Gentile Redazione di Gente d’Italia,
vorrei esprimere il mio disappunto per la mancata celebrazione in Uruguay della festività del 25 aprile.
Non sto qui a rammentare il significato che questa data ha avuto e ha. A chi parla di festa divisiva consiglio la lettura di un buon libro di storia, anche un testo delle elementari va bene
Dopo aver letto la dichiarazione del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale mi sarei aspettato che, in un Paese come l Uruguay dove la presenza Italiana
a tutti i livelli è parte fondamentale di questo Paese, la ricorrenza dovesse avere la visibilità che merita.
Oltre che una mera celebrazione sarebbe stata l’occasione per far conoscere, anche a chi ha solamente il Passaporto ma manca di conoscenza storica minima, un evento che ha cambiato
la storia d’Italia.
Disappunto che si estende, oltre alle rappresentanze istituzionali quali Ambasciata e comites, anche alle decine di associazioni Italiane e regionali presenti in Uruguay
magari esperte a organizzare eventi gastronomici o folkoristici ma in questa occasione poco attente verso la vera storia del nostro Paese.
Sarebbe sufficiente vedere come si sono comportati a tutti i livelli gli Italiani in Argentina per capire che  come si opera e' questione di scelte e di priorità.
In sintesi quindi amarezza ma nessuna sterile polemica. Dalle Istituzioni ed enti a tutti i livelli sopra menzionate  (tranne il comites che non mi rappresenta e dal quale non mi aspetto nulla) mi sarei atteso semplicemente più attenzione e sensibilità su determinati argomenti.
Anche non condividere le scelte altrui é un'eredità ottenuta grazie al 25 aprile
Cordiali saluti
Maurizio Bassan ( Milano-Salto R.O Uruguay)

Estimada redacción de Gente d’Italia,

Será que tenemos un Com.it.es Fascista?  En 34 años que frecuento nuestra colectividad es la primera vez que no se conmemora el 25 de Abril, salvo en epoca de pandemia. Creo que esto demuestra el poco interes y  falta de respeto de los integrantes de dicho Comites por las fechas patria.

No puede sorprendernos mucho ya que hay gente que integra el consejo directivo que jamas frecuentaron nuestra colectividad y por tal motivo tienen un desconocimiento total de las mismas.

El comites antiguamente era integrado por personas referentes de nuestra colectividad que tenian una trayectoria dentro del colectivo formando parte de las distintas asociaciones regionales donde despues de un largo recorrido en las mismas se transformaban en los referentes de nuestra colectividad.

Hoy lamentablemente el Comites se trasformo para varios de sus integrantes en una carrera politica tanto para figurar ante los partidos politicos Italianos como en la politica Uruguaya, sin vocacion de servicio para el colectivo.

Entiendo que nosotros, los que participamos en la politica Italiana tenemos que separar bien los roles y no usar al Comites como un trampolin en la politica. Yo como integrante y representante del Partido politico Forza Italia para Uruguay y America Meridionale entendi que no era correcto participar de las elecciones del Comites como candidato por lo expresado anteriormente.

Lamento profundamente lo sucedido ya que es una fecha que marca un antes y un despues para nuestro Pais, donde muchisimos connacionales perdieron la vida y familias enteras quedaron devastadas y sumergidas en la pobreza.

Me llama la atencion que el Consulado o la Embajada no tomaran la iniciativa de conmemorar con un acto publico dicha fecha.

Hay que cambiar de forma urgente el sistema de votacion de los comites a padron abierto, 3.000 votantes en una colectividad que tiene habilitados a mas 80.000 personas para las elecciones nacionales en Italia, no es representativo de nada y de nadie.!!

Enzo Bacchia

Caro  Direttore:

Ho letto l’ articolo pubblicato dal vostro quotidiano sul 25 Aprile che condivido pienamente.

La giornata é trascorsa senza nessuna manifestazione che ricordasse quei uomini e quelle donne, partigiani di tutte le classi sociali, che in quel cosí vicino 1945  si erano organizzati e hanno dato la loro vita per liberare l’Italia del nazifascismo.

Le scuse per le restrizioni dovute alla pandemia non vengono accettate dato che il governo in questo paese le  ha abolite.

Sará che l’ Ambasciata ed il Comites si sono dimenticati? Sarebbe gravissimo. 

Oppure sará una dimostrazione sull’allontanamento sempre piú grande della collettivitá?

Un vero peccato.

Grazie della vostra attenzione

Elbia Panzardi

Caro direttore,

Secondo me questa mancata celebrazione del 25 aprile si deve soprattutto all’assenza d’interesse della comunità d’italo-uruguaiani, a cui importa poco il significato della cittadinanza, cioè il vincolo di appartenenza di un individuo a uno Stato. Se da una parte è vero che non c’è un’ambasciata attiva per diffondere “d’ufficio” l’italianità, dall’altra si deve assolutamente dire che non c’è un interesse di vincolarsi con l’Italia nella stragrande maggioranza degli italouruguaiani. Quindi va detto che c’è un’enorme responsabilità nell’insieme della nostra comunità e quindi non si può aggiudicare una responsabilità soltanto all’Ambasciata. Anziché diventare uno strumento per ripristinare i vincoli con l’Italia, la sua lingua, la sua cultura e la sua attualità  -tale è il mio caso, poiché mio trisavolo era italiano-, la cittadinanza è diventata più uno strumento per vivere in Europa e viaggiare più comodamente. Anche questo viene abilmente usato da certi movimenti dell’associazionismo che sanno bene dire cose belle alle orecchie di questi cittadini al momento di votare i nostri rappresentanti a Roma e qui a Montevideo, nei rapporti con la Farnesina.

Poi, a mio parere c’è anche un fenomeno globale di revisionismo storico dovuto ai discorsi populisti che si moltiplicano -in Italia, in Uruguay e altrove- nei tempi che corrono. La festa della Liberazione purtroppo non ne scappa e da alcuni viene considerata “divisiva” perché tra i partigiani c’erano i comunisti. Questo è davvero triste. Di quelle grandi intese che hanno permesso la liberazione del nazifascismo e la ricostruzione del dopoguerra, di quella cultura politica da veri statisti, oggi non ne rimane molto. Quindi mi chiedo se davvero abbiamo capito il motivo perché tanti partigiani hanno pagato la libertà con il loro sangue.

Non credo -ovvero non vorrei credere- che questo sia il motivo dietro l’assenza di celebrazioni da parte dell’Ambasciata. Non vorrei aggiudicare responsabilità o cattive intenzioni. Ad ogni modo, credo che questo dibattito che assegna alla festa della Liberazione un carattere “divisivo” sia più credibile tra gli italiani nati in Italia e arrivati qui più recentemente.

J.M.

Gentile Redazione di Gente d’Italia,

Dopo la mancata celebrazione del 25 aprile in Uruguay mi sento più triste che indignata. Triste perché si stanno perdendo i momenti di evocare la propria storia. Oggi è stato il 25 Aprile, domani sarà il 2 giugno e così via.

Laura Bozzov