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di ANONIMO NAPOLETANO

Gli italiani sono sempre più poveri, ma crescono le disparità tra i pochi ricchi e la massa di lavoratori a reddito medio o basso. È quanto emerge dal rapporto del Ministero dell'Economia e Finanza sulle dichiarazioni Irpef e Iva presentate nel 2021 con riferimento ai redditi del 2020. Una premessa d'obbligo: sono i primi dati che fotografano l'andamento dell'economia reale nel primo anno di pandemia e di lockdown: un anno “nero” che ha fatto registrare un calo del Pil italiano del 7,8% in termini nominali e del 9% in termini reali (cioè di potere d'acquisto) rispetto all'anno precedente.

È ovvio che questo dato macroeconomico non poteva non riflettersi nei guadagni degli italiani e nelle conseguenti dichiarazioni fiscali. Infatti, se analizziamo le dichiarazioni Irpef degli italiani, scopriamo che il reddito complessivo denunciato nel 2020 è stato pari a 865,1 miliardi di euro, con un drammatico calo di 19,4 miliardi rispetto ai redditi del 2019. In media, nel 2020, gli italiani hanno dichiarato un reddito di 21.570 euro a testa (-1,1% rispetto all'anno precedente). Ma questi 21.570 euro guadagnati per ciascun lavoratore sono come il classico pollo di Trilussa: dietro questa cifra “media” si nascondono in verità grandi disparità.

Il 27% degli italiani guadagna infatti meno di 15mila euro lordi l'anno (e tutti loro pagano il 4% delle tasse incassate dallo Stato). La fascia più ampia è ovviamente quella del cosiddetto ceto medio, pari al 70% dei lavoratori italiani che dichiara un reddito tra 15mila e 70mila euro lordi l'anno, e che versa il 67% delle tasse complessive. C'è poi il picco dei più ricchi, con redditi superiori a 70mila euro l'anno. Nel 2020 sono stati appena il 4% della popolazione ma, grazie al sistema fiscale progressivo, hanno versato il 29% dell'Irpef totale. In realtà, questo misero 4% appare un dato piuttosto sottostimato, specie se comparato al numero di auto di lusso e di yacht in circolazione nel Bel Paese.

Probabile che dietro questo misero 4% si nasconda il grosso dell'evasione fiscale, cioè quelle persone che, pur guadagnando più di 70mila euro, ne dichiarano al fisco molti meno o addirittura nulla. Ma chi sono coloro che invece dichiarano questi redditi e pagano le relative tasse? Per il 53% si tratta di lavoratori dipendenti che dichiarano un reddito medio di 20.720 euro lordi. Per il 31% sono invece pensionati, i quali dichiarano un reddito medio di 18.650 euro lordi (ad occhio e croce circa mille euro netti al mese). Il restante 16% è composto da lavoratori autonomi (ad esempio liberi professionisti) e imprenditori. Dove per imprenditori si intende qui solo i titolari di ditte individuali (ad esempio commercianti e artigiani), in quanto chi percepisce redditi da capitale (cioè redditi da società di capitale come srl o spa) è sottoposto a tassazione sostitutiva e non rientra nelle dichiarazioni Irpef.

Ebbene, i lavoratori autonomi dichiarano un reddito medio di quasi 53mila euro lordi l'anno, più del doppio di quello dei lavoratori dipendenti. Invece per gli imprenditori il reddito medio nel 2020 è stato di soli 19.900 euro, quasi quanto un pensionato. Da notare che, tranne i pensionati (che hanno aumentato il proprio reddito del 2% rispetto al 2019), tutte le altre categorie hanno perso un bel po' di soldi a causa della pandemia. I piccoli imprenditori hanno avuto un calo dell'11%, gli autonomi dell'8,6% mentre i dipendenti solo dell'1,6%. Però i lavoratori dipendenti sono anche diminuiti (287mila lavoratori in meno in un anno), vale a dire che in molti hanno perso il posto di lavoro: lo 0,4% di quelli con un lavoro a tempo indeterminato e ben il 3,8% di chi aveva un contratto a temo determinato.

Se i redditi sono diminuiti, sono calate ovviamente anche le tasse versate allo Stato dagli italiani che fanno la dichiarazione Irpef: il totale è risultato pari a 159,3 miliardi di euro di imposte (-3,5% rispetto al 2019). In sostanza circa 30,3 milioni di cittadini (pari al 74% dei contribuenti) hanno pagato in media 5.250 euro ciascuno di imposte. Altri 10,4 milioni di italiani non ha pagato imposte perché hanno redditi così bassi da risultare sotto la soglia dell'esenzione fiscale. Altri 12,8 milioni di italiani, invece, non hanno pagato imposte in quanto la quota da pagare è stata interamente compensata dai vari bonus o trattamenti integrativi. C'è poi tutto il mondo delle partite Iva. Nel 2020 ammontavano a 4,2 milioni di contribuenti (dato stabile rispetto al 2019). A causa del Covid hanno fatto meno affari e dichiarato meno Iva da versare allo Stato.

In totale il fatturato è stato di 3.195 miliardi di euro con un calo di ben il 10,2% rispetto a prima del Covid. Hanno pagato un importo di Iva complessivo di 101,6 miliardi di euro, con un calo del 7,3% rispetto al 2019. Ma anche qui ci sono forti differenziazioni tra diversi settori. Basti pensare che il settore degli operatori turistici (agenzie di viaggi, tour operator e guide) ha visto una riduzione del volume d'affari del 73%. Il settore del trasporto di persone e merci ha visto una riduzione del 61% del fatturato. Il settore dell'ospitalità per turisti e viaggiatori ha perso oltre il 50% del mercato in un solo anno. Viceversa, è andata molto bene per chi si occupa di servizi di corriere, trasporto e consegna pacchi (+40%), merito del boom dell'e-commerce, e per chi si occupa di architettura e ingegneria che, grazie ai vari bonus edilizi varati proprio nel 2020, ha visto incrementare i propri affari del 45%.