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Il cranio di un gigantesco cervo, di centinaia di migliaia anni fa, è affiorato dal Po in secca. Il fossile è stato ritrovato nei pressi dell'Isola Serafini di Monticelli, semisepolto lungo una delle tante secche formatesi a causa dell'eccezionale bassa fluviale. Si tratta di un cervo megalocero vissuto nella area eurasiatica durante Pleistocene ed Olocene. Il cranio risale a un periodo databile a circa 80-100mila anni fa, in concomitanza con l'ultima fase glaciale.

Il megalocero è un animale che naturalmente si è estinto, ma le cui testimonianze fossili sono state trovate in varie zone d'Europa. Si credeva fosse un'alce ma successivamente è stato classificato più affine a un cervo, di dimensioni sorprendenti e con un palco che poteva raggiungere anche i tre metri e mezzo di ampiezza.

Il cervo megalocero è solo una delle ultime sorprese restituite dalla secca del Po. Dai relitti della seconda Guerra Mondiale ai resti di lupo, bisonte, mammut, sono tanti i reperti portati alla luce. 

Davide Persico, sindaco di San Daniele Po e docente all'Università di Parma esperto del fiume, ha spiegato al quotidiano La Provincia: "Le condizioni di magra eccezionale naturalmente favoriscono questi ritrovamenti grazie alla maggiore esposizione delle barre fluviali, Però l'assidua ricerca sul territorio ha ormai esaurito i ritrovamenti e senza una piena in grado di rimescolare le sabbie del Po, a breve non si troverà più nulla".

"Questi resti fossili sono ossa fossilizzate appartenenti a grandi mammiferi- ha aggiunto –  che vivevano in Pianura Padana nel tardo Quaternario (fino a 180 mila anni fa) e che oggi si possono rinvenire disarticolati semplicemente passeggiando sulle spiagge, in particolare nelle aree appena lasciate libere dall'abbassamento del livello delle acque".