di Eleonora Evi

Quello che sta accadendo nell'Amazzonia brasiliana ai nativi si configura come un vero e proprio genocidio ai danni di alcuni dei popoli più vulnerabili del pianeta.

I popoli indigeni sono i migliori custodi del mondo naturale e i loro territori costituiscono la barriera più efficace contro il devastante fenomeno della deforestazione. Ciò nonostante, sebbene la Costituzione brasiliana obblighi il governo a demarcare tutti i territori indigeni anche per evitare che gli estranei vi entrino illegalmente, il governo attuale sta incoraggiando il furto e la distruzione dei territori indigeni, la loro invasione illegale, gli attacchi violenti alle comunità e l'uccisione degli indigeni. Oltre a ciò, sta anche programmando di aprire le terre delle tribù incontattate a uno sfruttamento che per loro sarebbe letale, cancellando o non rinnovando le Ordinanze di protezione territoriale che tutelano specificamente i loro territori. Una situazione gravissima, che si aggiunge alle tante azioni criminali perpetrate da Bolsonaro ai danni dei nativi.

Per questo motivo, insieme alla collega Anna Cavazzini, ho presentato un'interrogazione alla Commissione europea, affinché, in considerazione dell'impegno dell'Unione europea e delle raccomandazioni del Parlamento Ue a sostegno dei diritti degli indigeni, si attivi con urgenza presso il governo brasiliano per il ripristino immediato delle Ordinanze di protezione della terra. Nella nostra interrogazione chiediamo, inoltre, che la Commissione faccia luce sui finanziamenti forniti alle popolazioni indigene attraverso i programmi comunitari e su quelli forniti al governo di Bolsonaro in relazione ai territori dei nativi.

Purtroppo le autorità brasiliane continuano a ignorare gli interventi delle associazioni, come Survival international, di cui accolgo l'appello e che ringrazio per l'instancabile lavoro fatto per accendere un faro su questo inaccettabile sterminio.

Mi sono spesso occupata dell'emergenza deforestazione legata alla violazione dei diritti dei nativi in Amazzonia, supportando l'Alliance of Mother Nature's Guardians per la creazione di una coalizione di parlamentari europei che lavorerà al loro fianco per garantire la protezione dell'Amazzonia e dei suoi popoli. E da sempre, come Greens europei e come Europa Verde, ci siamo opposti all'iniquo accordo commerciale tra Ue e paesi del Mercosur, un patto che, oltre a contribuire alla soppressione dei diritti umani e ambientali già ampiamente minacciati dal contesto attuale, aumenterà il numero di bulldozer e piromani che stanno da tempo distruggendo gli ecosistemi dell'Amazzonia e di altri paesi del Sud America.

È nostro preciso dovere fermare qualsiasi accordo che rafforzi le politiche estrattive e anti-indigene del presidente Bolsonaro e ricordare all'Europa il ruolo essenziale che i nativi svolgono nel ripristino e nella conservazione della foresta pluviale amazzonica.

Ora è imperativo che le Ordinanze di protezione della terra vengano rinnovate e mantenute a lungo termine, perché la questione dei nativi ci riguarda tutti da vicino.