La Gazprom Arena di San Pietroburgo (Depositphotos)

Un membro del comitato esecutivo della federazione, Rustem Saymanov, direttore generale del Rubin Kazan, ci ha tenuto subito a chiarire: "Non è uno scherzo". Già, perché con l'aria che tira e con la nazionale russa che è esclusa al momento da tutte le competizioni, l'annuncio solenne della candidatura a ospitare gli Europei del 2028 o del 2032 a qualcuno sarebbe potuto sembrare grottesco.

E invece a Mosca ci credono, sono ottimisti. Non solo pensano di rientrare a breve nel consesso delle competizioni internazionali, ma sognano addirittura di ospitarle a casa propria. Del resto, appena quattro anni fa, nel 2018, Putin e i russi si godevano il "loro" mondiale, con la finalissima - vinta dalla Francia sulla Croazia - disputata allo stadio Luzhniki di Mosca, quello che l'altra domenica era gremito per il discorso del dittatore.

La federcalcio russa presenterà domanda sia per il 2028, in cui la rivale più accreditata sembra essere la candidatura congiunta delle quattro nazioni del Regno Unito (Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord) più la Repubblica d'Irlanda. In corsa anche la Turchia e la candidatura quadripartita balcanica: Romania, Bulgaria, Serbia e Grecia. Per il 2032, invece, è già scesa in campo l'Italia. Russia contro tutti, dunque. Anche nello sport.