Giuseppe Conte (foto Depositphotos)
di Lucio Fero
 

Un calcolo in miliardi dei danni inferti alla collettività dall'azione politica e, purtroppo, governativa della cultura M5S è...incalcolabile. Perché non solo soldi, tanti, mal utilizzati e sprecati. Soprattutto storture e ferite, patologie e vizi procurati e/o coltivati nel tessuto sociale. Quindi calcolare non ce la si fa, si può però elencare, stilare l'elenco danni. Almeno i più evidenti e consistenti.

Un reddito sociale, pagato dalla collettività, per chi perde il lavoro e/o per chi, senza reddito, si trova in condizioni di indigenza è cosa buona e giusta. Ma un reddito di Stato pagato a giovani tra i 20 e i 30 anni, svincolato e a prescindere da qualsiasi formazione e indirizzo al lavoro, ammala il lavoro stesso. Con salari pari a 1.200/1.300 euro netti mensili per lavori veri e regolari, i 700/800 euro netti mensili pagati dal Reddito di Cittadinanza sono un disincentivo al lavoro vero e regolare e un booster al lavoro nero. Si prende il Reddito di Cittadinanza, ci si aggiunge il reddito da un po' di lavoro in nero e si pareggiano i 1.200 euro lavorando molto meno in quantità. Ecco quindi come il Reddito Cittadinanza modello M5S ammala il lavoro: aziende cercano personale che non trovano disponibile, si allarga l'area del lavoro nero, si contribuisce a tener bassi i salari.

Garantire al contribuente rimborso fiscale pari al 110 per cento di quanto spende (o afferma di spendere) per ristrutturazioni o lavori edilizi ha prodotto, realtà alla mano, totale indifferenza per i costi dei lavori: tanto paga lo Stato...Indifferenza, termine gentile. Il committente dei lavori, all'ombra del Super Bonus, accetta, accondiscende, diciamo pure si fa non di rado anche complice e compare dell'azienda che gonfia i prezzi. Prezzi a loro volta gonfiati dai fornitori dell'azienda edile, tutta la filiera gonfia i prezzi. Tanto paga lo Stato e paga anche il 10% in più di quanto spendi. E se non hai da spendere, quel 10% circa se lo prende la banca che anticipa i soldi e a cui viene ceduto il credito fiscale. Lo Stato con Super Bonus non solo rimborsa i lavori edili ma finanzia il gonfia prezzi. Risultato: i prezzi reali della ristrutturazione edilizia sono triplicati e il costo del Super Bonus viaggia verso i 30 miliardi. E questo al netto dei finti lavori che son fioriti come margherite a primavera, miliardi la dimensione della truffa realizzata a pioggia sul territorio nazionale.

Si dice ideologia per spiegare perché M5S veda gli impianti tutti come pericolo e malanno. Gasdotti, treni ad alta velocità, trivelle, acciaierie, ovunque sia un cantiere o una infrastruttura M5S si oppone e segnala l'impossibilità di non opporsi. Non è ideologia, è religione. Il caso dei termovalorizzatori esemplifica perché sia quella M5S una forma religiosa del pensiero magico. Termovalorizzatore è stato a suo tempo definito come entità diabolica, emanazione del maligno. Nulla può cambiare per il fedele, l'adepto, questa natura del termovalorizzatore. Produce energia bruciando rifiuti? Esponenti M5S hanno letteralmente definito questa operazione "ritorno al medioevo". Nel medioevo spesso i rifiuti venivano gettati o comunque lasciati in strada. Più o meno come i cinque anni di Raggi hanno fatto con i rifiuti di Roma. Raggi sindaco no c'è più, ma resta il fervore mistico M5S: pur di non "peccare" contaminandosi con la parola termovalorizzatore M5S non ha votato il decreto che dà 14 mld agli italiani per pagare bollette e tenere un po' scontata la benzina.

L'Italia non deve mandare armi all'Ucraina che con quelle armi combatte l'invasione russa. E' quanto Puti ha chiesto ancora ieri a Macron. Ed è quanto Giuseppe Conte perentoriamente chiede a Draghi. L'idea è quella che se l'Italia si segnala a Mosca come quella che dà meno fastidio, un domani magari se c'è guerra, l'Italia si è guadagnata una specie di esenzione. L'idea è quella che si sta in una alleanza godendone e prendendone i vantaggi e scansando o rifiutando gli impegni. Un'idea che vanta antiche e radicate tradizione che Giuseppe Conte insieme incarna e rinverdisce.

Quel che fortemente Giuseppe Conte vuole è farla finita con Draghi capo del governo. Non ce la fa, è più forte di lui. Fin dal primo giorno e fino all'ultimo del governo Draghi, Conte non ha avuto, non ha e non avrà altro imperativo e missione. E in questo Conte ha piena e corretta percezione: governo Draghi ha impedito prima e limitato poi e contrastato sempre i danni economici, sociali, culturali dei governi Conte, sia quello con Salvini, sia quello col Pd.