Matteo Renzi (foto depositphotos)

di Franco Manzitti

Fianco destr! E tutti si accodano alla grande svolta genovese di Matteo Renzi, che piomba nella ex Superba per appoggiare il sindaco Marco Bucci, eletto dal centro destra cinque anni fa e ora in piena corsa per il mandato bis. Tutti vuol dire quelli che un po’ a destra ci stavano già, soprattutto imprenditori, armatori, uomini d’affari e di shipping,  ma  che erano magari più progressisti.

 Tutti vuol dire anche molti ex Pd-Pci duri e puri, che voltano i loro baffoni staliniani d’antan verso il Matteo fiorentino che è tornato a Genova per la seconda volta dopo i suoi blitz da leader Pd o segretario nazionale. 

Fianco destr! Renzi plana sulla terrazza fantasmagorica del Museo del Mare, tra la darsena piena di storia marinara, la Stazione Marittima, il colosso dell’Hennebique, il gigante granario che Bucci sta per trasformare in hotel, uffici e outlet di lusso, la facciata fantastica di Palazzo Reale e trova una folla plaudente, duecento, trecento persone, incantate e eccitate.

La “scusa” è la presentazione del suo ultimo libro “Il Mostro”, una catilinaria contro i magistrati che lo hanno crocefisso, ma la ragione vera è la consacrazione dell’alleanza incestuosa con Bucci candidato, che cinque anni fa era il suo avversario e che, ovviamente, arriva tra applausi nella prima fila di questa variegata compagnia, dove il vecchio cronista si può divertire a contare, uno a uno i presenti, tra revival renziani, transfughi “comunisti” e borghesi moderati in adorazione e business man, che da anni cercano il loro centro di gravità permanente.

Ed eccolo qua abito blu, cravatta scura, camicia bianca, loquela fiorentina ancora più allenata, scortato dalla “mitica” (così la definisce lui) Raffaetta Paita, deputata eletta altrove dalla Liguria, spezzina, ex segretaria del sindaco Pci di La Spezia, poi assessora Pd alla regione Liguria, poi candidata presidente, sempre per il Pd, sconfitta da Giovanni Toti sette anni fa e infine ruotata nell’IV.  Renzi la decanta, illustrando il suo ruolo di presidente della Commissione Trasporti della Camera, che ha conquistato grazie a lui e alla sua residuale forza in Parlamento. 

Renzi plana su questa terrazza, dopo avere già  rullato per bene in città, a incominciare dal palazzo di Giustizia, dove è andato a spiegare ai giudici perché si è opposto alla richiesta di archiviazione lampo, che la Procura di Genova aveva chiesto per la sua denuncia contro i giudici fiorentini. I quali non potevano giudicarlo direttamente e per legge avevano trasferito gli atti alla Corte d’Appello di Genova. 

Imboniti i giudici, storditi i giornalisti, abbracciato Bucci, che in genere “cria” e tuona, ma in questo caso sembrava abbagliato dalla verve toscana del nuovissimo alleato, Renzi elettrizza, infine,  quella terrazza.

Dietro front, fianco destr! Che spettacolo. In prima fila ecco il sindaco e ovviamente la mitica “Lella” Paita, che ha pure il marito di scorta, ma rispettosamente in decima fila, quale ex presidente del Porto di Genova, Luigi Merlo, oggi grande esperto di logistica mondiale e  fedelissimo del comandante Luigi Aponte, il vero “padrone” di Genova con i suoi terminal, con la sua MSC dei giganteschi traffici marittimi, crocieristici e di carico, con le sue migliaia di dipendenti e la ultima richiesta di comprarsi Itavia, l’ex Alitalia. 

 Che grande giravolta di potere della coppia fatale, volata in cielo dalla molto laterale provincia spezzina, Merlo-Paita, supercoppia di successo.

Ed ecco, ovviamente il prima fila, la superstar genovese, l’altro Matteo, Matteo Bassetti, l’infettivologo, diventato una specie di icona genovese che resiste pure all’oscuramento bellico dei talk show nazionali e mantiene la sua autorevolezza scientifica e l’appeal mondano nella Genova sottosopra che continua a offrirgli poltrone politiche per le quali il professore sembra ancora vaccinato non tre, ma quattro o cinque volte.

E’ il contorno meno da ribalta, ma lo stesso importante, che colpisce gli osservatori. Intanto a sentire Renzi pro Bucci sono arrivati i bigs del mondo marittimo armatoriale , imprenditoriale, a incominciare dai padroni dei Rimorchiatori Riuniti, la flotta oggi mondiale, diventata la terza nel mondo con 140 “barche” e 1400 dipendenti, da Singapore, a Malta, alla Sicilia, al Nord Europa eccetera eccetera, Gavarone e Dellepiane, a Beppe Costa, erede della grande casta, leader dell’Acquario di Genova e di Costa Edutainement (Bioparco di Roma, Acquari di Rimini eccetera eccetera) , Bruno Musso, storico armatore della privatizzazione del porto genovese, Emanuele Renondini, Marce Vaggi, Enzo Duci e Filippo Gallo, super broker e agenti marittimi.

