Alcuni di noi che stiamo arrivando o siamo arrivati ai 70 anni, ricordiamo come 60 anni fa, USA e URSS fecero scoppiare ció che venne denominata la GUERRA FREDDA. La URSS dell’ucrainiano Kruschev fece un passo strategico molto particolare per impaurire gli USA. Collocare un arsenale nucleare portato con navi speciali all’alleata Cuba di Castro. Fu anche chiamata “la guerra dei missili” perché, l’Unione Sovietica, infastidita come oggi, dalla vicinanza di ordigni catastrofici, decise di piazzare razzi con bombe atomiche a 90 chilometri dalla Florida. Fu il quel tempo che nacque il famoso telefono rosso fra USA e URSS. Quanto alzó il telefono Kennedy per parlare con Kruscev, fu molto chiaro: “O mi ritiri i missili da Cuba o comincia la III Guerra Mondiale” . Sicuramente fu il momento piú vicino ad una confrontazione globale, molto piú probabile di quella di oggi. A quell’epoca le forze in campo erano molto più equilibrate.

Da una parte USA e NATO con vari alleati, come Francia e Gran Bretagna, giá in possesso di ordigni nucleari e tutto un mondo occidentale che odiava gli orsi russi, e dall’altra una Federazione pericolosa con ordigni nucleari dissuasivi e offensivi in quantitá industriale. Oggi la Russia soltanto, ha più ordigni nucleari che gli stessi USA, oltre 6.000, tra 1 e 50 megatoni. Queste ultime possono essere lanciate da silos nucleari e sono intercontinentali. Da poco tempo sono ipersoniche ossia che possono raggiungere velocità di fino a Mach 4, attraversando l’Oceano Atlantico in poco più di due ore. Gli altri ordigni possono essere lanciati da terr, aria e mare. Negli ultimi tempi, con la guerra Russia-Ucrania che dura da oltre 2 mesi, con centinaia di migliaia di morti, il pericolo di una guerra atomica, si fa sempre piú reale.

Lo storico Dominic Sandbrook sostiene che: "Siamo più vicini che mai a una guerra nucleare e il nostro destino dipende da un malato" riferendosi ovviamente a Vladimir Putin.

Lo storico britannico non esclude il possibile utilizzo di armi nucleari in questa guerra. Dominic Sandbrook ha messo in guardia in un articolo per il Daily Mail sul rischio di usare armi nucleari nella guerra in Ucraina. "Oggi il pianeta è probabilmente più vicino a un conflitto nucleare che mai dai giorni più bui della Guerra Fredda", ha detto.

Ha anche ricordato che le armi nucleari sono "armi di debolezza". "Il prezzo per il loro utilizzo è così alto, non da ultimo a causa del rischio di una massiccia rappresaglia e della possibile distruzione della civiltà, che nessun leader nel più vago senso della mente lo prenderebbe in considerazione, a meno che il suo paese non affronti un disastro totale", ha scritto Storico britannico.  Secondo lui il momento la decisione di premere il pulsante rosso é responsabilità di un solo uomo: Vladimir Putin. 

Sandbrook propone due scenari. Da una parte, "Nel caso che gli ucraini lancino un contrattacco nel Donbas, e soprattutto se minacciassero il loro controllo sulla Crimea, Putin potrebbe autorizzare un attacco nucleare tattico, utilizzando armi a corto raggio progettate per l'uso sul campo di battaglia", spiega il storico britannico.Ci sarebbe un altro scenario meno probabile per lo storiografo. “Putin, arrabbiato e malato, potrebbe attaccare la stessa Nato, cosa non del tutto esclusa, vista l'escalation retorica da parte russa in questi giorni.”

Il leader russo è apparso in un video con il suo ministro della Difesa, Sergei Shoigu, e il suo stato di salute è tornato alla ribalta dopo che sono venute alla luce le attuali immagini del presidente.

L'ex agente del KGB afferma che Putin ha il morbo di Parkinson in fase iniziale e la "demenza"

In ogni caso, le incognite si accumulano. "Putin potrebbe preparare il pubblico per un attacco nucleare russo? O si tratta solo di vantarsi?” 

E se Putin dovesse usare armi nucleari, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden darebbe un ultimatum? Autorizzerebbe un attacco alla Russia? chiede Sandbrook.

Nonostante l'attuale situazione critica, lo storico britannico ha fatto notare che il mondo è già stato più volte sull'orlo del baratro nucleare. Una di queste occasioni, forse la più famosa, fu la crisi dei missili cubani, come accadde nell'ottobre 1962. Sandbrook ha ricordato come il lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki nel 1945 abbia sconvolto il mondo, anche se queste erano infinitamente inferiori, in quanto a distruzione, di una odierna.

Sebbene ritenga che "i bombardamenti atomici abbiano accelerato la fine della guerra e salvato migliaia di vite alleate", riconosce che il costo è stato tremendamente alto. L'orrore causato è stato tale che il mondo intero ha vissuto da allora "ossessionato dalla paura dell'annientamento nucleare". Allo stesso tempo, tuttavia, Sandbrook sottolinea il paradosso che sia l'Occidente che l'Oriente hanno accumulato migliaia di missili dalla potenza esplosiva senza precedenti.

STEFANO CASINI