il sistema di sorveglianza sulla malattia: il virus, dunque, potrebbe diffondersi inosservato, avverte la Global Polio Eradication Initiative, che ha sede a Ginevra.

Poi c'è il capitolo morbillo. "È una delle prime preoccupazioni in qualsiasi crisi umanitaria", afferma sulle pagine di Nature James Goodson, specialista nella cura della malattia presso i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) americani. L'Ucraina ha avuto un grande focolaio di morbillo, durato dal 2017 al 2020, che ha causato circa 115 mila casi. Secondo i CDC, nel 2020 la copertura nazionale del vaccino anti-morbillo ha raggiunto la soglia dell'82%: un importante passo avanti, ma non ancora abbastanza da evitare del tutto pericolosi focolai. Basti pensare che in alcune 'oblast' - come quella di Kharkiv, dove un numero enorme di persone sta fuggendo dal conflitto - la copertura vaccinale non ha raggiunto neanche il 50%.

Inoltre, riporta Nature, l'Ucraina ha uno dei tassi più elevati al mondo di tubercolosi multi-resistente (MDR). Si stima che circa 32 mila persone all'anno sviluppino la tubercolosi attiva e circa un terzo di tutti i nuovi casi di tubercolosi risultino resistenti ai farmaci. Nel Paese, il 22% delle persone affette da tubercolosi è positivo all'HIV ed è proprio la tubercolosi una delle principali cause di morte tra chi è sieropositivo. Anche in questo caso le cure sono state interrotte a causa del conflitto e in gioco c'è la vita dei pazienti. "Il Paese stava facendo progressi, ma questa guerra può riportarci indietro di dieci anni", sono le parole di Valeriia Raczynska, della Rete ucraina dei pazienti HIV/AIDS.

A parlare del drammatico quadro epidemiologico del Paese è giunta anche Medici senza Frontiere, concentrandosi sullo scenario di Mariupol. "La situazione umanitaria della città rimane estremamente grave. L'estrema penuria dei servizi di base in città sta avendo un enorme impatto sulla salute fisica e mentale delle persone", ha detto in un'intervista all'Adnkronos Kate White, responsabile delle emergenze di Msf.

"Molte famiglie - denuncia - non hanno abbastanza acqua, cibo e medicine. Per i bambini piccoli questo può essere particolarmente pericoloso. A differenza degli adulti, i loro corpi non possono sopportare grossi squilibri nell'assunzione di cibo e acqua, e quindi sono ad alto rischio di disidratazione. L'acqua contaminata può anche causare diarrea, che a sua volta può mettere in moto un circolo vizioso, con diarrea che porta ad ulteriore disidratazione. In situazioni estreme, questo può anche portare alla morte".

"La scarsa qualità dell'acqua può anche portare a una serie di altre malattie tra cui infezioni della pelle e scabbia. Inoltre, a Mariupol le persone devono vivere in condizioni di affollamento poiché si riparano da bombardamenti ed esplosioni e non sono in grado di seguire le misure igieniche di base. Ciò potrebbe portare a infezioni delle vie respiratorie e alla diffusione del Covid-19. Un approvvigionamento idrico scarso può anche causare focolai di malattie trasmissibili. Siamo particolarmente preoccupati per il colera. Mariupol ha vissuto un'epidemia di colera nel 2011, quindi sappiamo che il batterio che causa il colera è presente nella regione. Inoltre, l'Ucraina ha avuto una bassa copertura vaccinale, quindi anche il rischio di altre malattie prevenibili con il vaccino, tra cui il morbillo e la diffusione della poliomielite, è elevato".

"Mariupol è una città urbana, ma in una situazione di mancanza di carburante, le persone devono usare la legna per cucinare in case non costruite per questo - prosegue - Pertanto, la probabilità di incendi è elevata e le persone rischiano di incorrere in gravi ustioni e di soffrire di malattie respiratorie. In un contesto in cui il sistema sanitario è letteralmente crollato, questo potrebbe essere fatale".

"Con la guerra in corso, le persone non sono in grado di muoversi liberamente, il che limita gravemente la loro capacità di cercare assistenza sanitaria. Quando la libertà, la sicurezza delle persone e la loro capacità di richiedere cure sanitarie tempestive sono compromesse - accusa White - Tutto ciò va contro le leggi di guerra, che sanciscono il diritto dei civili a cercare sicurezza e assistenza sanitaria".