Ma c’è anche Edoardo Garrone, presidente della Erg e inoltre presidente dell’Ospedale Gaslini e del cda del Sole 24 ore, con la sempre sfavillate moglie Anna Pettene, con non mai nascoste aspirazioni di impegno politico, il presidente dei Commercianti genovesi da decenni, oggi presidente dell’aeroporto, grande casata commerciale, Paolo Odone, immarcescibile.

E poi c’è il vero Fianco Destr, quello che stava arroccato tra partiti e sindacati sui bastioni della fu Roccaforte genovese rossa, oggi conquistata dalla Destra bucciana, apolitica, ma pur sempre suffragata da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e che sventola la bandiera di Renzi con una quasi imbarazzante convinzione. 

C’è Mauro Avvenente, ex consigliere comunale Pd, ex militante Pci, ex presidente di Municipio per la Sinistra, nelle sotto- roccaforti rosse del Ponente genovese, che sfodera il suo look dai grandi baffi favoriti, segnale un tempo della lotta dura e pura che la sinistra faceva ai padroni oggi lì schierati nei loro freschi di lana tardo primaverili.

Ci sono i segretari di oggi e di ieri della UIL, sindacato che un tempo stava da una parte e ora eccolo lì a sventolare il vessillo renziano. 

Fianco Destr: facile per il Matteo numero uno spiegare la svolta con Bucci. “ Non esistono sindaci di destra e sindaci di sinistra: esistono sindaci bravi e non bravi. Bucci  è bravo, fa le cose e noi lo appoggiamo, anche se cinque anni fa eravamo contro”_ saltabecca sul palco Renzi. Tutti applaudono alla “sepoltura” di destra e sinistra che avviene qua in mezzo al porto genovese, dove un tempo sorgeva la moschea musulmana e ora ci sono le vestigia del Museo del mare che Bucci ha affidato alle capacità di Nicoletta Viziano, presidente, figlia di una dynasty liberale e imprenditoriale, dopo il regime di sinistra che piazzava qua antiche pasionarie del post Pci. 

Renzi oramai è scatenato, soffia il vento del successo di Bucci che i sondaggi danno eletto al primo turno contro Ariel Dello Strologo, candidato del centro sinistra, appoggiato dalla sinistra più radicale e dai grillini che vengono regolarmente fulminati. 

“Avremo una splendida estate con tante  notti da cadute delle stelle, dei 5 Stelle!!”_ ironizza , evocando il crack elettorale prossimo futuro dei grillini.

Il pubblico si diverte perché Renzi non è più un oratore politico, oramai è uno show man, che “gioca” se stesso e le sue giravolte con supporti perfino tecnici scenografici, come il Var della politica, un maxischermo alle sue spalle, come lo strumento arbitrale calcistico, che mostra i leader politici, da D’Alema a Di Maio, all’immancabile Conte, beccati mentre smentiscono se stessi.

E’, appunto, uno show, che scatena la folla del dietro front anche se “Il Mostro”, il testo del libro con il suo rosario di denunce renziane alle persecuzioni della magistratura contro lui e la sua famiglia, ma più in generale contro la società indifesa dalla casta intoccabile, rimane un po’ sullo sfondo.

“Guardiamoci intorno: il mondo sta cambiando_ si fa serio lo showman, diventato di nuovo leader politico_ 70 anni dopo Yalta è saltata, il blocco Cina-India prenderà il sopravvento, dobbiamo salvarci rinnovandoci, a partire dalle fonti di energia per non soccombere..” 

Non mancano le rivendicazioni personali sul tema, le sue battaglie per il Tap, considerato una follia quando Renzi si batteva per realizzare quel collegamento, ma poi alla fine alla battuta  non si rinuncia. “Attenti perché Putin si muove come il vecchio stato sovietico di Krusciov, Breznev, che invadevano la Ungheria e la Cecoslovacchia e Zielinsky sembra uno su Netflix……”

Insomma siamo ancora lì: è sempre un fianco destr. 

Bucci ride e il pubblico in buona parte dimentica le sue origini lontane siano esse state comuniste, socialiste e financo democristiane e ben piantate col sindacato che lottava sotto le bandiere rosse o bianche per gli stessi obiettivi  .

Ma poi alla fine di tutti questi aficionados del supershow quanti voteranno il “Mostro” al momento giusto?